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Astensionismo e democrazia di carta

Astensionismo e democrazia di carta

Protesta del cosiddetto "Movimento dei forconi", traghettamento dei tir dalla Calabria alla Sicilia e' bloccato, Villa San Giovanni, 13 luglio 2012 FOTO ANSA/FRANCO CUFARINel gran parlare di Brexit,‭ ‬forse può essere utile rilevare qualche dato seminascosto.
Nel Regno Unito,‭ ‬su una popolazione complessiva di oltre‭ ‬64‭ ‬milioni,‭ ‬gli aventi diritto al voto erano circa‭ ‬50‭ ‬milioni,‭ ‬ma di questi quelli iscritti nei registri elettorali ammontavano a‭ ‬46,5‭ ‬milioni.‭ ‬I votanti sono complessivamente risultati‭ ‬33.577.342‭; ‬gli astenuti‭ ‬12.923.225‭ (‬27,2%‭)‬,‭ ‬mentre le schede bianche/nulle appena‭ ‬26.033‭ (‬0,08%‭)‬.
Appare quindi arduo sostenere che la maggioranza della popolazione britannica sia effettivamente favorevole all’uscita dalla Unione Europea,‭ ‬dato che oltre ad i contrari,‭ ‬andrebbero considerati i circa‭ ‬13‭ ‬milioni di astensioni e i‭ ‬3‭ ‬milioni e mezzo di coloro che non si sono nemmeno iscritti alle liste elettorali.
D’altronde non è certo una novità scoprire l’essenza antidemocratica del sistema democratico.
Questa larga percentuale di rifiuto del referendum appare quindi quella forse più meritevole d’interesse politico,‭ ‬almeno per quanti si pongono su un piano di critica radicale al dominio del capitale.
I votanti pro o contro la Brexit hanno espresso opzioni apparentemente diverse,‭ ‬ma sostanzialmente tutte nazionaliste,‭ ‬con grande sventolio di Union Jack da entrambe le parti‭; ‬tanto è vero che molti votanti Leave si sono rapidamente pentiti preoccupati per le possibili conseguenze negative sull’unità nazionale della Gran Bretagna.
Sicuramente il nazionalismo xenofobo di Ukip è diverso da quello europeista dei socialdemocratici di Corbyn,‭ ‬ma rimane fuori discussione la fedeltà alla bandiera,‭ ‬alla corona e soprattutto all’immutato colonialismo.
Per questo,‭ ‬sconcertano certe tifoserie ed entusiasmi‭ “‬antagonisti‭” ‬che vedono nella Brexit una vittoria del tanto peggio o una rivalsa proletaria,‭ ‬sottovalutando peraltro che il primo effetto sarà un rafforzamento dell’asse imperialista Usa-Gb e,‭ ‬quindi,‭ ‬del FMI.
Da internazionalisti,‭ ‬invece,‭ ‬guardiamo sempre con avversione e timore quando le classi sfruttate innalzano le bandiere nazionali‭ (‬o sovranazionali‭)‬,‭ ‬perpetuando la solita logica dello scontro tra poteri economici e statuali ugualmente liberticidi,‭ ‬razzisti e antipopolari.
Ci rassicura però la robusta percentuale di diserzioni.‭ ‬Se l’unica uscita sensata è dal capitalismo,‭ ‬il voto è il contrario dell’insorgenza.
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