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Aquarius

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La nave Aquarius della ONG SOS Mediterranee con a bordo 629 naufraghi provenienti dalla Libia, dopo due giorni di stallo in acque internazionali, trasborderà parte dei migranti su unità militari italiane, per dirigersi verso il porto spagnolo di Valencia. 
Sembrava un’operazione come tante altre. L’Aquarius si è mossa in base alle indicazioni ricevute dal coordinamento della guardia costiera di Roma. Dopo aver salvato i passeggeri di due gommoni, uno già affondato, l’altro in grave difficoltà, ha accolto a bordo altre persone ripescate da unità della marina italiana. 
In un primo tempo la guardia costiera aveva indicato Messina come approdo sicuro. L’Aquarius era in viaggio verso quel porto, quando è arrivato lo stop del governo.
La chiusura dei porti italiani è stata decisa dal responsabile della guardia costiera, il ministro dei trasporti e infrastrutture, Danilo Toninelli. 
La situazione di stallo seguita alla mossa di Toninelli e Salvini si è sbloccata grazie alla decisione presa dal nuovo governo spagnolo, guidato dal socialista Sanchez. 
La partita apertasi lo scorso anno con l’attacco del ministro dell’Interno Minniti alle ONG, che ha portato al sequestro di navi e all’incriminazione dei membri dell’equipaggio, da Jugend Rettet a Proactiva Open Arms, è tutt’altro che chiusa. I porti sono interdetti solo alle ONG. La nave della marina militare Diciotti, con a bordo 800 persone, approderà nelle prossime ore a Catania.
Salvini aveva disertato la riunione dei ministri degli Interni dell’Unione Europea, che la scorsa settimana si sono riuniti per discutere la bozza di riforma del regolamento di Dublino voluta soprattutto da Francia, Germania e paesi nordici ma fortemente contrastata dai paesi dell’est del cosiddetto gruppo di Visegrad, capeggiato dall’Ungheria di Orban.
Salvini, che si è detto molto vicino alle posizioni di chiusura totale delle frontiere caldeggiata e praticata dal gruppo di Visegrad, sulla riforma del regolamento di Dublino è su posizioni opposte. In perfetta continuità con il governo Gentiloni, che, con toni diversi, ma uguale sostanza, aveva contestato la bozza di riforma, 
perché lascia intatto il principio dell’accoglienza nel primo paese di approdo. Solo dopo 8 anni, se ha ottenuto lo status di rifugiat*, chi è arrivato in uno dei paesi della sponda sud dell’Europa, potrebbe spostarsi in uno degli altri paesi europei. 
Il governo Conte sa bene che la partita europea ha tempi lunghi e possibilità limitate, preferisce quindi sferrare l’attacco finale alle ONG che operano nel Mediterraneo. Un colpo ad effetto per accontentare il proprio elettorato. Una partita nella quale oggi Salvini sostiene di aver segnato un punto, fingendo di aver obbligato un altro paese europeo ad aprire i propri porti. Un gioco che probabilmente durerà poco.
Innegabile l’abilità con cui il governo ha condotto l’operazione: grande durezza verbale, ma estrema prudenza.
Il richiamo alla solidarietà europea mette a nudo uno dei nodi irrisolti dal 2011. Allora Maroni giocò la carta del ricatto, concentrando migliaia di profughi d
ella guerra per la Libia a Lampedusa in condizioni terribili in un clima di tensione crescente, ma dovette arrendersi di fronte ai secchi dinieghi dell’UE.
In una notte settemila profughi furono imbarcati e trasferiti in campi tende colabrodo, da dove si riversarono verso le frontiere, che, per un po’ furono molto permeabili.
I tentativi di instaurare un principio di solidarietà di fronte all’esodo dalla Siria devastata dalla guerra civile, si infransero contro i muri che sorsero sempre più fitti, in un’Europa dove rispuntarono i confini.
Oggi il debole tentativo di riforma del trattato di Dublino si infrange contro quei muri.
Ora Salvini prova a giocare di anticipo convocando a Roma una conferenza sulla Libia, cui ha invitato la Francia, la Tunisia, Al Sarraj, “presidente libico” con limitato controllo sulla Tripolitania e Haftar, il militare vicino ad Egitto e Russia, padrone della Cirenaica.
Lo scopo dell’incontro, che precederebbe di pochi giorni il vertice europeo su Dublino 3, è chiudere la rotta libica, pagando per il servizio. A fine mese il ministro dell’Interno volerebbe in Libia per distribuire le mazzette necessarie ad oliare chi controlla le rotte dei migranti, scafisti e gestori dei lager.
Salvini ricalca le orme del suo predecessore, che si recò in Libia a pochi giorni dal proprio insediamento, promise navi, addestratori e soldi ad Al Sarraj. In agosto pagò direttamente le milizie che controllano il traffico degli esseri umani.
Secondo indiscrezioni pubblicate da El Pais ma non confermate dalla Commissione, il governo italiano avrebbe intenzione di bloccare il finanziamento di 3 miliardi di euro che l’Unione europea si è impegnata a destinare alla Turchia, con l’accordo con Ankara del 2016, per fermare l’arrivo dei migranti sulle coste europee. Il governo italiano intenderebbe chiedere che la somma venga destinata alla Libia. Una megatangente per i predoni che controllano l’ex colonia italiana.
Una mossa ardita, ma abile, anche se si esaurisse nell’effetto annuncio, perché potrebbe dar fiato alle pulsioni antieuropeiste, che attraversano il DNA di questo governo.

Sullo sfondo, invisibili, restano 629 uomini, donne e bambini della Aquarius diretti a Valencia. E i tanti altri che si giocano la vita sui sentieri montani, nelle gallerie ferroviarie, in mare e nel deserto, tra mercanti d’uomini e scafisti in abito da ministro. Come Salvini e Toninelli, che per propaganda, li usano come pedine di una scacchiera.
Ascolta la diretta dell’info di radio Blackout con Riccardo Gatti dell’ONG Proactiva Open Arms.
http://radioblackout.org/2018/06/aquarius-la-stretta-finale-sulle-ong/ 
www.anarresinfo.noblogs.org
 


Qui invece il volantino diffuso a Livorno.
Apriamo i porti,
abbattiamo le frontiere!
I ministri Salvini e Toninelli hanno deciso di chiudere i porti alla nave Aquarius che voleva trovare in sicilia un porto sicuro per completare il salvataggio di 629 naufraghi. Hanno deciso di fare, sulla pelle di 629 persone, una prova di forza per dimostrare a livello nazionale e internazionale, l’approccio militare e autoritario con cui intendono condurre l’attività di governo. Come i governi precedenti in altre occasioni, come con le navi Cap Anamur e Pinar, oggi questo governo con la Aquarius gioca con la vita delle persone per gestire le trattative con altri stati e per creare le condizioni per imporre nuovi provvedimenti autoritari e razzisti.

La propaganda contro l’immigrazione usata da chi governa è fatta dai frasi semplici e violente, sono i vecchi modelli propagandistici fondati sull’idea che le masse sono ignoranti e controllabili. Ma sappiamo bene che chi impone la disoccupazione, lo sfruttamento e la miseria è chi ha governato e chi governa oggi il paese.
Con la strada spianata dal PD di Minniti infatti il nuovo governo Lega – Movimento 5 Stelle guidato da Giuseppe Conte difenderà gli interessi dei potenti, degli industriali, dei capitalisti, dei finanzieri, dei militari. Per questo l’Italia è in guerra in Africa, per questo il governo vuole chiudere i porti a naufraghi e profughi. Perché ci vuole divisi, tra “italiani” e “stranieri” per poterci sfruttare meglio.
Per respingere il razzismo del governo, per la libertà di movimento, per la solidarietà tra gli sfruttati.
Federazione Anarchica Livornese – federazioneanarchica.org
Collettivo Anarchico Libertario – collettivoanarchico.noblogs.org

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