Elezioni amministrative a Milano? Votare non serve, astenersi non basta, solo la lotta paga!

L’ennesima passerella elettorale è in corso. Decine di candidati/e con i visi sorridenti appaiono su migliaia di giganti manifesti elettorali, tutti pagati con le nostre tasse, attraverso i cosiddetti “rimborsi elettorali”. Dopo le elezioni, come sempre, ogni promessa sarà dimenticata e la delega data con il voto verrà usata dai partiti, di destra o di sinistra senza distinzione, per far valere gli interessi dei più forti: finanzieri, palazzinari, avidi costruttori e imprenditori d’assalto.

Milano è la città dove diminuisce l’ossigeno e crescono inquinamento, cemento e consumo di suolo: piazze e parchi lasciano il posto all’asfalto e ai centri commerciali, e quei pochi alberi secolari che ci rimangono vengono abbattuti e sostituiti da “stuzzicadenti” che diverranno veri alberi in grado di produrre ossigeno solo tra 30 anni. Una città in cui il diritto alla salute è diventato un lusso e la sanità è quasi del tutto in mano ai privati, con i risultati che sappiamo con la pandemia in corso.

Abitiamo in una città dove il prezzo per l’affitto di un posto letto in una stanza condivisa supera i 300 euro e dove un piccolo monolocale va oltre i 500, ed i prezzi per gli acquisti sono irraggiungibili per chi lavora. Una città dove gli sfratti di intere famiglie non si sono mai fermati, nemmeno durante l’emergenza sanitaria, mentre ci sono centinaia di migliaia di appartamenti che restano vuoti per anni o decenni; continua imperterrito il processo di espulsione dei ceti popolari sempre più verso le periferie e l’hinterland, mentre crescono i grattacieli e si regalano interi quartieri alla speculazione sostenuta dai fondi sovrani del Qatar.

La giunta uscente di Sala si è posta in continuità rispetto a queste politiche volte a favorire la cementificazione della città, alle quali si aggiunge una sempre più pericolosa contrazione dei servizi alla persona, dovuta alla costante diminuzione dei fondi destinati ai servizi pubblici e sociali. La giunta che verrà avrà in gestione i nuovi grandi affari, in primis quello delle Olimpiadi invernali del 2026, poi quello degli ex scali ferroviari di porta Romana e via Farini: ancora cementificazione e speculazione a favore dei più ricchi.

Intanto gli spazi sociali autogestiti vengono demonizzati dai media e chiusi alla prima occasione ‘colpevoli’ di aver creato luoghi impermeabili alla logica del profitto mentre nella città continuano e crescono l’esclusione sociale e la repressione esercitata tramite l’applicazione del DASPO urbano e la militarizzazione delle strade, raggiungendo l’apice della vergogna, con la riapertura da oltre un anno del Centro di permanenza temporanea di Via Corelli, luogo in cui vengono reclusi per mesi e poi espulsi i migranti “colpevoli di non avere i documenti in regola”.

Ma c’è anche una parte di città che non si piega e resiste a tutto questo, lottando per il diritto alla casa, per la protezione del verde, per la sicurezza sul lavoro e per i diritti di lavoratori e lavoratrici, per la libertà delle persone migranti e lgbtqia+, convinti che un mondo nuovo potrà nascere solo dalle lotte di tutti i giorni, dall’autogestione sociale dove i beni comuni siano realmente autogestiti da chi vive sul territorio senza il bisogno di delegare la gestione dei nostri quartieri e delle nostre vite agli ambiziosi politici di turno. A quanti s’illudono ancora e pensano sia possibile cambiare qualcosa di questo sistema attraverso il voto – un sistema che si proclama rappresentativo della società mentre nei fatti dimostra di essere rappresentativo solo degli interessi dei potenti e dei ricchi – ricordiamo che accettare le regole e le compatibilità che ci impongono sul piano elettorale ed istituzionale significa essere fagocitati/e ed aver perso in partenza su tutti i terreni, anche su quelli dove sarebbe stato possibile vincere.

Federazione Anarchica – Milano

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