Le proteste di massa che hanno precorso la Russia negli anni 2011-12 sono state sedate dal regime poliziesco di Putin, che iniziò a reprimere apertamente i militanti dei movimenti sociali e politici, anarchici e antifascisti compresi. Negli ultimi 5 anni, in Russia, molti attivisti sono stati condannati a pene detentive.
Facciamo appello ai compagni di tutto il mondo affinché dimostrino la loro solidarietà agli anarchici e antifascisti russi, prigionieri dello stato di polizia di Putin, affinché si riesca a diffondere quanto più possibile questa campagna di solidarietà, anche organizzando ove è possibile delle iniziative per informare, dove si potrebbero scrivere delle lettere ai detenuti, od organizzare una raccolta fondi, un’azione di protesta davanti all’ambasciata russa del vostro paese, o una qualsialtra azione di solidarieta, il limite sta solo nella vostra fantasia.
Di seguito daremo una breve descrizione della repressione che ha come bersaglio gli anarchici e gli antifascisti.
Dmitry Buchenkov
Noto antifascista e anarchico Dmitry Buchenkov, docente di scienze politiche, è stato arrestato a Mosca nel Dicembre 2015. Era sospettato di aver partecipato alla rivolta del 6 maggio 2012. Per quell’azione di protesta contro le politiche di Putin sono state arrestate più di quattrocento persone. Dmitry non era a Mosca quel giorno, era a Nizhny Novgorod, a piu di trecento chilometri dalla capitale.
Dmitry è da lungo tempo attivo nel movimento anarchico e antifascista, ed ha contribuito a farli crescere. I compagni e gli amici di Dmitry sono sicuri che il suo arresto sia legato alla sua militanza politica e alla sua posizione di spicco in questi movimenti che si stavano radicando in Russia.
Dmitry Buchenkov, ha 36 anni, docente di storia e scienze politiche, con un dottorato di ricerca in scienze politiche, professore associato, lavorava come vice presidente del dipartimento di storia della medicina e scienze socio-umanitarie presso l’università statale Pirogov a Mosca. Prima del 2008 aveva lavorato per cinque anni come professore associato nel dipartimento di filosofia dell’ università statale pedagogica del Volga. (Nizhny Novgorod), dove fu licenziato per il suo impegno politico e per questo fu costretto a trasferirsi a Mosca.
Giunto a Mosca Dmitry entrò a far parte della sede cellula locale di Azione Autonoma, di cui era membro già dal 2002. Ecco come descrive l’idea politica in un libro intitolato “Gli anarchici in Russia alla fine del XX secolo” pubblicato nel 2009, “i valori fondamentali e la visione del mondo degli anarchici (autogestione, autorganizzazione, anticapitalismo) sono tutt’oggi ancora validi”. Anche se nel 2003 l’organizzazione Azione Autonoma di sciolse, egli non cessò mai la sua attività politica.
Dmitry ha partecipato all’organizzazione e ha dato vita al movimento anarchico e antifascista di Mosca. Ha organizzato numerosi presidi antifascisti e molti eventi culturali. Ha preso parte alla costituzione di un centro antifascista chiamato “progetto V”, dove gli antifascisti e gli anarchici tenevano i loro eventi, si incontravano, e preparavano le loro azioni. Sia la polizia che i servizi segreti hanno tentato più di una volta di attaccare fisicamente Dmitry per le sue lotte e la sua attività politica. Nel 2015 alcuni “ignoti”, probabilmente poliziotti o agenti dei servizi, lo hanno massacrato, era coperto di sangue e aveva riportato una commozione celebrale, non è mai riuscito a ricordare cosa fosse successo.
Dmitry voleva organizzare un forum per tutti gli anarchici e antifascisti russi da tenersi nella prima parte del 2016 dal titolo “Autogestione e comunismo libertario”. Ma il regime autoritario di Putin lo ha arrestato.
Gruppo di solidarietà per Dmitry Buchenkov:
https://www.facebook.com/freebuchenkov/
Indirizzo 125130, Moscow, 20 Vyborgskaya Str., SIZO “Vodnik”, Dmitry E. Buchenkov, (data di nascita: 22/08/1978)
Alexei Gaskarov
Conosciuto come antifascista e anarchico. Ha organizzato e partecipato a molte conferenze di anarchici e attivisti di sinistra. È stato arrestato il 3 agosto 2010 per il “caso Khmiki”, ovvero dopo che, il 28 luglio 2010, c’era stato un attacco incendiario all’edificio governativo a Khimki. Nella città era stata organizzata una protesta ambientalista contro la deforestazione e l’abbattimento di numerosi alberi all’interno di una riserva naturale per costruire un’autostrada. Il 15 ottobre 2010 la cote decise di rigettare l’ordine di arresto e il 24 giugno 2011 la corte municipale di Khimki lo dichiarò non colpevole. Il 6 maggio del 2012 è stato pestato dalla polizia, in piazza Bolotnaya (a Mosca) durante una protesta, successivamente egli depositò una petizione contro l’abuso di potere della polizia e l’uso della violenza e delle armi antisommossa per sedare le proteste politiche.
Il 28 aprile 2013, gli è stato notificato l’ordine di arresto, effettuato il giorno dopo, con l’accusa di essere a capo di un gruppo di persone che hanno partecipato alle sommosse apparentemente avvenute in piazza Bolotnaya e di violenza contro pubblico ufficiale. Più tardi l’accusa incluse la presunta aggressione da parte di Gaskarov di due poliziotti: secondo il rapporto degli investigatori, Gaskarov si è aggrappato ad una spalla di un militare della sicurezza interna per poi afferrare la gamba di Igor Ibatulin, un poliziotto delle squadre antisommossa. La versione finale dell’accusa menziona anche la sua partecipazione ai riots di piazza Bolotnaya. Il 18 agosto 2014 la corte lo ha giudicato colpevole condannandolo a tre anni e mezzo di colonia penale.
Molti attivisti politici vedono l’incarcerazione di Gaskarov come una vendetta politica per il suo lungo impegno politico da parte della polizia e in particolare del cosiddetto “Centro per la lotta contro l’estremismo”. Sito web i. Supporto a Gaskarov – Gaskarov.info
Indirizzo per la corrispondenza: Gaskarov — 301654, Russia, Tula Oblast, Novomoskovsk, 27 Centralnaya Str., IK-6 UFSIN, detachment 5, Alexei V. Gaskarov, (data di nascita: 18/06/1985)
Alexei Sutuga
Ben noto antifascista e anarchico appartenente a Azione Autonomo. Accusato di essere un hooligan e di aver picchiato un nazionalista in una rissa. È stato condannato a tre anni e un mese di colonia penale.
Sutuga è stato arrestato nell’aprile del 2014 dalla polizia politica del “Centro per la lotta contro l’estremismo” dopo una iniziativa antifascista. Durante l’interrogatorio gli è stato chiesto del suo viaggio al Maidan (la protesta avvenuta a Kyiv nel 2014). Alexei è stato accusato di aver partecipato a una rissa il 2 gennaio 2014, nel bar “Sbarro”, dove ha colpito alcuni avventori con calci, una sedia e un martello autocostruito.
Lo stesso Sutuga aveva cercato di calmare le persone che si stavano azzuffando – la rissa era tra Neonazisti e alcuni giovani. Il 1 ottobre è stato condannato a tre anni e un mese di Colonia penale. Il 17 dicembre la corte d’appello ha confermato la sentenza.
Il 17 marzo 2015, mentre era nella prigione Irkutsk in custodia cautelare, da dove sarebbe dovuto essere trasferito in una colonia penale, Sutuga iniziò uno sciopero della fame e della sete per le pressioni subite durante la custodia; gli fu offerto di rimanere lì anziché andare nella colonia. Dopo il suo rifiuto gli requisirono le sue lettere e i suoi libri. Quando la notizia dello sciopero della fame trapelò fuori dalle mura del carcere, venne trasferito alla Colonia penale. , sono entrato in possesso di sue lettere e libri. Allora smise lo sciopero. Nella colonia Sutuga è stato sottoposto a isolamento. Egli è costantemente messo sotto pressione da parte dell’amministrazione di prigione.
Le lettere possono essere inviate al seguente indirizzo: 665809 Irkutsk Oblast, Angarsk, First Industrial Cluster, quarter 47, building 6, IK No.2, Alexei V. Sutuga, nato nel 1986 (potete inviare solo raccomandate o tramite corriere) oppure potete scrivere tramite il sito internet Rosuznik.
Ilya Romanov
Il 6 agosto del 2015, la corte del distretto militare di Mosca ha condannato Ilya Romanov, anarchico di Nizhny Novgorod a dieci anni di carcere di massima sicurezza, poi diventati nove. La corte ha ignorato tutte le argomentazioni portate dalla difesa.
Romanov è stato ferito dall’esplosione di un petardo autocostruito nell’ottobre 2013, ma da sfortunato sperimentatore è stato etichettato come “terrorista”. A parte quel petardo nel suo caso è stata utilizzata anche un’ “intervista” che aveva fornito nel dicembre del 2012 in un sobborgo di Donetsk. Entrambi i “crimini” erano provati solo parzialmente: Ilya Romanov è accusato di aver cercato di minacciare la popolazione locale e le autorità di Nizhny Novgorod per salvare il parco di Kulibinsky dall’abbattimento degli alberi, ma non ci riuscì perché la bomba esplose durante un test. Si presume anche in modo pretestuoso che abbia tentato di diffondere il terrorismo attraverso i media ucraini, vale a dire «Radio RKAS – Libertaire», ma non è riuscito nell’impresa. Sembra che non si tratti di una stazione radio, ma piuttosto un blog su internet. La stessa intervista infine è solo un registrazione su un dittafono fatta ad una festa dopo il suo rilascio dalla prigione.
Romanov, la cui famiglia è composta dai genitori in pensione e da una figlia adolescente è il più povero di tutti i detenuti. La sua famiglia difficilmente riesce a portargli dei pacchi saltuariamente, mentre Romanov deve anche pagare un avvocato che lavora su due denunce dell’autorità di vigilanza.
Per la corrispondenza: 431130, Republic of Mordovia, Zubovo-Polyansky region, Lepley, FKU IK-22, Ilya E. Romanov. (nato il 03/07/1967)
Alexander Kolchenko
Il 25 agosto 2015, la corte militare di Rostov sul Don ha emesso una crudele sentenza contro il regista ukraini Oleg Sentzov e l’antifascista e anarchico Alexander Kolchenko, originario della Crimea. Gli investigatori li hanno etichettati come “terroristi” – secondo quanto riportato Sentzov su ordine del “Settore Destro” di Kiev (bandito in Russia) ha costituito un “gruppo terrorista” a Sinferopoli con l’obbiettivo di riportare la Crimea in territorio ukraino.
Si presume che Kolchenko faccia parte del gruppo. I “terroristi” hanno incendiato l’entrata dell’ufficio della “Comunità russa in Crimea” è una finestra della sede locale di “Russia Unita” (il partito al potere in Russia). Durante il processo, Gennady Afanasiyev – uno sei testimoni su cui è basato il castello accusatorio – ha confessato che la sua testimonianza era semplicemente inventata, estorta dopo le torture. Afanasiyev ha conseguito sette anni di prigione nel caso “Terroristi della Crimea”. Oleg Sentzov ha avuto una condanna di vent’anni e Alexander Kolchenko è stato condannato a dieci anni per aver dato fuoco ad una porta e ad una finestra.
Indirizzo per la corrispondenza: 456612, Chelyabinsk Oblast, Kopeisk, 20 Kemerovskaya Str., IK-6, detachment 4, Alexander A. Kolchenko, nato nel 1989
Elizaveta Tsvetkova
Il 31 maggio del 2016 Il giudice Georgy Serebryanikov del tribunale della città di Taganrog ha condannato la trentunenne Elizaveta Tsvetkova ad un anno di lavoro correttivo per aver diffusi opuscoli che criticavano la polizia. Come pubblicato sulla pagina web del tribunale, il verdetto stabilisce che Tsvetkova sarà costretta ad accettare un lavoro imposto e a dare per un anno il quindici per cento del suo stipendio allo stato. L’attivista inoltre dovrà pagare 6000 rubli per le spese processuali.
Serebrjanykov ha giudicato l’imputata colpevole secondo l’articolo 281.2 del codice penale (incitamento all’odio o all’inimicizia verso il gruppo sociale “agenti di polizia”), che prevede una pena massima di quattro anni in una colonia penale.
Nell’arringa finale avvenuta il 16 maggio, il vice capo procuratore di Taganrog Vadim Dikaryov ha chiesto che Tsetkova venisse condannata a un anno di lavori forzati. Serebrjanykov, quindi, ha imposto una pena più leggera rispetto a quanto richiesto dal pubblico ministero.
La militante si è dichiarata non colpevole. Durante la sua dichiarazione finale, avvenuta il 27 maggio, ha tenuto a precisare che lei aveva protestato per le azioni illegali compiute dai funzionari di polizia. Ha ricordato al giudice Serebryanikov i crimini commessi dai poliziotti di alto grado, compreso il caso del maggiore Denis Yevsyukov e della stazione di polizia di Dalny a Kazan.
L’avvocato Yuri Chupilkin ha anche chiesto alla Corte di assolvere la sua cliente. Inizialmente, la lettura del verdetto era stata prevista per il 30 maggio. Ciononostante, un’ora prima dell’udienza, l’attivista è stato chiamata e informato che sarebbe stata posticipata. I motivi del ritardo non sono stati spiegati all’imputata.
Non è chiaro se Tsvetkova sia ricorsa in appello.
Gli atti del giudizio sono stati depositati nel gennaio 2015. Secondo gli investigatori, Tsvetkova ha scaricato un volantino contro la polizia dal social network Vkontakte, lo ha stampato fuori e il giorno prima della Giornata della Polizia, nel novembre 2014, lo ha attacchinato alle fermate dei mezzi pubblici e sui lampioni..
L’indagine è stata completata nell’agosto 2015. Nel mese di settembre, il sostituto procuratore della città di Taganrog ha rilevato numerose violazioni nell’inchiesta, per questo si è rifiutato di confermare l’accusa e ha inviato la causa al comitato investigativo russo. L’accusa è stata confermata per la seconda volta, nel mese di novembre.
Gli investigatori hanno ignorato uno studio di sociologia forense, effettuato dal professor Vladimir Kozyrkov dell’Università di Nizhny Novgorod, in cui il professore Kozyrkov ha respinto il presupposto che gli ufficiali di polizia costituiscono un gruppo sociale.
Alle udienze preliminari del mese di dicembre, Chupilkin ha cercato di smontate un serie di prove i indiziarie basate, in particolare, sugli studi condotti dal Ministero dell’interno regionale. Il Giudice Serebryanikov, tuttavia, ha rigettato le ragioni della difesa.
L’udienza vera e propria è iniziata il 15 gennaio 2016. Nel corso dell’audizione del 20 aprile, Viktor Chernous, un professore di sociologia presso l’Università federale del Sud a Rostov sul Don, citato in giudizio come testimone esperto, ha testimoniato che gli agenti di polizia non erano un gruppo sociale, e di conseguenza non c’era stato nulla di penalmente rilevante nelle azioni imputate alla convenuta.
A sua volta, Elizaveta Koltunova, professore associato di linguistica presso l’Università di Nizhny Novgorod, anch’essa citata in giudizio come testimone esperto, ha fatto rilevare che non si poteva trovare nulla di estremista nel volantino che aveva portato alle accuse contro Tsvetkova.
Il Rosfinmonitoring ha incluso Tsvetkova nella sua lista di terroristi ed estremisti ed ha bloccato il suo conto in banca.
Campagna di raccolta fondi della Croce Nera Anarchica – Mosca
I soldi servono per supportare i nostri compagni nei campi di lavoro forzato e nelle prigioni. La Croce Nera Anarchica fa appello perché tutti manifestino la propria solidarietà, aiutino e nel possibile finanzino la Croce Nera Anarchica di Mosca.
Per qualsiasi informazione e per le sottoscrizioni scrivete a avtonom46@gmail.com oppure abc-msk@riseup.net
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traduzione a cura di Cristina