Che la legge non è uguale per tutti lo si sapeva da tempo: esenzioni, deroghe, scudi fiscali e legali hanno formalizzato la sostanziale differenza di trattamento per chi si trova di fronte a un giudice. Ultimamente alcuni fatti collegati al corridoio meridionale del gas che interessa l’Italia con i suoi ultimi due tratti comprovano che anche formalmente la legge varia a seconda di chi ne è soggetto. Ad esempio, il processo a Lecce contro la società TAP accusata di devastazione ambientale a Malendugno. La TAP ha negato persino le emissioni di metano, forte del fatto che la legge non prevede che elementi terzi siano responsabili dei controlli che sono affidati alle ditte, ma le giornaliste Vittoria Torsello e Teresa Di Mauro munite di termotelecamere si sono recate al terminale di TAP, dove si collega con la rete SNAM, a Melendugno, e hanno osservato le perdite di metano in corso da due sfiatatoi della TAP e da uno della SNAM. Tali perdite erano già state osservate nel 2021, oltre che nelle ultime osservazioni del 2024. Nonostante questo, sia la TAP che la SNAM negano le fuoriuscite di gas dai loro impianti. Sempre riguardo il corridoio meridionale del gas, le norme per la valutazione di impatto ambientale (VIA) in Italia non sono rispettate: a Melendugno lo sfiatatoio di SNAM non è stato nemmeno dichiarato nella VIA! Da notare che il metano è un gas 80 volte più clima-alterante dell’anidride carbonica e prima di essere filtrato è ricco di mercurio, arsenico, metalli pesanti e altre sostanze tossiche. Non è per nulla pulito! Ciò nonostante è stato proposto il raddoppio della linea TAP.
Vittoria Torsello e Teresa Di Mauro sostengono che c’è una forte opera di lobbying per fare passare il metano come una fonte energetica pulita. Di sicuro gli ultimi governi italiani, compreso l’attuale governo Meloni, sono stati sempre vicini al governo azero. L’Azerbajan è in conflitto con l’Armenia e ha praticato la pulizia etnica nei confronti degli armeni residenti da secoli in Azerbaijan. A parte questi risvolti internazionali, il corridoio meridionale del gas in Italia gode di particolari trattamenti di favore, come avviene a Sulmona, dove si sta realizzando la centrale di compressione e spinta, vero cuore pulsante della Rete Adriatica SNAM, ultimo tratto del corridoio meridionale del gas. Questi lavori stanno portando alla luce insediamenti preromani e strade romane. Varie associazioni ambientaliste, tra cui i comitati per la difesa dell’ambiente di Sulmona, hanno chiesto al Comune di Sulmona, alla Regione Abruzzo e alla Soprintendenza ai beni archeologici di Sulmona di visionare il progetto di questo cantiere. Nessuno di questi enti ha la disponibilità del progetto di questo cantiere! L’elenco delle inosservanze statali alla tanto acclamata legalità non è finito: la Rete Adriatica SNAM è stata artatamente divisa in sei spezzoni e ognuno di essi è stato oggetto di una specifica VIA; anche il progetto della centrale di compressione e spinta di Sulmona ha una propria VIA, senza tenere conto che in realtà è un unico progetto, è un’unica opera e pertanto ci dovrebbe essere un’unica Valutazione di Impatto Ambientale. Ancora: il governo Draghi quando autorizzò i due tratti Sulmona Foligno e Foligno Sestino diede precise prescrizioni: rispetto dei beni archeologici (a Sulmona si vede bene come essi vengono rispettati), rispetto delle falde di acqua ed evitare faglie sismicamente attive. Tutto il percorso previsto per la Rete Adriatica SNAM attraversa faglie sismicamente attive, come a Sulmona, dove c’è la faglia di Monte Morrone, la faglia più attiva d’Europa, poi passa accanto alla città dell’Aquila, sconvolta dal terremoto del 2009 con 35 morti, e a Foligno, dove il Megasdotto passerebbe per la località di Plestia, altro importante sito archeologico, con una faglia sismica che causò lo sciame sismico del 1997/98, con numerosi danni e 11 morti. Ricordiamo che tra le prescrizioni del governo Draghi c’era quella di evitare le faglie attive! Doglioni due anni fa, quando era direttore dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, dichiarò che ci volevano almeno altri tre anni per finire di esaminare tutto il previsto tracciato e dunque che si sarebbe dovuto aspettare almeno un altro anno prima di decidere, ma la SNAM è andata un bel pezzo avanti senza aspettare l’esito delle indagini affidate dal governo all’INGV. In contemporanea e nonostante siano state documentate le perdite di gas metano a Melendugno, nonostante sia stata prosciugata una falda di acqua a Melendugno e sia stata fatta l’estirpazione di olivi secolari dai terreni dove erano coltivati, il giudice del Tribunale di Lecce ha assolto i vertici di TAP dalle accuse di devastazione ambientale. La legge italiana assolve i padroni il 12.05.2025! Quasi un mese prima sei attivisti NO SNAM sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Sulmona per aver violato il divieto del Questore di L’Aquila, Fabrizio Mancini, il 17 aprile scorso, in occasione del presidio davanti al cantiere della centrale SNAM in costruzione in località Case Pente.
I sei attivisti sono: Mario Pizzola, Daniela Frittella, Lorenzo Pagliaro, Alba Silvani, Emilio Secchiatti e Giorgia Vitullo. Il Questore aveva emanato un decreto con il quale disponeva che il presidio si sarebbe dovuto svolgere lontano dall’entrata del cantiere; ciò al fine di “non intralciare il traffico dei mezzi di cantiere” e “non arrecare disturbo ai lavoratori”. Il decreto specificava che, in caso di violazione, i trasgressori sarebbero incorsi in responsabilità penali in base all’art.18 delle Leggi di Polizia del 1931 che, nel caso specifico, prevedono il carcere fino ad un anno.
Gli ambientalisti, a fronte del divieto, avevano deciso di effettuare ugualmente l’azione di protesta, definita di “obbedienza civile nonviolenta” per evidenziare che, se la legge è uguale per tutti, questo deve valere anche per la SNAM che invece ha violato il Decreto VIA del 7 marzo 2011 il quale, come condizione fondamentale per l’apertura del cantiere, stabilisce l’adempimento di numerose prescrizioni ante operam. Ciò non è avvenuto. Inoltre, la SNAM continua i lavori nonostante che l’autorizzazione a costruire sia decaduta. Sono due anni che è stato presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Sulmona ma nessun provvedimento è stato adottato fino ad oggi. Sempre la SNAM con le sue ruspe ha distrutto importanti testimonianze, come le tracce di un villaggio esistente a Case Pente 4200 anni fa, in età protostorica. Altra illegalità compiuta dalla multinazionale del gas è quella dell’abbattimento di 317 alberi di ulivo che invece, in base alla normativa vigente, andavano espiantati e ricollocati.
È una coincidenza che SNAM e TAP abbiano libertà di azione e possano ignorare le leggi mentre chi le contesta viene denunciato con il ricorso a leggi emanate in pieno regime fascista?
Circolo anarchico umbro Sana Utopia