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La violenza della polizia, la sommossa di Bobigny

La violenza della polizia, la sommossa di Bobigny

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‬Parigi è grande catino urbano.‭ ‬Intorno ribollono le periferie.‭ ‬Lo sa bene il presidente francese,‭ ‬Francois Hollande,‭ ‬che è corso al capezzale di Theo,‭ ‬il ragazzo di Aulnay Sous Bois,‭ ‬pestato e stuprato con un manganello durante un‭ “‬normale‭” ‬controllo di polizia.‭ ‬Hollande,‭ ‬un presidente stracotto,‭ ‬arrivato a fine mandato con livelli di popolarità bassissimi,‭ ‬sperava di metterci una toppa.‭
‬Non ci è riuscito.‭
‬Nonostante le dichiarazioni del ministro dell’Interno,‭ ‬nonostante gli stessi appelli di Theo e della sua famiglia,‭ ‬le periferie hanno cominciato ad accendersi.‭ ‬Non è il fuoco delle rivolte del‭ ‬2005,‭ ‬quando l’incendio si estese a tutta la Francia,‭ ‬ma certo al ministero dell’Interno,‭ ‬in piena campagna elettorale,‭ ‬non passano notti tranquille.‭ ‬Dopo le manifestazioni e le sommosse notturne delle prima settimana a Aulnay Sous Bois la protesta si è estesa.‭
‬Lo scorso sabato,‭ ‬di fronte al tribunale di Bobigny si sono ritrovate migliaia di persone.‭ ‬Le associazioni per i diritti dell’uomo e i gruppi che nella primavera dello scorso anno hanno animato la testa dei cortei contro la loi travail.‭ ‬La presenza più significativa era la gente,‭ ‬molti i giovanissimi,‭ ‬arrivata a Bobigny dalle altre periferie,‭ ‬dalle Cites,‭ ‬i non luoghi dove si concentra la popolazione di questi futuribili ghetti urbani.‭
‬Grandi palazzi,‭ ‬passerelle sopraelevate,‭ ‬non un posto di ritrovo che non sia il tempio della merce,‭ ‬l’ipermercato.‭
‬A Bobigny c’è il tribunale.‭ ‬Sabato scorso era completamente chiuso dagli sbarramenti della polizia,‭ ‬pronta allo scontro,‭ ‬pronta ad affrontare la canaille che osava sfidarla.‭
‬Una vera provocazione per chi era lì a gridare‭ “‬justice pour Theo‭!”‬.‭ ‬Il giorno prima lo stupro era stato derubricato dal tribunale a lesioni non intenzionali,‭ ‬ponendo le basi perché il poliziotto,‭ ‬che gli ha infilato nell’ano il manganello perforandogli l’intestino,‭ ‬possa cavarsela a buon mercato.
Le‭ “‬regole‭” ‬del gioco sono chiare.‭ ‬Se sei nero o nordafricano hai dieci possibilità in più di essere fermato e controllato.‭ ‬La Repubblique gioca la sua partita di normalizzazione e sottomissione dei poveri anche in strada.‭ ‬La linea di cesura di classe si interseca e mescola con quella razziale.‭ ‬Theo,‭ “‬colpevole‭” ‬di essersi messo di mezzo durante una retata,‭ ‬è stato punito con botte condite da umiliazioni.‭ ‬Théo ha raccontato la sua storia ai giornalisti.‭ ‬È stato gettato a terra,‭ ‬gli hanno abbassato i pantaloni,‭ ‬poi l’hanno violentato e picchiato.‭ ‬Gli insulti:‭ “‬negro‭”‬,‭ “‬puttana‭”‬,‭ “‬bambula‭”‬.‭ ‬Insulti razzisti,‭ ‬sessisti,‭ ‬retaggio di un passato coloniale che non passa.‭
‬Nelle Cites la disoccupazione raggiunge il‭ ‬45%,‭ ‬il futuro è un orizzonte chiuso.
Davanti al tribunale di Bobigny sabato scorso faceva un freddo cane,‭ ‬a tratti pioveva.‭ ‬Tanti gli interventi al microfono in un clima di forte tensione,‭ ‬di rabbia latente.‭ ‬Che infine esplode.‭ ‬Un gruppo di giovani prova a forzare il passaggio al tribunale caricando la polizia sulle strette passerelle che sovrastano l’area del presidio.‭ ‬Pietre contro lacrimogeni.‭ ‬Cariche e contro cariche.‭ ‬Il furgone di una radio nazionale viene dato alle fiamme.‭
‬Poi lo scenario è quello della sommossa urbana:‭ ‬negozi saccheggiati,‭ ‬barricate,‭ ‬macchine bruciate.‭ ‬Gli obiettivi sono bancomat,‭ ‬fermate del bus,‭ ‬quello che capita.‭ ‬Non ci sono molotov.‭ ‬Un segno della natura prevalentemente spontanea degli scontri.‭ ‬A fine giornata ci saranno‭ ‬37‭ ‬fermi.‭
‬Un ragazzo smentisce la versione della polizia che si vantava di aver salvato una bambina da un’auto in fiamme.‭ ‬La bambina l’ha tirata fuori lui.‭ ‬È la prima volta che scende in piazza,‭ ‬è lì perché quello che è capitato a Theo potrebbe capitare a lui.‭ ‬Ha‭ ‬16‭ ‬anni,‭ ‬una faccia da bambino ed è nero.‭
‬Nei mesi scorsi la polizia è scesa in piazza,‭ ‬reclamando e in parte ottenendo,‭ ‬maggiori garanzie di impunità.‭
‬Le botte e le umiliazioni servono a mantenere l’ordine materiale e simbolico della Republique,‭ ‬un ordine nel quale,‭ ‬chi viene da un passato coloniale deve saper restare al proprio posto.
La violenza poliziesca,‭ ‬le umiliazioni sono normali.‭ ‬A volte durante i controlli ci scappa anche il morto.‭ ‬La lista è troppo lunga per ridurli a errori,‭ ‬a eccessi casuali.‭
‬I ragazzi delle periferie lo sanno bene.‭
‬L’ultimo morto risale allo scorso‭ ‬19‭ ‬luglio.‭ ‬ Adama aveva‭ ‬24‭ ‬anni e nel commissariato a Beaumont-sur-Oise c’era entrato vivo.‭ ‬Ne è uscito in un sacco nero.‭ ‬Adama scappava da un controllo di polizia,‭ ‬come scappavano Zyed e Bouna,‭ ‬i due ragazzini di‭ ‬17‭ ‬e‭ ‬15‭ ‬anni,‭ ‬morti fulminati in una centralina elettrica nel‭ ‬2005,‭ ‬a Clichy sous Bois.‭ ‬Fu l’innesco della rivolta delle banlieaue.
Il perdurare dello stato di emergenza,‭ ‬proclamato dopo gli attentati del novembre‭ ‬2015,‭ ‬le irrisolte tensioni sociali emerse nei cinque mesi di lotta contro la lois travail,‭ ‬il ribollire delle periferie sono gli ingredienti di uno scenario complesso,‭ ‬di cui è difficile prevedere gli sviluppi.
Sul piano politico,‭ ‬gli accenni di sommossa che emergono dalle periferie,‭ ‬vengono cavalcati dal Front National,‭ ‬che,‭ ‬in testa Marine Le Pen,‭ ‬si prepara alla battaglia per l’Eliseo.‭
‬La Francia è attraversata da linee di cesura politiche e sociali molto nette.
Ascolta la diretta dell’info di Blackout con Gianni Carrozza di radio Frequence Plurielle di Parigi.‭
http://radioblackout.org/2017/02/parigi-la-violenza-della-polizia-la-sommossa-di-bobigny/‭ ‬
tratto da
www.anarresinfo.noblogs.org


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