Il 6 aprile alla manifestazione contro il deposito di immondizia nucleare prospettato nella provincia di Alessandria eravamo più di 2000 persone, sicuramente una risposta massiccia per la nostra provincia, probabilmente questa è stata una delle manifestazioni più grandi di sempre.
Il fatto che non è ancora stato deciso il sito definitivo è uno stimolo per intensificare la lotta contro questa scelta.
Per ora il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha pubblicato sul proprio sito istituzionale l’elenco di 51 aree presenti nella Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI), e la manifestazione è conseguente all’inserimento in questa carta di 5 siti che sono della provincia di Alessandria e ritenuti tra i più idonei.
La proposta di quest’enorme deposito misto, con scorie nucleari ospedaliere e di alcune industrie, definite a bassa intensità, perché dimezzano la loro radioattività “solo” dopo circa 300 anni, e quelle definite ad alta intensità, che sono l’eredità della scellerata scelta delle centrali nucleari fatta nel passato, che per perdere la propria pericolosità necessitano MILIONI DI ANNI, è già di per sé un assurdo, perché sarebbe il primo nel mondo!
Il costo dell’impianto preventivato ammonta a circa 900 milioni di euro e i lavori dovrebbero durare circa 4 anni.
Una cosa è innegabile, la scelta delle centrali nucleari del passato ci ha lasciato scorie radioattive disseminate in tutto il territorio nazionale. Attualmente il Piemonte in generale e l’alessandrino in particolare detiene il record delle scorie più pericolose per la salute e per l’ambiente.
Queste scorie sono collocate in territori non idonei, vicino a falde d’acqua; uno addirittura vicino all’acquedotto del Monferrato che alimenta molti comuni dell’alessandrino, il tutto senza un adeguato monitoraggio.
Questo problema però non giustifica che si voglia fare a tutti i costi un unico deposito di scorie e meno che mai che si scelga di farlo in un territorio inadatto.
Il territorio dell’alessandrino per moltissime ragioni, sia geologiche che morfologiche, è la scelta meno logica per un deposito di scorie di questo tipo. C’è poi da tenere presente la presenza di falde affioranti, le aree di ricarica degli acquiferi profondi e il complicato reticolo idrografico. Tutti i geologi che hanno analizzato la zona hanno detto e documentato l’assurdità di realizzare un deposito da 150 ettari (207 campi da calcio) in queste zone! Il terreno scelto è soggetto ad alluvioni, le scorie sarebbero costantemente a bagno, quindi sottoposte a pericolose corrosioni dalle quali potrebbero derivare dispersioni radioattive. Bisogna tenere presente che tutte le zone proposte nell’alessandrino sono situate su un’enorme falda acquifera che potrebbe fornire acqua potabile a centinaia di persone, e che, viceversa, in caso di contaminazione, avvelenerebbe l’acqua e di conseguenza i campi, i raccolti e il bestiame.
La manifestazione è stata una risposta popolare, anche se sindaci, assessori cittadini, provinciali e consiglieri regionali non hanno perso l’occasione non solo per fare una passerella elettorale, ma anche per mettersi in qualche maniera a capo del movimento.
Come era logico e inevitabile la testa del corteo era segnata da fasce tricolori con ben 110 sindaci. Sottolineiamo però che sono sorti spontanei alcuni comitati popolari slegati dalle autorità comunali e regionali.
Il laboratorio Anarchico PerlaNera è arrivato a questa scadenza con interventi di piazza e con dibattiti pubblici, partendo da una prima constatazione: non si può essere contro il deposito nazionale da noi, senza essere contro la riproposta delle centrali nucleari! ( questa premessa già di per sé tagliava fuori buona parte dei sindaci che sono nuclearisti) In questa direzione abbiamo promosso un coordinamento con sindacati di base (CUB, Sicobas, USB) e altre realtà sociali e comitati popolari; questo coordinamento si è concretizzato con uno spezzone sociale nel corteo.
Nel volantino collettivo si leggeva: “abbiamo deciso di essere presenti con uno spezzone sociale per ricordare che se la nostra provincia è oggi piena di veleni prodotti dalla logica del profitto, se il nostro territorio è devastato e sfruttato da anni di inquinamento dell’Acna di Cengio, dell’Ecolibarna di Serravalle, dell’Eternit a Casale, passando per discariche chimiche, se ancor oggi abbiamo l’attività del Polo Chimico a Spinetta, che tra le altre cose è il maggiore produttore d’Europa del Pfas è anche dovuto, se non sempre, almeno spesso al silenzio e/o alla complicità delle amministrazioni locali, di tutte le risme e di tutti i colori!”… “Crediamo che la nostra salute non debba essere delegata … alle istituzioni o ai partiti politici di turno, semplicemente perché…(questi)devono inevitabilmente sottostare a condizionamenti dettati da logiche elettorali e/o di profitto.”
La nostra presa di distanza dai sindaci non è stata condivisa da altre realtà col quale abbiamo fatto altre lotte, come quella contro il terzo valico. Dal nostro canto, al di là del nostro essere anarchici e dunque contro la delega, non potevamo unirci a questo carrozzone istituzionale per un fatto di doppia coerenza: come antifascisti, non avremmo mai potuto accettare di essere tra quelli che non notano che buona parte dei sindaci sono dei partiti di destra che oggi governano in Italia; inoltre come amanti della natura non ci invischiamo pappa e ciccia con personaggi che ripropongono le centrali nucleari, con i loro partiti a livello nazionale. Anche se per ora non lo proclamano apertamente nel territorio, lo hanno comunque già fatto in assemblee pubbliche, negli incontri contro il deposito nazionale nell’alessandrino.
Il portavoce ufficiale di questi sindaci è Gianluigi Colletti sindaco di Castelletto Monferrato di Forza Italia; quasi tutti gli altri sono della Lega, di Forza Italia e Fratelli d’Italia. I pochi di “sinistra”, come il sindaco di Alessandria ad esempio, non hanno ancora preso una posizione netta contro il polo chimico di Spinetta Marengo che avvelena la popolazione. In particolare, il sindaco di Alessandria di recente ha ancora una volta deciso di utilizzare il glifosato come diserbante nei bordi delle strade.
Lo spezzone sociale aveva una buona partecipazione e ha avuto una buona visibilità anche grazie allo striscione multicolore del Laboratorio Anarchico PerlaNera, riportante le figure del cartone animato “I Simpson”.
Prima dell’arrivo nella piazza dove finiva il corteo, alcuni compagni si sono staccati e hanno messo uno striscione lungo 10 metri riportante la scritta “Prov. di Alessandria discarica nucleare d’Italia, no grazie” firmato con una A cerchiata.
Ma i giornali locali ovviamente hanno preferito ignorare la nostra presenza, parlando dei sindaci e ancor di più del fatto che alle proteste in piazza si siano uniti anche il noto calciatore Roberto Bettega e la cantante Ornella Vanoni. D’altronde, siamo o no nella società dello spettacolo?
Una bella giornata di lotta, ora dobbiamo consolidare il coordinamento e fare iniziative autonome.
Salvatore Corvaio del Laboratorio Anarchico PerlaNera