Ancona, 6 maggio. Interruzione volontaria di patriarcato.

Il 6 maggio circa 2.000 persone hanno riempito le strade di Ancona per rivendicare la libertà di potere abortire in modo libero e sicuro. Dopo 50 anni si deve ancora scendere in piazza per l’accesso all’ivg, garantito, sicuro, gratuito, per l’autodeterminazione, contro le discriminazioni di genere e l’imposizione dell’obbligo riproduttivo, per una sanitaà che risponda ai bisogni di tutt@ senza distinzioni.
Oltre a gruppi facenti parte della rete NUDM, hanno partecipato alla manifestazione anche collettivi, associazioni, realtà transfemministe attive sul territorio marchigiano, dove portano avanti proprie esperienze e prospettive. Un levarsi di voci ricco e vario, con un comune filo conduttore: basta obiettori negli ospedali e nei consultori, basta finanziamenti pubblici alle associazioni cattoliche anti scelta, basta alla loro presenza nei consultori, RU486 per tutt@.
Al concentramento c’è’ stata un’azione di disturbo proprio di un gruppo anti-scelta: sono stati stati respinti con cori e la polizia è stata costretta ad accompagnarli fuori dalla piazza. Dopo questo momento di provocazione il corteo si è mosso con in testa lo striscione di NUDM recante lo slogan della manifestazione: “interruzione volontaria di patriarcato”. A seguire lo spezzone aperto dal collettivo Sister on the block e da altre realtà e gruppi attivi sul territorio marchigiano.
Il corteo animatissimo è andato progressivamente ad aggregare persone nel percorso, richiamate dagli slogan, dai cartelli, dagli striscioni e dagli interventi che si sono succeduti da entrambi gli spezzoni. Ancona ha visto sfilare alcune migliaia di persone, in gran parte giovani. Da segnalare anche la presenza delle scuole e di realtà universitarie. Molte le performance che hanno segnato alcune tappe del percorso, e che sono state seguite e vivamente partecipate, coinvolgendo anche le tante persone che dai margini del corteo seguivano la manifestazione e la vitalità urlante di tante donne, uomini e libere soggettività.

In piazza Cavour le voci e le esperienze che hanno reso ricca la manifestazione hanno concluso il percorso con interventi da diversi punti della piazza.
Una manifestazione certamente importante non solo per il territorio delle Marche dove solo 2 centri su 17 garantiscono l’interruzione volontaria di gravidanza. Una problematica che non nasce certo oggi e che non riguarda purtroppo una sola regione. Per questo una manifestazione con chiamata nazionale in risposta all’attacco sempre più pesante alla libertà di scelta sul proprio corpo. Dopo 50 anni una manifestazione purtroppo ancora necessaria.

Nadia

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