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ANZAC Day 2023 – No alla guerra alla Cina, no all’imperialismo australiano!

ANZAC Day 2023 – No alla guerra alla Cina, no all’imperialismo australiano!

Prima guerra mondiale

In quello che deve essere ricordato come uno dei più disastrosi assalti anfibi della storia, il 25 aprile 1915 circa 25.000 soldati australiani e neozelandesi (componenti l’ANZAC – Australian and New Zealand Army Corps, ndr) attaccarono Anzac Cove, nella penisola di Gallipoli. Le truppe turche dell’Impero Ottomano li videro arrivare e iniziarono subito a sparare sulla spiaggia esposta. Le truppe britanniche e i soldati dell’India britannica sbarcarono a Capo Helles. In seguito si unirono a loro anche le truppe francesi. Meno di nove mesi dopo, e dopo 56.000 morti da entrambe le parti, le truppe alleate si ritirarono con un nulla di fatto. Era tutto parte della Prima Guerra Mondiale, una vasta lotta tra due grandi alleanze imperiali per il territorio, le colonie e i mercati. Fu un crimine contro l’umanità da tutte le parti.

L’imperialismo australiano

L’Australia è una potenza imperialista minore e i suoi governi hanno storicamente cercato di promuovere i propri interessi sotto l’ombrello di una grande potenza, prima la Gran Bretagna e poi gli Stati Uniti. Ciò richiede l’invio di truppe australiane per assistere in qualsiasi guerra in cui il grande alleato abbia bisogno di aiuto. Soldati hanno combattuto e sono morti per l’imperialismo australiano in Corea, Vietnam, Iraq e Afghanistan. La contropartita è una sfera d’interesse australiana nel Pacifico meridionale e, negli ultimi anni, a Timor Est. Qui, le truppe australiane sono passate da un ruolo di supporto a quello di protagoniste, con i militari in posizione preminente nel rivendicare Timor Leste come nuova colonia australiana nel 1999 e nel mantenere le Isole Salomone nella stessa condizione a partire dal 2003.

AUKUS

L’ascesa della Cina rappresenta una sfida senza precedenti all’imperialismo degli Stati Uniti e all’ordine globale da essi creato dopo la Seconda Guerra Mondiale. Con un numero di abitanti quattro volte superiore a quello degli Stati Uniti, la Cina potrebbe raggiungere un PIL doppio anche con un PIL pro capite pari alla metà di quello statunitense. Affinché gli Stati Uniti rimangano la potenza globale dominante, devono mantenere la Cina in condizioni di povertà – con mezzi economici, se possibile, ma anche militari, se necessario. L’AUKUS si colloca all’estremità della pianificazione militare statunitense, con sottomarini nucleari da dispiegare negli stretti e nei canali della prima catena di isole. La marina cinese avrà bisogno di un’autorizzazione per lasciare il Mar Cinese Meridionale e Orientale e l’Oceano Pacifico rimarrà un lago americano. I governi australiani, di entrambi i schieramenti politici, hanno firmato per aiutare. Sebbene l’ACTU (Australian Council of Trade Unions) voglia invece sottomarini non nucleari, non c’è modo che combatta l’AUKUS.

Guerra o pace

Il grande pericolo dei prossimi anni è che gli Stati Uniti possano lanciare una guerra contro la Cina, usando Taiwan come pretesto, prima che la Cina diventi troppo forte per essere sconfitta dagli USA. L’AUKUS è una parte fondamentale della strategia di guerra degli Stati Uniti e l’imperialismo australiano è fondamentale per il successo dell’AUKUS. La classe operaia deve bloccare la partecipazione australiana all’AUKUS e mettere i bastoni tra le ruote alla macchina bellica statunitense. A tal fine è necessario affrontare l’ALP e i burocrati laburisti che gestiscono i sindacati, ma di fronte al pericolo della Terza Guerra Mondiale non abbiamo molta scelta.

NO AUKUS

NO ALLA GUERRA CONTRO LA CINA

Melbourne Anarchist Communist Group

Traduzione di Tiziano Antonelli

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