Pochi giorni fa a Massenzatico una persona è morta dopo che la polizia lo aveva colpito col taser. A quanto riporta un noto quotidiano locale, la vittima si trovava “in forte stato di escandescenza”. Insomma, stava rompendo le scatole in strada verso l’alba e, come conseguenza dell’intervento della polizia, ci ha rimesso la pelle.
Non ci interessa dibattere sulla pericolosità o sulla fedina penale della vittima, non è questo il punto. Abbiamo controllato, e non ci risulta che il reato di disturbo della quiete comporti la pena di morte.
Il punto è che da diversi anni c’è la tendenza, enormemente accelerata da questo governo di destra e formalizzata con l’ultimo decreto sicurezza, ad affrontare tutto in termini di repressione e uso della forza. Il disegno politico è sempre lo stesso: colpire gli ultimi, le lotte sociali, chiunque sia ritenuto diverso o cerchi di costruire una società libertaria, solidale e internazionalista. Senza stati, senza eserciti, senza autoritarismi.
Mentre i reati dei colletti bianchi non sono perseguiti e gli omicidi sul lavoro rimangono impuniti, mentre chi picchia selvaggiamente la moglie viene praticamente assolto con motivazioni offensive per qualsiasi essere umano, la repressione colpisce anche il minimo dissenso, e in tutto questo, sempre più spesso a chi si imbatte in un poliziotto col taser non è nemmeno concessa un’udienza, ma rimane morto sull’asfalto, ucciso da un’arma “non letale”.
Sulla “non letalità” del taser si cerca di convincere anche le scolaresche quando vengono invitate agli eventi della polizia, sempre con il fine ultimo di militarizzare la scuola e di rendere naturale tutto questo, passando proprio dai più piccoli.
Incredibili le prese di posizione delle associazioni professionali poliziesche, che sostengono a spada tratta l’uso del taser, dichiarano vicinanza e solidarietà “al collega coinvolto” e poi, solo alla fine, anche alla famiglia della vittima. Alcuni nemmeno la nominano, la vittima. Ma non solo: mettono le mani avanti, parlano di altri casi in cui le autopsie hanno escluso il taser come causa “diretta” della morte, in un coro autoassolutorio che invita ad accertare i fatti prima di emettere sentenze contro gli agenti.
Ecco, magari anche il disturbatore della quiete di Massenzatico avrebbe voluto che si accertassero i fatti, prima della sentenza.
FEDERAZIONE ANARCHICA REGGIANA – FAI