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Livorno: comunicati e iniziative

Livorno: comunicati e iniziative

STRAGE DI LAVORATOR* SFRUTTAT*. BASTA.

Appena pochi giorni fa, nel tardo pomeriggio del 24 giugno, a Tuturano, nella piana del brindisino Camara Fantamadi, un operaio agricolo maliano di 27 anni è stato stroncato da un malore. Immediatamente i media hanno parlato di un malore dovuto al caldo insostenibile di quei giorni e, in generale dell’estate in questa zona del Mediterraneo. Sappiamo che è una mezza verità. Camara è morto di sfruttamento. Si è accasciato alla fine di un turno ininterrotto di 4 ore sotto un sole cocente, in una frazione che raggiungeva in bicicletta da La Rosa di Brindisi, dove era ospite dal fratello.

All’indomani della sua morte, il Comune di Nardò ha rinnovato la già esistente ordinanza, che vieta il lavoro agricolo nelle ore più calde (dalle 12:30 alle 16) e molte realtà sindacali di base stanno facendo campagne affinché questa misura preventiva sia estesa anche alle altre zone dove si raggiungono temperature che mettono a repentaglio la salute e la vita.

Sono misure di contenimento minime, ma non sufficienti a risolvere una situazione di sfruttamento generalizzato e capillare.

Questo perché questi provvedimenti vanno a aggiungersi alla già esistente legge sul caporalato, criticata già dalle stesse organizzazioni sindacali e di braccianti, sappiamo benissimo quindi che esistono ampie zone di lavoro del tutto sottratte alla possibilità di contrattualizzazione in chiaro. Nessun lavorator* sfruttat* attraverso questi canali avrà mai la possibilità di avvalersi di questi strumenti senza incorrere nel licenziamento o, peggio, in pesanti ritorsioni.

Non è un problema circoscritto solo al sud dell’Italia, ma riguarda tutto il suolo nazionale; anche nelle toscane Val di Cornia e Chianti senese, emersero situazioni di sfruttamento e caporalato, già riconosciute e condannate dalla magistratura negli ultimi anni.

Un report del ragusano e numerose interviste ai lavorator* di quelle zone raccontano di giornate lavorative che superano le 10-12 ore al minimo sindacale di appena 6€/h, di pause troppo corte, un paio d’ore tra le 12:00 e le 14:00, di temperature sopra i 40°C, che nelle serre raggiungono i 50°C, di abbassamenti di pressione e svenimenti frequenti senza che venga dato il tempo necessario di recuperare.

Inoltre i presidi sanitari sono lontani dai luoghi di lavoro e non facilmente raggiungibili, si lavora in zone dove l’approvvigionamento idrico è scarso e spesso malsano, i braccianti sono costrett* a bere acqua dei pozzi inquinati e spesso incorrono in infezioni batteriche con il risultato che si disidratano ulteriormente.

Molte delle condizioni sopraelencate mettono un* lavorator* a rischio anche in un orario diverso.

A tutto questo solo la mobilitazione diretta e il protagonismo di questi lavorator* sfruttat* che negli ultimi anni è sempre più forte può dare delle risposte e delle soluzioni, fermare la strage che sta avvenendo quotidianamente sui luoghi di lavoro – ricordiamo anche Antonio Valente, 35 anni, morto in quei giorni a Galatina mentre distribuiva volantini sotto il sole – e mettere fine allo sfruttamento.

Collettivo Anarchico Libertario

collettivoanarchico@hotmail.it

collettivoanarchico.noblogs.org

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Anche Livorno dimostra di essere tristemente “al passo con i tempi”.

Nel 2018 Francesca oggi Ginetta

Il femminicidio non è un fatto d’eccezione o di emergenza ma è l’estrema conseguenza della cultura sessista e maschilista che lo alimenta e lo giustifica.

In questo caso si cerca il marito marocchino ma la nazionalità degli assassini, a scapito della più superficiale propaganda xenofoba, nei casi di femminicidio risulta per il 92% italiana e nella maggior parte dei casi le violenze sono consumate all’interno dell’ambiente domestico.

Questa donna era seguita dai servizi sociali e in moltissimi altri casi i femminicidi sono preceduti da denunce.

Tutto ciò non fa che sottolineare quanto la macchina burocratica non sia in grado di fornire alle donne la protezione e la giustizia che richiedono.

Come mai le violenze e le morti continuano ad aumentare?

In realtà IL FEMMINICIDIO E’ SOLO LA PUNTA DELL’ICEBERG DI UN FENOMENO ASSAI PIU’ PROFONDO E RADICATO.

La violenza è sistemica, cioè le sue forme di espressione sono molteplici e trasversali e toccano tutti gli ambiti delle nostre vite: la sfera familiare e delle relazioni, quella economica, quella politica e istituzionale, quella sociale e culturale.

Le istituzioni continuano a considerare la violenza di genere un fatto privato e al tempo stesso la utilizzano, in modo strumentale e retorico, per costruire, di volta in volta, un nemico esterno (il degrado, il migrante…) per legittimare politiche razziste e securitarie.

La natura socio-culturale del fenomeno è molto profonda, perché non è un caso che a essere colpite siano principalmente le donne che lavorano, che cercano di raggiungere l’indipendenza, l’autonomia e la libertà, le donne che dicono NO.

Spesso gli uomini non riescono ad accettare che a porre fine a una relazione sia proprio la donna, considerata come una proprietà, né riescono a capacitarsi che questa faccia altre scelte e mettono in atto comportamenti violenti.

Noi non ci fermeremo finché non saremo libere dalla violenza maschile e di genere in tutte le sue forme.

Non Una Di Meno Livorno

4 luglio 2021

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COMUNICATO STAMPA- soluzioni immediate per l’edilizia scolastica

La Federazione Anarchica Livornese esprime il proprio sostegno alla lotta di student* e lavorator* del Liceo Enriques che giustamente pretendono soluzioni adeguate e sicure per risolvere il problema della mancanza di aule. La protesta in atto contro la nuova succursale in Via Filzi porta di nuovo alla luce le gravi mancanze dell’edilizia scolastica in città, di cui il Liceo Enriques è solo l’esempio attualmente più eclatante,, mostra le responsabilità delle amministrazioni provinciale e comunale che, garantendo gli interessi della rendita e dei proprietari, non solo non provvedono a proporre nuovi spazi adeguati, ma negli ultimi decenni hanno eroso il patrimonio di edilizia scolastica esistente. Questo quadro locale si inserisce in una situazione disastrosa a livello nazionale, che la pandemia ha solo reso più evidente. Sosteniamo la lotta di student* e lavorator* del Liceo Enriques, perché sia trovata una soluzione idonea al problema delle aule, sosteniamo una ripresa della mobilitazione nelle scuole nei prossimi mesi, perché possano avere direttamente voce in capitolo coloro che a scuola studiano e lavorano.

Federazione Anarchica Livornese

1 luglio 2021

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