MALATESTA, Errico, Opere Complete, Quinto Volume, a cura di TURCATO, Davide, saggio introduttivo di FINZI, Paolo, Milano-Ragusa, Zero in Condotta-Edizioni La Fiaccola, 2021, pp. XXXIII + 713.
Il testo “Fronte unico proletario”. Il biennio rosso, Umanità Nova e il fascismo 1919-1923″ è a cura di Davide TURCATO
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“Pur attraverso mille sconfitte, la vittoria finale sarà nostra, perché siamo noi che rappresentiamo le migliori aspirazioni dell’umanità tormentata: la libertà, la giustizia, il benessere per tutti”.
Così scriveva il 19 agosto del 1922 Errico Malatesta sulle pagine di Umanità Nova, annunciando per la testata anarchica la riduzione della frequenza da quotidiano a settimanale. Già l’anno precedente la sede del giornale – allora a Milano – aveva subito gravissime devastazioni per mano fascista, costringendo alla temporanea sospensione delle pubblicazioni e al successivo trasferimento a Roma. Pur di fronte ai ripetuti sabotaggi e alle sempre più frequenti violenze e minacce volte ad impedire la distribuzione e la vendita del periodico anarchico, Malatesta nell’articolo – emblematicamente intitolato “Malgrado tutto” (pp. 602-603) – esortava a non scoraggiarsi, a persistere, a procedere “sulla strada che dobbiamo percorrere per raggiungere il nostro alto ideale”, adattando “alle circostanze i metodi di lotta”. Pochi mesi dopo, a ridosso dell’ascesa al potere di Benito Mussolini, anche contro i locali romani vennero perpetrati due ulteriori assalti squadristi ai quali seguì la chiusura di Umanità Nova (2 dicembre 1922). Malatesta, tornato ad esercitare il lavoro di elettricista, non si diede per vinto e annunciò il progetto di una nuova rivista anarchica: Pensiero e volontà.
Un tanto drammatico precipitare degli eventi e, nel contempo, l’indomita, incrollabile fede anarchica di Errico Malatesta possono oggi essere indagati e conosciuti con ancora maggiore chiarezza e profondità grazie a “Fronte unico proletario”. Il biennio rosso, Umanità Nova e il fascismo 1919-1923. Il quinto volume della collana Opere complete di Errico Malatesta, a cura di Davide Turcato, raccoglie oltre cinquecento fonti, comprese tra il 25 gennaio 1919 e il 12 dicembre 1923. Queste ripercorrono, pressoché giorno dopo giorno, le travagliate vicende di anni intensi e cruciali, in cui la brutalità della reazione represse e dissolse l’entusiastica, febbrile atmosfera di imminente rivoluzione: anni decisivi per tutta la successiva storia, italiana e non solo.
Molto differenziate sono le tipologie documentarie che abbraccia il ponderoso volume (752 pagine complessive). Oltre ai resoconti degli innumerevoli discorsi, riunioni, conferenze, comizi tenuti instancabilmente da Errico Malatesta, vi sono articoli (ma anche lettere e interviste) pubblicati su Umanità Nova e su altri periodici coevi. Non mancano poi deposizioni processuali, verbali di polizia, rapporti di informatori, di questori, di prefetti. In apertura, una cartolina di Errico Malatesta che, dal lungo esilio londinese, esprime il desiderio di tornare in Italia. Poi, pagina dopo pagina, si snoda una quotidianità tenace, nutrita dalla certezza di dirigersi “verso un domani di luce” (p. 334). Il “lavoro lungo e paziente” dell’anarchico campano si intreccia con momenti di profonda (e spesso drammatica) emozione, legati ad eventi nodali: la fondazione di Umanità Nova (e le speranze, come pure i non pochi problemi, a questa associati); l’arresto e lo sciopero della fame di Malatesta; il sanguinoso attentato al teatro Diana di Milano; il caso Sacco e Vanzetti; le ricorrenze del Primo Maggio; gli assalti squadristi ai locali del giornale…
Come precisa nella Prefazione Davide Turcato, la cui rigorosa curatela si conferma ineccepibile, l’edizione delle fonti è stata condotta secondo criteri volti a garantire la massima fedeltà filologica al testo malatestiano (meticolosamente segnalati – oltre che solidamente giustificati – gli eventuali interventi di modifica apportati, pp. 711-713). Puntiglioso e capillare, inoltre, lo spoglio svolto dal curatore sulla galassia di periodici che in quegli anni convulsi si moltiplicavano. In conformità al criterio editoriale delle Opere complete, l’intento è, infatti, di includere ogni possibile traccia del pensiero di Malatesta, ogni espressione – anche di tipo orale – riconducibile alla sua paternità intellettuale, così da ampliare e completare l’edizione ginevrina degli Scritti malatestiani, realizzata negli anni Trenta del Novecento. Molto utili gli apparati a fine testo: una puntuale e dettagliata cronologia (pp. 690-697) e gli indici alfabetici degli scritti, delle persone e dei periodici citati nel volume (pp. 698-710). È, insomma, evidente che “Fronte unico proletario”. Il biennio rosso, Umanità nova e il fascismo. 1919-1923” si configura fondamentale strumento di indagine storica: un’opera immancabile nella biblioteca di chiunque – singolo o gruppo – si proponga di cogliere appieno il pensiero e l’agire anarchici e di approfondire un quinquennio di intensi conflitti e di fermenti rivoluzionari, decisivo per tutte le successive complesse vicende del XX secolo.
Il volume è aperto dal saggio introduttivo di Paolo Finzi Gli anni rivoluzionari, 1919-1920 (pp. XXIII-XXXI), versione italiana dell’articolo 1919-1920, Les années révolutionnaires, apparso nel giugno del 1989 sulle pagine di Itinéraire: une vie, une pensée. Come precisa il curatore, si è in questo caso derogato alla consuetudine di proporre un testo inedito. “Il motivo è che purtroppo l’autore designato ci ha lasciato improvvisamente prima che il suo contributo vedesse la luce” (p. XXI). Nel confermare a Davide Turcato il suo impegno a scrivere il saggio introduttivo, Paolo Finzi aveva per altro affermato che sarebbe stato “lo scritto credo più importante e significativo della mia vita” (p. XXIII, nota 1). Ma quello scritto non è giunto a compimento. Si è voluto, comunque, utilizzare un testo di Paolo Finzi in cui ben si delinea l’emergere della concezione anarchica del fronte unico (“non un accordo di vertice (…), bensì una sistematica alleanza operativa su scala locale, tra le diverse forze sovversive, al di fuori di qualsiasi struttura organizzativa preesistente”, p. XXXI), “forti della convinzione che esso rimanga tuttora uno dei lavori migliori su questo periodo della vita di Malatesta” (p. XXI). Si tratta, inoltre, di un omaggio e di un tributo a Paolo Finzi nella cui esistenza, punto di riferimento per il pensiero e l’agire anarchici, sono vividamente riecheggiate le parole che Malatesta pronunciò durante un’udienza processuale nel luglio del 1921: “L’ideale di libertà, di giustizia e di amore che mi stimolava fin da fanciullo, l’ho seguito finora e certamente lo seguirò fino alla mia morte” (p. 334).
Francesca Tasca