Nel calor rosso della più grande ondata di scioperi degli ultimi 50 anni, i capi sindacali cadono ancora una volta nella trappola messa in scena dallo stato e dai suoi padroni capitalisti.
Avevamo messo in guardia a novembre, quando l’RMT (National Union of Rail, Maritime and Transport Workers – sindacato unitario dei trasporti NdT), senza un mandato da parte dei suoi membri, ha interrotto le sue azioni di lotta che riscuotevano un crescente successo tra i lavoratori grazie alla “promessa” di colloqui significativi. Quella truffa ha concesso un mese di respiro alla traballante industria ferroviaria.
Quasi tutti i settori attivi nelle lotte hanno trovato una porta aperta per una chiacchierata intima con i rispettivi signori del governo. È l’ultimo trucco dello stato per guadagnare tempo allo scopo di addestrare un esercito di crumiri più numeroso e introdurre un disegno di legge sui lavoratori essenziali, per licenziarli se lottano. Infatti alla fine tutti ne sono usciti, lamentandosi per la delusione o insultando la controparte per l’inganno.
I salari non sarebbero stati l’oggetto della trattativa, ma solo la produttività. Il governo era stato chiaro su questo, ed anche i rappresentanti sindacali ne erano coscienti.
I leader sindacali, per quanto si professino insultati o delusi, hanno servito attivamente la propaganda dei padroni!
I mesi di sacrificio di centinaia di migliaia di lavoratori avevano lo scopo di sconfiggere l’attacco alle nostre comunità, ai salari, ai termini e alle condizioni di lavoro, non per sedersi al tavolo più alto. i sindacati stanno dimostrando la loro incapacità, se non la loro scarsa volontà, di venire incontro alle esigenze della nostra classe.
Con un milione di lavoratori previsti in sciopero entro febbraio, il 2023 dovrebbe essere un nuovo anno di rinnovato impegno e militanza! I lavoratori sono chiaramente all’altezza del compito, ma i loro “rappresentanti” stanno alimentando la narrazione di un governo pronto ad ascoltare e a prendersi cura, ma ostacolato da crisi non prodotte da loro. Un motivo per stare tutti tranquilli e dalla stessa parte: ha funzionato così bene quando la loro ape regina è morta a settembre.
I nostri occhi devono rimanere concentrati sull’obiettivo nonostante le ossequiose manifestazioni di debolezza dei sindacati. Siamo in una situazione unica. Siamo tutti uniti non solo dall’attacco che subiamo, ma soprattutto dalla nostra lotta.
Tutti conoscono qualcuno colpito da Covid, tutti conoscono qualcuno che ha troppo freddo, tutti conoscono qualcuno che ha fame e tutti conoscono qualcuno in sciopero o che ci sta pensando.
Di solito siamo manipolati per non vedere quanto abbiamo in comune. Ora, però, la realtà si sta affermando al di sopra della propaganda. Non siamo individui isolati, ma una comunità di esperienze, necessità e azioni condivise. Niente nella nostra esperienza dice che stiamo fallendo o diventando più deboli. Al contrario, la nostra comunità di resistenza e solidarietà sta crescendo.
Ogni giorno di cedimento tacito rafforza i nostri padroni, non noi. La mascherata servile e spudorata insieme all’umiliazione delle leadership sindacali dovrebbero essere denunciate per quello che sono, vigliaccheria che rasenta la collaborazione, negli effetti anche se non nelle intenzioni.
Una parte sempre maggiore della nostra classe sta reagendo, ogni lavoratore riconosce la propria lotta nella solidarietà con un altro. Il governo si sta mobilitando, non arrendendosi, e presto ci sfiderà con la criminalità – come ha già cominciato a fare con la fame e l’estorsione.
Fidati della tua classe, non dei tuoi leader sindacali con gli occhi fissi sui loro interessi corporativi burocratici. Diffondi le parole d’ordine, diffondi la lotta, diffondi la solidarietà – costruisci l’unità di resistenza nel pieno delle proprie energie.
(liberamente tradotto da AnarCom Network)
Dreyfus