Il 6 Aprile alle ore 15.00 da Viale della Repubblica partirà la mobilitazione generale contro la proposta che vede proprio la provincia di Alessandria come possibile sito per il deposito nazionale che ospiterà le scorie radioattive provenienti dalle dismesse centrali nucleari, e in contemporanea anche di quelle ospedaliere.
Nulla è ancora stato deciso, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha pubblicato sul proprio sito istituzionale l’elenco di 51 aree presenti nella Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI), in questa carta tra i siti ritenuti più idonei ci sono ben 5 della provincia di Alessandria.
La proposta di quest’enorme deposito misto, scorie nucleari ospedaliere e di alcune industrie, definite a bassa intensità, perché dimezzano la loro radioattività “solo” dopo circa 300 anni, e quelle definite ad alta intensità, che per perdere la propria pericolosità necessitano MILIONI DI ANNI, è già un’anomalia, sarebbe il primo nel mondo! Fare un solo grosso deposito nazionale che contenga un’enorme quantità di immondizie radioattive provenienti da tutto il territorio nazionale è per noi un errore, anche perché è estremamente pericoloso concentrare in un sol posto queste scorie, molto meglio mettere in sicurezza vari depositi su tutto il territorio nazionale anche tenendo presente che esistono già siti usati a questo scopo (se pure, in molti casi, non idonei e soprattutto senza un’adeguata protezione). Sarebbe indubbiamente molto più logico ed economico, monitorare i siti esistenti, spostare le scorie di quelli che non si possono rendere idonei e dopo aver fatto i lavori necessari per una maggior sicurezza, utilizzare quelli più adeguati.
Questo, oltre ad essere più economico, eviterebbe anche la nuclearizzazione di una nuova zona.
Fatta questa premessa sottolineiamo che ai confini della provincia di Alessandria, non molto lontano dalle nostre case, esiste già da tempo un deposito di scorie nucleari, in un luogo non sicuro, che ha già subito due alluvioni, ma questo evidentemente per SOGIN (che è la società pubblica responsabile degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi) non è una priorità, non si occupa della messa in sicurezza di quell’area, per loro la soluzione è invece creare un nuovo deposito, ancora più grande! Non curandosi neanche del fatto che questo è un territorio patrimonio Unesco.
Certamente ci vuole un bel coraggio e una bella faccia tosta per proporre ancora veleni nella nostra zona: da tempo il nostro territorio è utilizzato come spazzatura, abbiamo già dato e continuiamo a dare con un tasso spaventosamente alto di tumori e patologie che colpiscono la popolazione a causa dei veleni prodotti dalla logica del profitto, abbiamo un territorio devastato e sfruttato da anni di inquinamento dell’Acna di Cengio, dell’Ecolibarna di Serravalle, dell’Eternit a Casale, passando per discariche chimiche, senza contare che ancor oggi abbiamo l’attività del Polo Chimico a Spinetta, che tra le altre cose è il maggiore produttore d’Europa del Pfas.
Affermare che il territorio alessandrino sia il meno adatto per un deposito di questo tipo non è fare un discorso campanilista NIMBY, la sua non inidoneità è evidente anche seguendo i criteri al quale SOGIN dice di rifarsi:
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Uno dei principali presupposti per fare un insediamento di questo tipo senza gravi rischi alla salute degli abitanti delle zone limitrofe al deposito è che il terreno non sia alluvionale, una dimostrazione di non idoneità del territorio l’abbiamo avuta puntuale con le ultime piogge che hanno subito mandato a bagno le zone scelte per il previsto deposito.
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La distanza dai centri abitati è un’altra caratteristica richiesta, e anche da questo punto di vista è evidente che i siti scelti sono inidonei per la pericolosa vicinanza con i centri abitati, paesi, ma anche con centri densamente popolati come la città di Alessandria.
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Un altro aspetto da tenere presente che lo rende non adatto è la conformazione del territorio dal punto di vista idrogeologico.
- Il terreno è caratterizzato da falde affioranti e profonde che sono una risorsa idrica importantissima per il territorio e per le generazioni future.
- La richiesta popolare per il territorio è quello della bonifica delle arie contaminate e da tempo è in atto anche una politica di rivalutazione del territorio in termini di agricoltura biologica, enologica, paesaggistica e con l’incremento del turismo, politica che un deposito di questo tipo renderebbe vano.
Tra l’assurdo e il grottesco
Mentre tutti i sindaci della zona, un po’ per ragioni elettorali, un po’ perché anche loro vivono qui o più semplicemente perché sono in attesa di qualche soldo di compensazione per cambiare idea, hanno pubblicamente invitato alla mobilitazione del 6 aprile indetta da molte sigle e comitati con in testa proprio i comuni interessati e la regione Piemonte. C’era un’unica voce contraria, quella della giunta di Trino Vercellese, con a capo il sindaco Daniele Pane ex Lega Nord, ora Fratelli d’Italia, che dando prova di un innegabile masochismo, fino a ieri era unico in Italia ad autocandidarsi per ospitare nella sua città il deposito; poi, forse per le mobilitazioni del comitato popolare, che ha già fatto tre manifestazioni, o più probabilmente su pressioni, in vista della prossima tornata elettorale regionale, fatte dal suo partito, ha ritirato l’autocandidatura.
Pensiamo che anche questo passo porti ad una perdita di presenza il 6 aprile, quanto meno dei membri del comitato “TRI NO” sorto contro l’autocandidatura del sindaco; certamente anche se a parole sono tutti contrari, qualcuno pesca sul torbido. Non sappiamo cosa farà Lega Ambiente, che è da sempre a favore di un deposito nazionale ma non nella nostra provincia perché non sicuro; loro erano tra i più attivisti del comitato di Trino e avevano aderito attivamente al corteo, ma dopo il ritiro della candidatura del sindaco della città di Trino, tentennano, hanno prodotto un comunicato sibillino e invitato la popolazione ad una loro assemblea. Cito testualmente il comunicato:
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“Il deposito nazionale va assolutamente fatto per mettere in sicurezza i rifiuti radioattivi;
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Va fatto in uno dei 51 siti ritenuti idonei attraverso un percorso trasparente e partecipato, rigoroso e attento;
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Fatte le dovute e giuste osservazioni e controdeduzioni, il sito potrà essere anche individuato in Piemonte qualora risultasse il più idoneo.”
(?) voglio sperare che questa sia una loro oscura strategia, visto che parlano di fare le dovute e giuste controdeduzioni, ma dei 51 siti gli unici in Piemonte sono quelli dell’alessandrino. Detto questo attualmente non c’è dato di sapere se il 6 saranno in piazza. Il calderone che sarà presente alla manifestazione del 6 non è allettante, amministratori comunali e regionali, sindaci di tutte le risme: Fratelli d’Italia, Lega e PD con comitati popolari veri e finti. Molti fra i politicanti di mestiere che saranno presenti con tanto di fascia tricolore hanno già dichiarato che sono si contro il deposito a casa loro ma ripropongono le centrali nucleari, quelle come dicono loro di “nuova generazione” che aggiungo io fanno gli stessi danni e ci regalano le stesse scorie da mettere in un deposito. Per queste ragioni noi e altre realtà sociali locali non siamo entrate nel calderone istituzionale. Certamente questa scelta è anche motivata da una ragione diciamo così di pelle: certi noti loschi figuri di destri, ci provocano l’orticaria.
Noi stiamo cercando con delle realtà sociali di mobilitarci su alcuni punti in comune:
contro un solo deposito nucleare nazionale
per una lotta dal basso senza delega
contro la riproposta delle centrali nucleari
il dibattito che abbiamo fatto il 22 marzo con Angelo Tartaglia ingegnere nucleare e fisico professore emerito del politecnico di Torino, autore del libro “spaccare l’atomo in quattro, contro la favola del nucleare” dove Angelo Tartaglia ha parlato contro le centrali nucleari è stato il primo passo di questo percorso. In quell’occasione la sala era piena e il dibattito molto seguito; proprio in quell’occasione abbiamo resa pubblica la nostra intenzione di dar vita a uno spezzone con queste prese di posizione il 6 Aprile con proposte dal basso e con chi, non volendo il deposito nucleare nazionale, non accetta di farsi rappresentare dai politicanti di turno.
Invitiamo tutti quelli che vogliono a venire in piazza con noi il 6 aprile per dare vita ad uno spezzone con parole chiare contro il nucleare passato e futuro.
Salvatore Corvaio