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Giordana Garavini

Giordana Garavini

 

Il 16 marzo 2018 è morta nella sua casa di Castel Bolognese, in provincia di Ravenna, la compagna Giordana Garavini. Aveva 93 anni, essendo nata a Milano il 19 ottobre 1924. Figlia e nipote di anarchici, crebbe in un ambiente permeato di ideali libertari e antifascisti ed aderì fin da giovanissima all’anarchismo. Il nonno paterno, Pietro Garavini (1869-1933) detto Piràt, oste e caffettiere, era stato un esponente di rilievo della prima generazione di anarchici di Castel Bolognese, insieme al fratello Antonio detto Ansèna, poi emigrato in Brasile verso la fine dell’Ottocento. Militanti anarchici di primo piano, impegnati nelle lotte politiche, sociali e culturali della loro epoca, furono anche i genitori di Giordana. Il padre, Nello Garavini (1899-1985), aveva iniziato la propria attività politica già all’epoca della Prima guerra mondiale. Nonostante la giovanissima età, si dimostrò uno dei più attivi e decisi oppositori dell’intervento dell’Italia nel conflitto e proseguì la sua lotta antimilitarista e internazionalista anche dopo l’ingresso in guerra del nostro paese, assumendosi notevoli rischi personali con il sostegno fornito al movimento dei disertori, particolarmente diffuso e attivo nelle vicine campagne dell’imolese. Nel 1916, insieme a un gruppo di giovani anarchici suoi coetanei, fondò il Gruppo anarchico giovanile e la Biblioteca Libertaria, che nel primo dopoguerra avrebbero trovato una sede nei locali dell’appena costituito Circolo Anarchico di Borgo Carducci. Si impegnò poi a fondo nelle agitazioni del Biennio rosso, svolgendo un’attività frenetica sia sul piano pubblico sia nella preparazione rivoluzionaria clandestina, mantenendo anche i contatti con esponenti romagnoli castelbolognese, e nazionali del movimento anarchico, tra cui il conterraneo Armando Borghi e Luigi Fabbri. Nel 1921 conobbe Emma Neri (1897-1978), una giovane maestra elementare nata a Cesena da una famiglia di tradizioni socialiste, che sposò due anni dopo e che divenne la sua inseparabile compagna nella vita e negli ideali. Tra i più decisi oppositori dello squadrismo fascista, sostenne più volte degli scontri a mano armata a Castel Bolognese ed a Imola, subì due aggressioni da gruppi di squadristi nel corso delle quali fu duramente picchiato. Nel 1924, dopo il delitto Matteotti, con Emma si trasferì a Milano per sottrarsi meglio alla sorveglianza e alle persecuzioni. Qui nacque Giordana, unica figlia della coppia. Per due anni, Nello e Emma frequentarono l’ambiente dei libertari milanesi stringendo un’intima amicizia in particolare con Carlo Molaschi e la sua compagna Maria Rossi, ma conoscendo anche tanti altri esponenti del movimento (tra cui Angelo Damonti, Nella Giacomelli, Mario Mantovani, Ettore Molinari, Carlo Monanni, Umberto Mincigrucci, Leda Rafanelli). Nel 1926 i Garavini emigrarono in Brasile, stabilendosi a Rio de Janeiro. Iniziava un esilio durato più di vent’anni, caratterizzato – almeno nei primi anni – da difficoltà economiche e disagi di vario genere. La piccola Giordana crebbe a Rio, fino a diventare una giovane donna. Unica parentesi italiana fu un periodo di circa due anni, trascorsi da Giordana a Castel Bolognese con i nonni paterni. In Brasile dunque avvenne la parte più significativa della sua formazione, a contatto con la società carioca e con l’ambiente politico e culturale frequentato dai genitori. A Rio i Garavini continuarono la loro attività politica, rivolta soprattutto alla lotta contro il fascismo italiano, pur con certe cautele (per alcuni anni, all’epoca, il Brasile fu governato da feroci dittature). Frequentarono gli ambienti antifascisti, conobbero anarchici di tutto il mondo e mantennero i contatti con alcuni compagni italiani esuli in altri paesi, tra cui Luigi Fabbri e sua figlia Luce. Un’altra amicizia profonda fu quella con Libero Battistelli, avvocato bolognese repubblicano aderente a “Giustizia e Libertà” e con sua moglie Enrichetta Zuccari (Battistelli morirà combattendo nel 1937 sul fronte di Huesca, dopo essere accorso in Spagna allo scoppio della guerra civile). Dal 1933 al 1942 i Garavini gestirono a Rio una libreria (la “Minha Livraria”) che divenne un luogo di incontro per militanti e simpatizzanti delle varie tendenze della sinistra, oltre che per intellettuali e artisti. Crescendo, Giordana diede una mano ai genitori nella gestione della libreria ed ebbe occasione di conoscere molti dei suoi frequentatori. Per qualche anno alla libreria si affiancò anche una piccola attività editoriale, con la pubblicazione di libri di cultura politica, sociale e letteraria. Nel 1946 Giordana rientrò definitivamente in Italia, seguita l’acastelbolognese, nno dopo dai genitori. I Garavini si stabilirono a Castel Bolognese, dove i genitori contribuirono alla ripresa del movimento anarchico locale dopo la forzata interruzione degli anni del regime fascista e dove Giordana conobbe l’ingegnere Giuseppe Bassi, il suo futuro marito. Appartatasi per alcuni anni dall’attività politica per occuparsi della famiglia, presto allargatasi con la nascita dei due figli Carlo e Paolo, Giordana – che mai peraltro aveva abbandonato i suoi ideali libertari – ritornò a un impegno di primo piano negli anni settanta. Nel 1973, grazie soprattutto all’impulso di Nello Garavini ed alla disponibilità di Aurelio Lolli, fu riattivata e aperta al pubblico la Biblioteca Libertaria, che per alcuni anni funzionò anche come sede politica per i gruppi anarchici castellani. Dopo la precoce morte del marito – per lei un colpo tremendo – e poi dei genitori, divenuti ormai grandi e autonomi i figli, Giordana si assunse la responsabilità di proseguire da sola la tradizione politica della famiglia Garavini, in collaborazione con i pochi compagni superstiti della generazione precedente la sua e con alcuni giovani entrati nel movimento sull’onda delle lotte del Sessantotto e del decennio successivo. Nel 1985 fu soprattutto grazie a lei che si costituì la Cooperativa per gestire la Biblioteca Libertaria “Armando Borghi”, che rilevò i volumi della preesistente Biblioteca Libertaria ed acquisì in proprietà l’immobile in cui ospitarla, generosamente donato da Aurelio Lolli. Per quasi trent’anni Giordana fu poi un perno essenziale della Biblioteca, assumendone anche la carica di vice-presidente e poi – dal 2000, dopo la morte di Aurelio Lolli – di presidente della Cooperativa. Solo nel 2014, a causa dell’età avanzata e delle precarie condizioni di salute, si dimise da ogni incarico e chiese di essere sostituita. Negli anni successivi, fino alla fine, continuò sempre a interessarsi della attività della Biblioteca da semplice socia, raro esempio di fedeltà agli ideali libertari abbracciati fin dalla più giovane età e mai più abbandonati. Giordana era però, per chi l’ha conosciuta, anche e soprattutto una bella persona, dotata di grandi qualità umane. Non la dimenticheremo.

Tra i tanti messaggi di cordoglio ricevuti subito dopo che la notizia della morte di Giordana si è diffusa, mi piace riportare quello che ha inviato Maria Matteo per conto dei compagni e delle compagne della Federazione Anarchica Torinese, perché a mio giudizio coglie con particolare efficacia e precisione alcuni aspetti della sua personalità, quelli che più ce la facevano amare:

Abbiamo appreso con grande dolore della scomparsa di Giordana. Con lei se ne va un pezzo della nostra storia, uno dei fili tenaci che ci teneva ben stretti al cuore del Novecento.

Con lei se ne va una compagna la cui spinta ideale non si è mai sopita. Con lei se ne va una donna la cui umanità e simpatia nei confronti dei compagni più giovani rendeva facile attraversare l’invisibile barriera tra le generazioni.

Sempre modesta rispetto al proprio contributo alla lotta comune, sempre grande nel darci esempio di fratellanza e solidarietà.

Ci mancherà.

Ci uniamo al dolore di chi le è stato vicino.

Ciao Giordana!

Gianpiero Landi


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