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Istruzioni per l'uso in tempo di guerra

Istruzioni per l'uso in tempo di guerra

Da sempre la guerra è anche inganno e falsificazione,‭ ‬dal cavallo di Troia alle armi proibite di Saddam Hussein,‭ ‬uno dei campi di battaglia principali è stato sempre quello della comunicazione e dell’informazione.‭ ‬Quando arriva la guerra le tecniche di propaganda usate in tempo di pace per vendere le merci diventano uno strumento essenziale per fare pubblicità agli interessi di coloro che dai massacri traggono profitto e potere e sono indispensabili per compattare la popolazione attorno ai miti della patria,‭ ‬della nazione,‭ ‬della civiltà o di qualsiasi altro feticcio.‭ ‬Ai tempi di Internet qualcosa è cambiato,‭ ‬oggi anche un singolo ha una capacità potenziale di comunicazione che fino a venti o trenta anni fa non esisteva e che non era nemmeno immaginabile all’epoca dei grandi conflitti mondiali.‭ ‬Questo comporta sia vantaggi che svantaggi.
Il vantaggio è che le comunicazioni e le informazioni,‭ ‬anche quelle in grado di raggiungere milioni di persone,‭ ‬sono oggi parzialmente svincolate dagli storici sistemi di produzione di contenuti quali giornali,‭ ‬radio e televisioni.‭ ‬Lo svantaggio è che questa possibilità non fornisce alcuna garanzia riguardo alla veridicità di quanto viene diffuso ma,‭ ‬anzi,‭ ‬a causa proprio della conformazione reticolare di Internet facilita molto più di ieri il lavoro degli intossicatori dell’informazione,‭ ‬sia di quelli prezzolati dai governi sia di quelli che agiscono per scopi individuali.
Fare attività politica in uno scenario come quello appena abbozzato,‭ ‬significa doversi confrontare necessariamente con un problema senza soluzione.‭ ‬L’unica possibile difesa è quella di provare a usare il buonsenso e seguire alcune regole minime quando usiamo la comunicazione elettronica.
La prima è quella di non usare,‭ ‬per comunicazioni che riteniamo delicate o che dovrebbero restare riservate,‭ ‬strumenti come SMS ed e-mail.‭ ‬Non c’è bisogno di ricordare che ormai è più che nota e provata l’attitudine di tutti gli Stati a spiare le comunicazioni dei loro cittadini,‭ ‬un comportamento che‭ ‬-‭ ‬in tempo di guerra‭ ‬-‭ ‬viene non solo più che ampiamente giustificato ma che va anche oltre quanto immaginiamo.‭ ‬Basti pensare all’annuncio ufficiale del governo francese di voler operare anche in deroga alla Convenzione dei Diritti dell’Uomo vigente in Europa,‭ ‬norma di quelle che di solito vengono portate a esempio della differenza esistente tra la‭ “‬nostra civiltà‭” ‬e quella dei nemici‭ [‬1‭]‬.‭ ‬Se proprio si vogliono usare SMS ed e-mail sarebbe meglio iniziare a impratichirsi nell’uso dei programmi di crittografia,‭ ‬che forniscono un minimo di riservatezza in più delle comunicazioni in chiaro.
Ma anche decidere di fare a meno di alcuni strumenti di comunicazione interpersonale non è sufficiente anzi,‭ ‬in alcuni casi,‭ ‬i problemi potrebbero arrivare da tutt’altra parte.
Tra le tante dette e scritte subito dopo le stragi di Parigi,‭ ‬c’è quella che i terroristi avrebbero usato la chat di una nota console per videogiochi e che ne sarebbe anche stata trovata una in loro disponibilità.‭ ‬Anche molto dopo che la notizia era stata classificata come falsa‭ [‬2‭] ‬ha continuato a far parte dell’armamentario della comunicazione ufficiale,‭ ‬come dimostrano le dichiarazioni di un ministro del governo in carica‭ [‬3‭]‬.‭ ‬Il pericolo è che la Rete diventi un ottimo strumento per diffondere notizie false o quasi false,‭ ‬ma che vengono chiaramente usate per scopi che con la sicurezza collettiva hanno ben poco a che vedere.
Questa possibilità non è certo nuova in quanto,‭ ‬anche in tempo di pace,‭ ‬molte delle informazioni che circolano sono tutt’altro che vere e spesso,‭ ‬anche dopo che sia stata scoperta la loro inattendibilità,‭ ‬continuano a essere diffuse periodicamente attraverso il pettegolezzo di massa veicolato dai‭ “‬social network‭”‬.
Ma in tempo di guerra diventa più importante essere in grado di valutare le informazioni,‭ ‬per evitare di contribuire anche inconsapevolmente all’opera delle agenzie di intossicazione dell’informazione o anche solo alla stupidità di singoli e gruppi.‭ ‬Il primo modo per evitare questo è trattenersi dal diffondere notizie che non siamo in grado di verificare,‭ ‬anche se provengono da persone delle quali ci fidiamo ma che a loro volta potrebbero essere inconsapevoli diffusori di false informazioni.‭ ‬In questo caso il consiglio è quello di provare a rallentare,‭ ‬per quanto possibile,‭ ‬la velocità di diffusione di informazioni non verificate,‭ ‬inceppando in questo modo‭ (‬magari solo impercettibilmente‭) ‬la caratteristica immediatezza della comunicazione elettronica.‭ ‬Darsi il tempo necessario per una verifica,‭ ‬magari non sempre necessaria,‭ ‬sarà sempre meglio che partecipare alla corsa a chi arriva primo a diffondere una foto,‭ ‬un filmato o una notizia scritta.
A medio termine sarebbe anche necessario dotarsi di strumenti in grado di veicolare in modo più sicuro informazioni e notizie,‭ ‬magari sfruttando l’infrastruttura della Rete per un uso non convenzionale,‭ ‬in modo da rendere le nostre comunicazioni quanto più impermeabili sia possibile rispetto a quelle del potere.
Pepsy
Riferimenti
‭[‬1‭] ‬http://www.dirittiglobali.it/2015/11/79292/
‭[‬3‭] ‬http://kotaku.com/reporting-error-leads-to-speculation-that-terrorists-us-1742791584
‭[‬3‭] ‬http://www.repubblica.it/politica/2015/11/26/news/terrorismo_orlando_intercettazioni_su_chat_e_playstation‭_‬-128229877/

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