Sono andato ad incontrare Michel Nemitz a Espace Noir, lo storico spazio libertario di St. Imier, in una mattina di fine febbraio. Michel qui ha fatto la storia dell‘anarchismo. Dal 1988 si occupa, insieme ad altrə compagnə, della cooperativa culturale autogestita Espace Noir (EN), esistente dal 1986 e di cui parleremo nella seconda parte dell’articolo. EN si trova al centro del paesino di 5000 anime e rotte…sulla via principale che lo attraversa, la Rue Francillon.
La Federazione Libertaria delle Montagne
Umanità Nova (UN): Ciao Michel sei stato uno dei fondatori della Fédération Libertaire des Montagnes (FLM) nel 1978 che, si legge in vari articoli usciti negli anni, raccoglie in qualche modo l’eredità della Federazione Giurassiana di fine Ottocento. Ti senti di confermare questa tesi?
Michel Nemitz (MN): Ho contribuito assieme ad altri compagni e compagne alla creazione della FLM nel 1978, è giusto. Non eravamo in tanti…Sul fatto di essere, per così dire, gli eredi della Federazione Giurassiana, c’è del vero, ma non riguarda solo noi; lo è, se è per questo, anche la Federazione Anarchica Italiana. Malatesta era uno dei congressisti di St.Imier e lo sono tutti gli anarchici in generale.
UN: Nella Federazione Giurassiana dell’epoca c’erano figure di spicco come James Guillaume e Adhémar Schwitzguébel.
MN: Guillaume era di Le Locle. Con Constant Meuron, operaio orologiaio, fondò nella cittadina neocastellana, nel 1866, una sezione della Prima Internazionale. Schwitzgübel era dì Sonvilier, il paesino qui accanto. È stato un altro esponente di rilievo della Prima Internazionale e del sindacalismo svizzero. La Federazione Giurassiana si è costituita a Sonvilier nel 1871, adottando gli statuti che saranno alla base, poco meno di un anno dopo, del congresso di St.Imier e che sono un modello di organizzazione antiautoritaria.
UN: Nel 1872, al congresso dell‘Aia, avvenne l’esclusione di Bakunin dall‘Internazionale. Che ci puoi dire in proposito?
MN: Marx aveva fatto carte false per garantirsi la maggioranza al congresso dell‘Aia e la scelta del luogo non fu casuale; Bakunin, infatti, non avrebbe potuto raggiungere l‘Olanda, perché nei paesi circostanti pendeva su di lui un divieto di soggiorno…Ad ogni modo, si dice che Marx, che era comunque un teorico importante e che sapeva difendere le proprie tesi, fosse un pessimo oratore e che temesse il confronto diretto con Bakunin. Almeno è ciò che ci è arrivato da alcuni compagni dell‘epoca.
UN: Tornando alla FLM -che fu una delle componenti fondatrici, nel 1982, dell’Organizzazione Socialista Libertaria (OSL), organismo pressoché scomparso e che confederava più gruppi svizzeri romandi tra Ginevra, Losanna, Bienne, Neuchâtel, il Giura e il Giura bernese e i membri dei quali facevano automaticamente parte dell’OSL, a meno che decidessero di non aderirvi- puoi dirci su quali territori è diffusa e su quanti membri può contare (sulla pagina Facebook si parla di un centinaio di iscritti)?
MN: La FLM è distribuita nel triangolo detto BE-JU-NE, dalle sigle dei cantoni di Berna, dello Jura (lo Giura) e di Neuchâtel. Sul numero degli iscritti non posso essere troppo preciso; è un numero che può oscillare, non tutti sono magari attivi allo stesso modo. Ci sono quelli che pagano la quota ma non vengono alle riunioni, altri che vengono regolarmente, ma in ogni caso, non allontaniamo certo qualcuno dalla FLM perché non ha pagato la propria quota…
UN: Dal 2013 avete aderito alla FA, la Fédération Anarchiste francofona. Non è poi tanto tempo, no?
MN: Sì, è vero… Non è tanto che ne facciamo parte.
UN: Avete un indirizzo, una sede? Immagino che sia a La Chaux-de-Fonds -cittadina nel Canton Neuchâtel facente parte della regione del Giura, a 15km da St.Imier, dove vive ed è nato nel 1958 Michel e che è anche la sede della CAVE, la Cooperative Audio Visuelle et d’Entraide (la cooperativa di audiovisivi e mutuo appoggio) che ha curato il documentario storico “Jura Libertaire”, a cui hanno collaborato, tra gli altri, lo stesso Michel Nemitz e Marianne Enckell, da decenni la curatrice del CIRA, il Centro Internazionale di Ricerca sull’Anarchismo di Losanna. Nel progetto, prezioso è stato il contributo dello storico Florian Eitel, fresco autore del documentatissimo libro sugli “orologiai anarchici in Svizzera”, che racconta le origini dell’anarchismo. Il film-documentario verrà proiettato ai RIA (Rencontres Internationales Antiautoritaires) quest’anno.
MN: Sì è esatto, avevamo una casella postale a La Chaux-de-Fonds, ma dal momento che hanno soppresso le caselle postali per le piccole associazioni, l’ho stornata sulla mia privata, almeno per sbrigare la corrispondenza.
UN: Quali sono le vostre attività? Ho letto, sempre sulla vostra pagina Facebook, che lottate con le persone e non al loro posto…Dal punto di vista internazionale, sostenete il Rojava e, attualmente, i terremotati di Siria, Kurdistan e Turchia, è giusto?
MN: Si è così. “Con” le persone e non “al loro posto”. Per questo non ci presentiamo alle elezioni…Per il resto, siamo impegnati da sempre nelle lotte sociali, sostenendo gli scioperi, ad esempio. In tal senso, vorrei ricordare che la FLM è stata parte attiva, nel 1982, nella creazione dell’associazione per la difesa dei disoccupati de La Chaux-de-Fonds, o della cooperativa “Partage” (condivisione) per i senza impiego. L’associazione oggi è cresciuta, fa dei corsi di formazione (cosa che reputo positiva) per i quali ottiene delle sovvenzioni e, di conseguenza, subisce un maggiore controllo statale. Diciamo che si è “istituzionalizzata”. Sono ancora ufficialmente uno dei membri, ma non sono più molto addentro alla cosa. Per quanto riguarda la pagina Facebook, va detto che non viene sempre aggiornata regolarmente.
UN: Tu conosci Umanità Nova, che è l’organo della Federazione italiana- già in passato, mi avevi espresso il tuo apprezzamento per il nostro giornale- ma anche la FLM ha una sua pubblicazione, il famigerato gatto scatenato…“Le chat déchaîné”, che è anche l’immagine della FLM e che viene stampato, anche sulle magliette. Con che regolarità esce?
MN: Ma certo che conosco e apprezzo da sempre Umanità Nova! Le chat déchaîné esce periodicamente, con meno regolarità rispetto a UN. L’ultimo numero dovrebbe essere di fine autunno (ho trovato poi il numero del novembre 2022 nella taverna di EN, ndr).
UN: Ricordi? Un anno fa di questi tempi, discutevamo dei diversi pareri all’interno del movimento anarchico in relazione al conflitto russo-ucraino. Nel frattempo, come FLM, avete assunto una posizione condivisa e, in caso, quale?
MN: Ah, pare sia passato già un anno…Non ne parla quasi più nessuno! (risate)
Per quanto riguarda la posizione della FLM, ci sono analisi diverse tra i compagni riguardo al conflitto e, in ogni caso, ci riesce difficile dire ai compagni ucraini cosa dovrebbero fare. Loro sono, per così dire, in una posizione migliore della nostra per sapere cosa fare. Io stesso non so come mi comporterei, di sicuro (non me ne vogliano), non mi arruolerei nell’esercito…Personalmente, mi ritengo una persona pacifista, non-violenta e, comunque, nella Spagna repubblicana, penso, anzi spero…che avrei preso le armi contro Franco. Quel che posso dire, è che come Federazione, sosteniamo i disertori di tutte le guerre.
UN: L’anno scorso, la Federazione italiana, aveva presentato un atelier sull’Antimilitarismo in tal senso e prodotto anche un documento, un manifesto contro la guerra nel quale si parla, per l’appunto, del sostegno a tutti i disertori e di adottare, ad esempio, pratiche come il disfattismo rivoluzionario. Axl (anche lui di Espace Noir e uno dei principali organizzatori dei RiA-D 2022, gli incontri decentralizzati del 2022 a causa del Covid-19, tenutisi a St.Imier a fine luglio scorso e che hanno visto comunque la presenza di circa 600 persone) te ne avrà parlato -qui va ricordato che Michel, dopo esser stato uno degli organizzatori dei RIA del 2012, allorquando St.Imier fu invasa da quasi 5000 anarchici ed esserne uscito piuttosto provato, aveva “disertato” (sic!) gli incontri del 2022, comunque tenutisi a livello locale-.
MN: Sì, non conosco tutti i dettagli, ma Axl, sì, me ne aveva parlato. Complimenti alla vostra Federazione!
(Veniamo interrotti dal solito squillo del telefonino. Michel risponde che è impegnato e che adesso non può; poi spegne il cellulare e decidiamo di continuare la nostra chiacchierata, i cui esiti vi proporremo nella prossima e ultima parte)
Come nota a margine sull’antimilitarismo, vorrei chiudere questa prima sequenza raccontando una pagina della sua biografia. Fu estromesso dal servizio militare -ai suoi tempi, obiezione di coscienza e servizio civile in Svizzera erano delle chimere- dopo vari tentativi di formare dei comitati tra i soldati, interrotti dall’arresto per essersi rifiutato di obbedire agli ordini, seguito da uno sciopero della fame. In seguito al suo rifiuto di proseguire il servizio militare, fu condannato al pagamento di una tassa annuale fino all’età di quarant’anni. Tassa che non pagò mai, preferendogli l’alternativa di 10 giorni di prigione all’anno, prevista dalla legge.
Dal programma della Fédération Libertaire des Montagnes
– La FLM riunisce dei militanti libertari, anarchici e di varie tendenze di movimento dei cantoni Neuchâtel, Giura e del Giura bernese.
– La FLM agisce con la popolazione e non al suo posto. È per questo che non ci presentiamo alle elezioni.
– In virtù della nostra specificità autogestionaria cerchiamo di creare delle strutture che difendano e consentano di stabilire rapporti sociali libertari, egualitari, improntati all’autogestione, al pluralismo e alla cooperazione (in opposizione al concetto di concorrenza).
– La nostra azione vuole promuovere un miglioramento delle condizioni di vita di tutte e tutti qui e ora.
– Difendiamo la diversità delle strategie, purché non in contrapposizione, poiché pensiamo che le differenti azioni sociali siano complementari.
– Secondo noi, le rivoluzioni senza evoluzioni, sono tutte corruttibili. Almeno è ciò che sembra averci insegnato la storia.
– È quindi compito dei sindacati, delle diverse associazioni e dei gruppi di ispirazione socialista (nel senso più largo del termine) e/o ambientalista, di creare una cultura sociale improntata alla libertà, alla solidarietà e alla cooperazione, per opporsi alla concorrenza, alla legge del più ricco e alla dittatura del mercato.
– Nelle lotte operaie la FLM incoraggia la partecipazione nei sindacati, sia all’interno dell’Unione Sindacale Svizzera, sia in strutture alternative (SUD-Vaud) o del sindacalismo rivoluzionario (come l’IWW) o anarcosindacaliste (la FAU della Svizzera tedesca, la CNT francese, la CGT spagnola o altre CNT), quando ciò è possibile. Nelle diverse realtà sindacali difendiamo una concezione militante e partecipata a partire dalla base.
Con lo stesso spirito militiamo nelle associazioni in difesa dei disoccupati, nei comitati di sostegno alle lotte specifiche o locali, nei collettivi referendari e dei gruppi di iniziativa popolare.
– La FLM vuole essere un luogo di riflessione e di sostegno per tutti i compagni e le compagne impegnati nelle diverse lotte.
– La solidarietà internazionale è un elemento indispensabile alla difesa della condizione operaia. Colui che pensa di poter difendere da solo il suo reddito e le sue condizioni di lavoro, accordandosi col proprio datore di lavoro, si sbaglia grandemente, poiché il margine di manovra di quest’ultimo è dettato dalla concorrenza.
– Il rispetto della dignità e dei diritti dell’uomo è un valore fondamentale del pensiero libertario. Se il comunismo autoritario, il fascismo, il Royalismo dell’ancien régime e altre autocrazie e dittature sono incontestabilmente dei regimi, che non hanno neanche avuto la volontà di far rispettare i diritti umani, le democrazie liberali sono lontane dall’averli realizzati e sono continuamente tentati di abolirli. Le teorie ultra-liberali ispirate al “darwinismo sociale” si allontanano ancora più apertamente dall’ideale umanista dei diritti dell’uomo. Le democrazie borghesi non si peritano di sostenere delle dittature, o addirittura di insediarle, quando è nei loro interessi. D’altronde, i diritti dell’uomo sono tollerati solo fin tanto che non toccano i grandi interessi dell’economia; le libertà democratiche si fermano spesso davanti alle porte delle aziende.
Intervista a cura di un compagno della redazione