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Mobilitazione contro la‭ “‬loi Travail‭”

Mobilitazione contro la‭ “‬loi Travail‭”

13112917_993201557422982_170354356001636361_o-388x220Per il padronato,‭ ‬il codice del lavoro sarebbe‭ “‬ingombrante‭”‬,‭ “‬eccessivamente complesso‭”‬,‭ ‬troppo‭ “‬costrittivo‭”‬.‭ ‬Questo discorso reazionario,‭ ‬dopo decenni,‭ ‬è stato completamente fatto proprio e passato dalla MEDEF‭ (‬la Confindustria francese‭) ‬al governo socialista.‭ ‬Per preparare il terreno al governo,‭ ‬è stata messa all’opera un’intensa azione di lobbying per attaccare il diritto del lavoro e,‭ ‬di conseguenza,‭ ‬i diritti dei lavoratori,‭ ‬spesso spacciando il tutto come‭ “‬semplificazione‭”‬.
‭“‬Il diritto del lavoro non è un diritto come gli altri‭”
Non si tratta soltanto di una costruzione giuridica,‭ ‬ma di un diritto nato dalle lotte sociali e sindacali.‭ ‬È il diritto delle lotte,‭ ‬degli scontri,‭ ‬degli scioperi.‭ ‬La redazione della prima edizione del codice del lavoro inizia nel‭ ‬1910,‭ ‬con l’approvazione delle prime leggi a favore degli operai,‭ ‬ad esempio quella del‭ “‬libero salario femminile‭” (‬la donna può disporre liberamente del proprio stipendio‭)‬,‭ ‬quella‭ “‬sulla regolarità della paga‭” (‬1909‭) ‬o quella del‭ ‬5‭ ‬aprile‭ ‬1910‭ “‬sulla pensione per operai e contadini dopo i‭ ‬65‭ ‬anni‭”‬.‭ ‬È importantissimo comprendere che il diritto del lavoro codificato legislativamente è il risultato di continue lotte della classe operaia per il miglioramento delle proprie condizioni di lavoro:‭ ‬la limitazione della durata della giornata lavorativa,‭ ‬le ferie pagate,‭ ‬l’indennizzo per gli incidenti sul lavoro etc.‭ ‬sono conquiste strappate al padronato,‭ ‬divenute in seguito la norma,‭ ‬di cui beneficiano tutte/i le/i salariate/i.‭
Il codice del lavoro riflette i rapporti di forza
Se il codice del lavoro è‭ “‬ingombrante‭”‬,‭ ‬è perché è carico di tutta questa storia,‭ ‬appesantito da regole normative ma anche da tutta la giurisprudenza nata dalle lotte dei salariati organizzati.‭ ‬Il codice del lavoro riflette i rapporti di forza delle due classi storicamente opposte e gli ultimi decenni hanno visto scrivere in esso gli arretramenti subiti dalla classe operaia e dalle sue organizzazioni,‭ ‬come ad esempio la liberalizzazione del lavoro festivo‭ (‬2009‭) ‬o l’accordo nazionale intercategoriale‭ (‬ANI‭) ‬sulla‭ “‬competitività e garanzia dell’impiego‭” (‬2013‭)‬.‭ ‬Malgrado però questi numerosi arretramenti,‭ ‬accompagnati dalla distruzione degli strumenti di controllo e di ricorso giuridico presenti nell’Ispezione del Lavoro,‭ ‬il Codice del Lavoro resta un punto fermo per le/i salariate/i.‭ ‬I suoi principi fondamentali sono sempre irrinunciabili.‭ ‬Ecco perché il governo vuole andare ancora più lontano per soddisfare la Confindustria francese:‭ ‬tornare gradatamente al periodo precedente il Codice del Lavoro,‭ ‬cioè al contratto individuale di prestazione d’opera.
I due principi-chiave:‭ “‬gerarchia normativa‭” ‬e‭ “‬principio di favore‭”
Attualmente nel diritto del lavoro sono all’opera due grandi principi:‭ ‬1‭) ‬il principio della gerarchia normativa:‭ ‬la norma superiore prevale sulla norma inferiore‭ (‬trattati europei,‭ ‬Costituzione,‭ ‬legge,‭ ‬decreto,‭ ‬ordinanza etc fino al contratto di lavoro‭); ‬2‭) ‬il principio di favore:‭ ‬si può derogare al principio precedente soltanto se l’accordo è favorevole ai salariati,‭ ‬cosa che è definita‭ “‬principio di favore‭”‬.
Dopo le leggi del‭ ‬1982‭ (‬sotto un governo socialista‭)‬,‭ ‬però,‭ ‬le‭ “‬parti sociali‭” ‬possono accordarsi per delle disposizioni meno convenienti per i lavoratori di quelle ammesse dalla legge e,‭ ‬dopo il‭ ‬2004,‭ ‬si possono stabilire anche delle norme meno favorevoli persino di quelle dell’accordo di settore.‭ ‬Infine l’ANI ha allargato questa breccia‭; ‬un’impresa,‭ ‬oramai,‭ ‬può aumentare il tempo di lavoro,‭ ‬abbassare i salari,‭ ‬licenziare senza motivo etc.‭ ‬concludendo degli accordi d’impresa che prescindono dalle leggi.‭ ‬Questi accordi,‭ ‬però,‭ ‬restavano normativamente incerti…‭ ‬L’obiettivo oramai preso di mira da questo governo è di inscrivere queste eccezioni nella Costituzione,‭ ‬in altre parole sostituire il codice del lavoro con accordi negoziati a livello di impresa,‭ ‬realizzando così il più rande desiderio della Confindustria francese.‭
Tutte/i insieme nell’unità sindacale
Anche se certe organizzazioni sindacali hanno da molti anni anni fatto la scelta di assecondare le decisioni padronali,‭ ‬la maggioranza dei sindacati resta sufficientemente combattiva,‭ ‬anche se ci sono stati dei tentativi di‭ “‬riallineamento‭”‬.‭ ‬Di fronte alla‭ “‬legge sul lavoro‭”‬,‭ ‬comunque,‭ ‬l’unità sindacale si è formata sull’appello allo sciopero continuo.‭ ‬Le organizzazioni sindacali,‭ ‬anche quando poco numerose,‭ ‬restano fondamentali nell’organizzazione delle manifestazioni.
La mobilitazione ha avuto inizio il‭ ‬9‭ ‬marzo con un appello sui social network e nel giro delle organizzazioni studentesche:‭ ‬il movimento sindacale l’ha seguita,‭ ‬dando il segnale di partenza di una lunga mobilitazione.‭ ‬Il momento maggiore della lotta è stato raggiunto il‭ ‬31‭ ‬marzo con una nuova giornata di sciopero e manifestazioni‭; ‬in questo periodo le/gli studentesse/i universitarie/i e liceali hanno inseguito le manifestazioni ed i blocchi,‭ ‬senza però riuscire a far crescere significativamente la mobilitazione.
In seguito alla manifestazione del‭ ‬31‭ ‬marzo,‭ ‬un appello che invitava ad occupare le piazze ha segnato l’inizio di‭ “‬Nuits debout‭”‬,‭ ‬essenzialmente a Parigi in piazza della Repubblica,‭ ‬ma in effetti un po‭’ ‬dappertutto in Francia.‭ ‬Oltre gli scioperi e le manifestazioni,‭ ‬le persone si ritrovano per discutere e prospettare il futuro del movimento,‭ ‬nonché per denunciare lo‭ “‬stato d’emergenza permanente‭” ‬che si sta creando in Francia:‭ ‬questo stato d’emergenza dà pieni poteri alla polizia e limita ogni genere di diritto alla manifestazione.‭ ‬Anche se lo stato non ha deciso di proibirle,‭ ‬in ogni caso queste possono essere svolte sotto la spada di Damocle dello stato d’emergenza.‭ ‬In questo senso,‭ ‬più che una semplice contestazione della legge sul lavoro,‭ ‬le‭ “‬Nuits debout‭” ‬sono in se stesse,‭ ‬di fatto,‭ ‬una contestazione dell’imposizione dello stato d’emergenza.
Il movimento‭ “‬Nuits debout‭” ‬serve anche a denunciare tutte le storture di questo governo:‭ ‬autoritarismo,‭ ‬stato di polizia,‭ ‬razzismo istituzionalizzato,‭ ‬regali al padronato etc.‭ ‬Il movimento‭ “‬Nuits debout‭” ‬è un movimento delle città composto da gente di diversa provenienza,‭ ‬ma essenzialmente giovani delle classi medie e superiori.‭ ‬Nei momenti degli scioperi e delle manifestazioni,‭ ‬sono presenti tutti i sindacati,‭ ‬lavoratori e lavoratrici del settore pubblico e privato ed anche le organizzazioni studentesche:‭ ‬purtroppo in tali occasioni si nota una debolissima partecipazione giovanile.‭
Contro lo stato di polizia
Con lo stato di emergenza,‭ ‬è stato messo in opera un vero e proprio stato di polizia,‭ ‬con poliziotti e militari nelle strade.‭ ‬Di fronte alle mobilitazioni il governo ha tentato di giocare la carta della repressione e le prime manifestazioni studentesche sono state brutalmente represse.‭ ‬È in atto una vera strategia della tensione e dello scontro da parte dello stato,‭ ‬che tenta di dividere i manifestanti e di impaurirli:‭ ‬scontri hanno regolarmente luogo a Parigi,‭ ‬ma anche in molte altre grandi città‭ (‬Rennes,‭ ‬Lyon,‭ ‬Nantes‭)‬.
Gli scontri con la polizia sono essenzialmente opera di gruppi giovanili,‭ ‬ma sono soprattutto una risposta alle violenze poliziesche.‭ ‬Non condividiamo la volontà di alcune/i di voler affrontare a tutti i costi la polizia‭ – ‬poiché questa è meglio equipaggiata ed addestrata di noi‭ – ‬ma ci opporremo sempre alla violenza della polizia.‭ ‬Il sindacato CGT stesso ha lanciato una campagna contro le violenze poliziesche‭ (‬ricordiamo che un manifestante,‭ ‬Rémi Fraisse,‭ ‬è stato ucciso dalla polizia il‭ ‬26/10/2014‭ ‬durante una manifestazione contro la costruzione di una diga‭); ‬numerosi testimoni e video mostrano la violenza poliziesca.
Si può anche interpretare la strategia degli attacchi contro la polizia come il risultato della disperazione e della rabbia di fronte ad una mobilitazione che necessita di crescere nella lotta ed un governo che attua misure autoritarie volte al regresso sociale,‭ ‬compreso il fatto di far passare la legge con la forza,‭ ‬senza nemmeno il voto delle/dei deputate/i.‭ ‬In effetti,‭ ‬di fronte al rifiuto di alcune/i deputate/i socialiste/i di votarla,‭ ‬il governo ha utilizzato l’art.‭ ‬49-3‭ ‬della Costituzione che permette di approvare una legge senza il voto del Parlamento.‭ ‬Sia chiaro:‭ ‬queste/i deputate/i non sono divenute/i all’improvviso dei‭ “‬rappresentanti del popolo‭” (‬un anno prima delle elezioni‭) ‬che il governo tenta di imbavagliare.‭ ‬Non c’è alcuna‭ “‬democrazia‭”‬,‭ “‬vera‭” ‬e‭ “‬legittima‭” ‬che viene presa in giro,‭ ‬si tratta solo dello svelamento del totalitarismo del loro regime.‭ ‬Questo utilizzo della forza ha provocato un rigurgito di manifestazioni che si sono indirizzate in modo specifico,‭ ‬tra le altre,‭ ‬alle sedi del Partito Socialista.‭
La solidarietà con le/gli incriminate/i si sviluppa quando ce n’è necessità,‭ ‬ma non vi è un movimento coordinato a livello nazionale.‭ ‬Coordinamenti dei comitati di lotta si costituiscono allo scopo di decidere azioni comuni e calendarizzare le mobilitazioni:‭ ‬questi si aggiungono alle riunioni intersindacali.‭ ‬Il coordinamento di questi due movimenti resta difficile,‭ ‬anche se le persone generalmente partecipano ad ogni genere di azione organizzata da entrambi.
Bisogna dire che,‭ ‬anche se le mobilitazioni crescono solo con la lotta,‭ ‬la grande maggioranza delle/dei francesi,‭ ‬secondo i sondaggi,‭ ‬è del tutto contraria a questa legge:‭ ‬ciò che cerca di fare il governo è dividere la popolazione tramite la condanna dei‭ “‬teppisti‭”‬.‭ ‬La destra,‭ ‬dal canto suo,‭ ‬condanna le manifestazioni e chiede la loro proibizione in virtù dello stato d’emergenza:‭ ‬critica,‭ ‬altresì,‭ ‬il governo,‭ ‬ritenendo la legge proposta ancora troppo‭ “‬sociale‭”‬.‭
Il movimento comincia lentamente a svilupparsi fuori da Parigi,‭ ‬nelle città ma anche nei piccoli centri:‭ ‬ciascuna/o profitta di questo movimento per portare avanti specifiche rivendicazioni,‭ ‬talvolta a carattere localistico.‭ ‬Il movimento di contestazione della‭ “‬Loi Travail‭” ‬è un grande movimento che sta durando nel tempo e le‭ “‬Nuits Debout‭” ‬sono una nuova forma di mobilitazione che sviluppa pratiche di lotta differenti.‭ ‬Nuove azioni e scioperi sono previsti:‭ ‬si vedrà come andrà a finire.‭ ‬Di certo,‭ ‬non possiamo aspettarci nulla dai partiti politici:‭ ‬tutto è da costruire nella strada.
 


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