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Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi

Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi

Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti all'Assemblea congressuale dell'Associazione delle Cooperative di produzione e lavoro, Bologna 20 marzo 2014. ANSA/GIORGIO BENVENUTI
A quanto si apprende dalla stampa,‭ ‬sulla questione dei buoni lavoro qualcosa di grosso sta improvvisamente bollendo in pentola‭! ‬Il Governo ha infatti annunciato per bocca del Ministro Poletti l’emanazione in tempi brevissimi di un Decreto Legislativo che modificherà radicalmente la procedura di utilizzo dei vouchers.
Secondo le prime indiscrezioni,‭ ‬le nuove norme imporranno al committente‭ (‬il datore di lavoro‭) ‬di segnalare preventivamente all’Ispettorato del lavoro via Sms o via mail i dati anagrafici del lavoratore,‭ ‬il suo codice fiscale,‭ ‬il luogo e la durata dell’impiego‭; ‬una vera novità dato che fino ad oggi la segnalazione era quanto mai sommaria e dovuta a posteriori,‭ ‬entro‭ ‬30‭ ‬giorni dall’utilizzo del buono.
Modifiche a parte,‭ ‬il Governo però non intende cambiare una virgola:‭ “‬Siamo contrari all’abolizione dei voucher e contestualmente disponibili a discutere con il parlamento eventuali forme migliorative.‭ ‬I percettori di voucher oscillano tra‭ ‬1,9%‭ ‬e‭ ‬2,7%‭ ‬della forza lavoro,‭ ‬in larga parte turismo e commercio.‭ ‬Se ci sono eccessi siamo pronti a discuterne‭”‬ ha dichiarato in Parlamento Renzi senza però chiarire cosa si debba intendere per‭ “‬eccessi‭” (‬Il Sole‭ ‬24‭ ‬Ore‭ ‬5‭ ‬maggio‭ ‬2016‭)‬.
Nello stesso articolo del quotidiano confindustriale,‭ ‬ma un tantino più esplicitamente,‭ ‬il professor Maurizio Del Conte,‭ ‬presidente della neonata Anpal‭ (‬Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro‭) ‬e consigliere giuridico di palazzo Chigi,‭ ‬aveva chiarito che‭ ‬ “L’operazione di tracciabilità e di trasparenza è tesa a contrastare‭ ‬esclusivamente‭ ‬gli abusi‭”‬.
Ancora chiaramente si era espresso precedentemente Filippo Taddei,‭ ‬responsabile economico del Piddì.‭ ‬Intervistato lo scorso‭ ‬26‭ ‬aprile da Repubblica,‭ ‬con piglio da‭ “ ‬C’è un nuovo sceriffo in città‭”‬,‭ ‬aveva dichiarato:‭ ‬”Restano‭ (‬i voucher‭) ‬un incentivo all’emersione del lavoro nero.‭ ‬Per contrastare questo fenomeno che si traduce nel denunciare meno ore di quelle che si utilizzano basta rendere tracciabile il voucher.‭ ‬Obblighiamo il datore di lavoro a comunicare in anticipo,‭ ‬con sms o mail,‭ ‬da quando e per quante ore si avvarrà della prestazione del lavoratore.‭ ‬La tracciabilità è il punto di partenza per far emergere quel che finora è stato essenzialmente lavoro nero.‭”
In pratica,‭ ‬una candida ammissione di come la giustificazione stessa dei buoni lavoro,‭ ‬la‭ ‬lotta al lavoro nero,‭ ‬sia stata sino ad oggi una pura e semplice barzelletta.
Vale quindi la pena di ripercorrere per sommi capi la vicenda dei buoni lavoro,‭ ‬creati nel lontano‭ ‬2003‭ ‬con la cosiddetta Legge Biagi.
Se originariamente i voucher erano stati ideati quali mezzo di pagamento di prestazioni di lavoro‭ ”‬accessorio e occasionale‭” ‬limitandone l’utilizzo a poche e ben ristrette fattispecie e categorie sociali‭ (‬i disoccupati di lunga durata,‭ ‬le casalinghe,‭ ‬gli studenti,‭ ‬i pensionati,‭ ‬i disabili,‭ ‬i soggetti residenti in comunità di recupero,‭ ‬i lavoratori extracomunitari disoccupati da almeno sei mesi‭)‬,‭ ‬dal‭ ‬2012‭ ‬si è avuta invece una improvvisa accelerazione che ne aveva comportato una modifica radicale.
La Legge‭ ‬92/2012‭ “‬Fornero‭” ‬e il successivo Jobs Act avevano infatti cancellato definitivamente l’elenco delle attività lavorative che ne delimitavano l’uso ed il termine‭ “‬di natura meramente occasionale‭”‬,‭ ‬mentre era stato progressivamente innalzato il limite massimo annuo della remunerazione netta,‭ ‬portato a‭ ‬5.000‭ ‬euro‭ (‬Fornero‭) ‬e a‭ ‬7.000‭ ‬euro‭ ‬(Renzi‭ ‬-‭ ‬DL‭ ‬81/2015‭)‬.
In buona sostanza,‭ ‬trasformato in un Mini Job in versione italica,‭ ‬quello che all’origine doveva essere il compenso di‭ “‬lavoretti‭” ‬occasionali eseguiti da pensionati in crisi o studenti squattrinati,‭ ‬era stato modificato alla radice,‭ ‬tanto che oggi le prestazioni di lavoro pagate con voucher‭ ‬possono essere rese in tutti i settori,‭ ‬da parte di qualsiasi committente,‭ ‬con qualsiasi genere di lavoratore‭ (‬salvo alcuni limiti nel settore agricolo‭)‬,‭ ‬consentendo quindi un sostanzioso e particolarmente attraente risparmio sul costo del lavoro.
Non è quindi una caso se questa operazione di cosmesi è risultata di gradimento‭ ‬tra l’imprenditoria italiana,‭ ‬in particolar modo quella dei settori Turismo,‭ ‬Commercio e‭ ‬Servizi,‭ ‬nei quali il voucher ha velocemente soppiantato le altre forme di impiego,‭ ‬quali il lavoro stagionale o quello a chiamata,‭ ‬perché,‭ ‬non essendo un vero e proprio contratto ma una semplice prestazione d’opera,‭ ‬non dà diritto ad alcuna forma di ammortizzatore sociale‭ (‬disoccupazione,‭ ‬maternità,‭ ‬malattia,‭ ‬assegni familiari ecc.‭) ‬né tanto meno ad una contribuzione previdenziale degna di questo nome,‭ ‬mentre invece introduce di soppiatto un salario minimo di‭ ‬7‭ ‬euro e‭ ‬50.
Non a caso,‭ ‬dal‭ ‬2012‭ ‬ad oggi,‭ ‬la vendita dei buoni ha avuto un’impennata improvvisa,‭ ‬tanto da passare dai‭ ‬40.816.297‭ ‬venduti nel‭ ‬2013‭ ‬ai‭ ‬114.925.180‭ ‬nel‭ ‬2015,‭ ‬con un tasso annuo di crescita del‭ ‬69,5%‭ ‬nel‭ ‬2014‭ ‬e del‭ ‬66,1%‭ ‬nel‭ ‬2015,‭ ‬mentre il numero dei cosiddetti‭ “‬voucheristi‭” ‬è passato da‭ ‬24.437‭ ‬del‭ ‬2008‭ ‬a ben‭ ‬1.392.906‭ ‬del‭ ‬2015,‭ ‬con un ulteriore sfolgorante aumento del‭ ‬45%‭ ‬nei primi due mesi del‭ ‬2016‭ ‬se paragonati al gennaio-febbraio‭ ‬2015.
Una crescita senza fine e un vero e proprio successo per il Governo,‭ ‬il quale però,‭ ‬se dà fiato alle trombe e mobilita la stampa amica quando deve dare conto del‭ “‬Contratto a tempo indeterminato e a tutele crescenti‭”‬,‭ ‬nel caso del‭ “‬popolo dei voucher‭” ‬preferisce invece glissare sui numeri,‭ ‬limitandosi a ripetere la storiella della‭ “‬Lotta al lavoro nero‭”‬.
Segnaliamo quindi a chi fosse interessato un documento recente‭ (‬uno dei pochi a disposizione‭) ‬pubblicato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali lo scorso‭ ‬22‭ ‬Marzo e denominato‭ “‬L’utilizzo dei voucher per le prestazioni di lavoro accessorio‭ (‬Fonti:‭ ‬Dati MLPS e INPS‭)” (*) ‬dal quale si possono estrarre statistiche interessanti e soprattutto rivelatrici.
Possiamo infatti osservare come,‭ ‬nel‭ ‬2015,‭ ‬il settore agricoltura‭ (‬quello su cui puntava la versione originale dei voucher‭) ‬sia oggi assolutamente residuale.
Nello stesso anno sono invece saliti ai primi posti i Servizi‭ (‬11,4%‭)‬,‭ ‬il Turismo‭ (‬14,4%‭)‬,‭ ‬il Commercio‭ (‬14,9%‭) ‬e soprattutto quelle‭ “‬Attività non classificate‭” (‬e non meglio definite‭) ‬che,‭ ‬seppure siano le più gettonate‭ (‬44,4%‭) ‬e pur avendo avuto un abnorme aumento del‭ ‬251,6%‭ ‬rispetto al‭ ‬2014,‭ ‬non sono state ritenute degne di ulteriori indagini.
Per quanto riguarda invece il numero dei buoni venduti,‭ ‬il documento riporta solo i dati dell’ultimo triennio,‭ ‬ma scorrendo le cifre balza subito all’occhio un dato curioso:
-2013‭ ‬venduti:‭ ‬40.816.297‭ – ‬riscossi:‭ ‬35.732.910
-2014‭ ‬venduti:‭ ‬69.172.879‭ – ‬riscossi:‭ ‬63.817.465
-2015:‭ ‬venduti‭ ‬114.925.180‭ ‬-‭ ‬riscossi:‭ ‬88.140.789‭
Come si può notare,‭ ‬man mano che aumenta il numero dei buoni acquistati,‭ ‬il numero di quelli non utilizzati aumenta progressivamente fino a raggiungere il‭ ‬38%‭ ‬del totale nel‭ ‬2015.
In questo caso‭ (‬e si tratta di uno scostamento più che rilevante‭) ‬il Ministero ci spiega che si tratta di buoni acquistati e poi non utilizzati,‭ ‬dei quali è stato successivamente chiesto il rimborso.‭
Come dire che nel‭ ‬2015‭ ‬sono stati acquistati buoni lavoro per un valore di ben‭ ‬26.784.391‭ ‬euro‭ (‬differenza tra venduti e riscossi x‭ ‬10‭ ‬euro cad.‭) ‬e solo più tardi ci si sarebbe accorti di avere fatto male i conti‭ ?
Da parte sindacale si solleva infatti il sospetto che i buoni non utilizzati siano stati in realtà‭ ‬custoditi nel portafoglio per essere utilizzati nel caso di incidente sul lavoro oppure di un controllo,‭ ‬un comodo paravento per nascondere quel lavoro nero che il Governo dice di voler combattere.
Vale la pena infine di sottolineare tre ulteriori dati:
-‭ ‬la percentuale di lavoratori che nei sei mesi precedenti lavorava presso lo stesso datore di lavoro con contratti da dipendente o parasubordinato:‭ ‬ebbene,‭ ‬nel‭ ‬2015‭ ‬il risultato è del‭ ‬10%‭ ‬con prevalenza del settore Turismo,‭ ‬dato questo che conferma la‭ “‬cannibalizzazione‭” ‬di precedenti forme contrattuali.
-‭ ‬15‭ ‬i committenti che nel‭ ‬2015‭ ‬hanno comprato voucher per un valore superiore ad‭ ‬1‭ ‬milione di euro:‭ ‬6‭ ‬operano nel commercio,‭ ‬3‭ ‬nelle manifestazioni sportive e culturali,‭ ‬3‭ ‬in attività non classificate,‭ ‬2‭ ‬nel turismo,‭ ‬1‭ ‬nei servizi.
-a pagina‭ ‬10‭ ‬del documento leggiamo infine:‭ ”‬Un’analisi INPS riferita al‭ ‬2014,‭ ‬effettuata incrociando i dati provenienti da archivi diversi,‭ ‬ha evidenziato come su circa un milione di percettori,‭ ‬400‭ ‬mila erano privi di altra posizione‭ (‬categoria che include gli studenti impiegati nell’agricoltura‭)‬,‭ ‬168‭ ‬mila erano nello stesso anno percettori di indennità di disoccupazione e/o mobilità,‭ ‬281‭ ‬mila erano anche attivi come lavoratori dipendenti e‭ ‬97‭ ‬mila risultavano percettori di una pensione.‭”
Se dai‭ ‬400mila voucheristi privi di altra posizione lavorativa togliamo gli studenti-agricoltori‭ (‬azzardiamo‭ ‬50mila su tutto il territorio nazionale‭)‬,‭ ‬i restanti‭ ‬350mila hanno come solo ed unico reddito il buono lavoro,‭ ‬cui fa seguito la totale assenza di ammortizzatori sociali‭; ‬ed ecco spiegato il motivo per cui sia stato cancellato quello scomodo‭ ‬termine‭ “‬di natura meramente occasionale‭”‬.‭
Tornando alla intervista di Repubblica a Taddei,‭ ‬citiamo a questo punto una‭ “‬perla‭”‬:
Domanda:‭ ‬“Non le sembra contraddittorio puntare con il Jobs act all’estensione dei contratti stabili e poi non porre alcun limite ai voucher‭?‬”
Risposta:‭ ‬“Francamente no.‭ ‬È la stessa prospettiva:‭ ‬da una parte si incentiva la stabilizzazione,‭ ‬dall’altra si permette l’emersione graduale dal nero‭”‬.‭ ‬I‭ ‬350mila sono dunque serviti di barba e capelli.
A conti fatti,‭ ‬di aspetti poco chiari il sistema dei voucher ne ha una notevole quantità,‭ ‬anche se il Ministero del lavoro fino ad oggi ha preferito non vedere,‭ ‬non udire e soprattutto non parlare.
Perché mai allora questa improvvisa fregola governativa nel voler imprimere una decisa svolta con l’introduzione della cosiddetta tracciabilità‭ ?
Che si vogliano veramente combattere il lavoro nero e quello irregolare‭ ?
Sono forse state finalmente recepite‭ ‬le critiche sollevate dai sindacati e dal presidente dell’Inps Boeri che aveva definito i voucher come‭ “‬la nuova frontiera del precariato‭”?
Niente di tutto questo.
Che il sistema dei vouchers sia ormai fuori controllo deve essersene improvvisamente accorto anche il Governo quando,‭ ‬a metà Aprile,‭ ‬la stampa ha dato la notizia di un’inchiesta della Procura milanese che ha portato alla luce una truffa di dimensioni più che ragguardevoli ai danni dell’Inps,‭ ‬messa in atto‭ – ‬guarda caso‭ ‬-‭ ‬utilizzando proprio i famigerati buoni lavoro:‭ “‬Milano,‭ ‬beffato il cervellone Inps:‭ ‬truffa da‭ ‬3,5‭ ‬milioni sui buoni lavoro,‭ ‬arrestata commercialista maga dei vouchers‭” ‬titolava il‭ ‬18‭ ‬Aprile La Repubblica.
Si è scoperto infatti che tra il‭ ‬2013‭ ‬e il‭ ‬2015‭ ‬una coppia‭ ‬di professionisti milanesi,‭ ‬che gestiva‭ ‬33‭ ‬società già fallite oppure inattive,‭ ‬si è inventata falsi crediti di natura fiscale vantati dalle loro società nei confronti dello stato.
Detto fatto,‭ ‬hanno iniziato a emettere modelli F24‭ “‬compensando‭”‬ i crediti fasulli con l’acquisto di una montagna di sonanti vouchers,‭ ‬distribuiti poi a una rete di‭ ‬253‭ ‬persone fisiche‭ (‬i‭ “‬percettori‭” ‬nel linguaggio del voucher‭) ‬più che ben disposte ad incassare i buoni senza peraltro svolgere una sola ora di lavoro‭ (‬sono forse queste le‭ “‬Altre attività non classificate‭” ?)‬,‭ ‬con l’accordo che la maggior parte del ricavato sarebbe poi stato girato alla coppia ideatrice della‭ “‬stangata‭”‬.‭
In tal modo,‭ ‬sfruttando la strutturale mancanza di controlli sul‭ “‬Sistema voucher‭” ‬e senza che in tre anni né l’Inps né il Ministero del lavoro si fossero minimamente accorti del raggiro,‭ ‬la coppia è riuscita a sfilare elegantemente dalle tasche dell’Ente previdenziale di stato circa‭ ‬3.500.000‭ ‬euro per destinarli a lucrosi investimenti personali,‭ ‬fino a quando una‭ “‬lavoratrice‭” ‬non li ha denunciati,‭ ‬con il risultato di scatenare il panico nelle stanze di alcuni ministeri.
Vogliamo quindi dare credito alla ennesima balla sulla‭ “‬lotta al lavoro nero‭” ?
Davvero crediamo che il motivo di tanto scompiglio‭ – ‬e del relativo e urgentissimo Decreto‭ – ‬sia quello di porre fine agli‭ “‬eccessi‭” ‬e di colpire gli‭ “‬abusi‭” ‬come dice qualcuno‭?
Oppure la vera motivazione è un’altra e la si vuole ancora una volta nascondere dietro una cortina fumogena fatta di proclami tanto altisonanti quanto mistificatori‭ ?
E‭’ ‬sufficiente spigolare su Internet per scoprire l’altra faccia della luna,‭ ‬quella più nascosta:
‭“‬In attesa di questi interventi normativi,‭ ‬probabilmente restrittivi nell’utilizzo‭ ‬(ovvero il famoso‭ ‬Decreto legge‭) ‬,‭ ‬la più recente novità in materia di voucher lavoro riguarda l’acquisto,‭ ‬da parte di imprenditori e professionisti,‭ ‬attraverso il versamento con F24.‭
La circolare INPS N.‭ ‬68/016‭ ‬ha infatti precisato che‭ ‬ad evitare irregolari compensazioni con crediti del contribuente,‭ ‬chi acquista voucher dall’Inps dal‭ ‬2‭ ‬maggio‭ ‬2016,‭ ‬dovrà versare i contributi di spettanza dell’Inps indicando la causale‭ “‬LACC‭ ‬-‭ ‬Lavoro occasionale accessorio‭” ‬nel modello F24‭ “‬Elementi identificativi‭” (‬F24‭ ‬ELIDE‭)‬,‭ ‬anziché nel modello F24‭ ‬ordinario.
L’avvicendamento è stato disposto dall’Agenzia delle Entrate con la Risoluzione n.‭ ‬20/E del‭ ‬6‭ ‬aprile‭ ‬2016.‭ “
Altro che lavoro nero,‭ ‬eccessi,‭ ‬abusi,‭ ‬tracciabilità ecc.‭ ‬ecc.‭!
Qui si intende unicamente correre ai ripari per tappare le falle ed evitare ulteriori stangate,‭ ‬mentre allo stesso tempo si vuole nascondere il fatto che l’architrave su cui si regge il Sistema voucher era‭ (‬ed è ancora oggi‭) ‬interamente marcio.
Come dice un vecchio proverbio,‭ ‬il diavolo fa le pentole ma non i coperchi‭ ‬…‭ ‬e‭ ‬ora lo sa‭ ‬anche il governo.
Un osservatore
‭(*)
http://www.lavoro.gov.it/priorita/Documents/Report%20Voucher%20Lavoro%20Accessorio.pdf


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