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Primavera antiproibizionista

Primavera antiproibizionista

logo-campagna-erbaQuest’anno la novità dell’inverno proibizionista sono stati i carabinieri sugli sci che perlustravano le piste del Trentino e delle Alpi Lombarde alla ricerca di pericolosissimi fumatori di canne sulla neve. L’unico risultato dell’operazione, che ha interessato decine di località sciistiche, è stato il ritrovamento di qualche joint già rollato e di un paio di pacchetti di cartine lunghe abbandonati da qualche sciatore impaurito dalla vista degli sbirri, per il resto è servita solo a far sciare gratis a spese dello Stato qualche decina di caramba. D’altra parte, la “guerra alla droga” è prima di tutto un grosso business non solo perché le leggi contro gli stupefacenti consentono di accrescere enormemente i prezzi di sostanze che hanno dei costi di produzione bassi, ma anche perché, come puntualmente ricorda il medico antiproibizionista (e più volte imprigionato per le sue ricerche sulla cannabis) Fabrizio Cinquini, oltre ai guadagni delle mafie, ci sono da mettere sul conto anche quelli dei professionisti “dell’anti-droga” che grazie al proibizionismo divorano valanghe di soldi pubblici, a partire dalle forze di polizia per finire cogli assistenti sociali, i tenutari delle comunità di recupero, i burocrati della Motorizzazione Civile che perseguitano per decenni chi ha avuto la sfiga di farsi beccare al volante con una canna. E’ un sistema marcio e crudele, che continua a produrre soltanto repressione e dolore e a volte anche tragedie (com’è successo a Lavagna, dove un ragazzo di 17 anni fermato dalla Finanza per essere stato a scuola con un po’ di hashish, si è suicidato dopo aver scoperto di esser stato denunciato dalla propria stessa madre), ma che prosegue implacabile nella sua insensata insensata coazione a ripetere. I tempi, però, stanno cambiando e, mentre sui media mainstream si moltiplicano le dichiarazioni dei vip a favore della legalizzazione, questa primavera stando tornando sulle strade anche i movimenti antiproibizionisti, con una serie di mobilitazioni diffuse come non se ne vedevano da qualche anno. Alcuni di questi eventi sono organizzati da realtà commerciali come quelle dei canapai e dei growshops che scommettono sul futuro della cannabis legale: è il caso del 420 Hemp Festival che si è tenuto a Milano, dove più di 5mila persone si sono ritrovate negli ultrafighetti Lambretta Studios a celebrare il 20 aprile, che fino ad un paio d’anni fa’ era la giornata mondiale della marijuana soltanto per gli americani, e della futura Fuma Parei!, una manifestazione che si svolgerà il 20 maggio tra le strade di Torino e che è stata organizzata dai canapai piemontesi col supporto dell’Arci cittadino. Altre manifestazioni sono invece caratterizzati da un’impostazione più militante e consapevole. Sabato 29 aprile migliaia di persone sono scese in piazza a Torino per la Cannabis Parade, che dopo un giro della città con numerosi interventi di controinformazione si è conclusa al Parco della Pellerina, con una lunghissima notte di musica elettronica. La manifestazione era organizzata dal Network Nazionale Antiproibizionista Fine del Mondo Proibizionista, che raggruppa l’ala più libertaria del movimento e a cui fa riferimento anche l’Osservatorio Antipro di Pisa ed era stato convocato con un documento che metteva l’accento, tra l’altro, su uno dei peggiori danni delle War On Drugs, la diffusione dell’ignoranza che moltiplica i danni delle droghe. “L’oscurantismo paternalista che considera istigazione al consumo anche solo parlare di sostanze ai più giovani è qualcosa che va superato al più presto, così come è necessario recuperare quella cultura in grado di proteggere chi ne fa uso senza la quale le droghe diventano merci da vendere al prezzo migliore ed in tutto il mondo: solamente la riappropriazione della coltivazione delle piante psicotrope da cui le droghe si ricavano e dei saperi ad esse legate, e la diffusione massiccia di pratiche come l’analisi delle sostanze, possono rovinare gli sporchi affari delle narcomafie che prosperano grazie al regime proibizionista”. Sabato 20 maggio saranno le strade di Pisa ad essere attraversate dalla diciassetttesima edizione della street parade antiproibizionista Canapisa che dal 2001 torna puntuale a fine maggio a portare sulle rive dell’Arno reggae, techno e controinformazione. La stagione antiproibizionista, però, non finisce qui e sabato 27 maggio ci sarà per la prima volta una street parade antiproibizionista organizzata da un collettivo locale di artisti e attivisti sociali, mentre nello stesso giorno si terrà in tutto il mondo la diciassettsima Million Marijuna March convocata anche in Italia a Roma con partenza alle 14 da Piazza della Repubblica. Una vera primavera antiproibizionista…
robertino


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