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Recensioni: “Note bandite”

Recensioni: “Note bandite”

L’Archivio Storico della Federazione Anarchica Italiana, Cucine del Popolo, Edizioni Bruno Alpini e stella*nera hanno ideato e dato alle stampe una pubblicazione che raccoglie gli articoli dei primi tre anni di attività della rubrica Note Bandite. Con la prefazione di Marco Pandin, nota firma di A Rivista Anarchica, contiene i pezzi scritti da En.Ri-Ot nella rubrica apparsa su Umanità Nova dal 2018.

La rubrica Note Bandite è nata per creare una sorta di colonna sonora al giornale, proponendo un pugno di canzoni per volta con cui raccontare, spolverare o approcciare fatti e movimenti legati all’anarchia tramite delle canzoni. Attraverso strofe e spartiti si ripercorrono i protagonisti di lotte e ribellioni di diversi periodi storici, da Passannante agli Arditi del Popolo, passando per partigiani e disertori. Nei versi e nei ritornelli ricorrono i nomi di Pinelli, Aldrovandi, Cucchi per tornare a Sacco e Vanzetti e Caserio, fino a Piazza Fontana.

I brani scelti per ogni articolo sono sia storici sia recenti, i grandi classici convivono con nuove uscite, anche misconosciute. Possono provenire dall’underground più profondo fino a sfiorare l’hit parade; ciò che conta è che smontino le narrazioni del potere e si schierino con gli oppressi.

Senza troppi tecnicismi, c’è posto per chitarre distorte e scordate, tanto quanto per arpeggi curati e melodici: in Note Bandite non sono tanto importanti la forma e l’estetica delle canzoni ma il messaggio che lanciano.

L’opera è arricchita anche dalla copertina e dalle straordinarie illustrazioni di Fabio Santin, che ha concesso i propri lavori per accompagnare la lettura dei testi.

In allegato al libro un CD raccoglie un assaggio delle canzoni che si possono trovare esposte e sviscerate nella raccolta di articoli. Diciotto artisti hanno contribuito con altrettanti brani, dal punk al cantautorato, passando per ska e rap a questa raccolta per i lettori di Umanità Nova.

Il libro scritto da En.Ri-Ot con profonda conoscenza della materia, è importante perché riaggiorna in modo impeccabile il canzoniere libertario, diventando uno strumento di grande attualità per i militanti stessi e, più in generale, per gli appassionati di musica “bandita”.

Joe Scaltriti

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