Odio di classe. Alle radici della guerra

Ancora una volta, c’è chi dà i numeri. 800 miliardi per il riarmo dell’Unione Europea, questo il piano ReArm Europe deciso dal Consiglio Europeo lo scorso 6 marzo. Ma non si parla solo di soldi. 300 mila nuovi soldati per infoltire le fila degli eserciti. Questo è quanto dice il Bruegel (Brussels European and Global Economic Laboratory) in una pubblicazione redatta insieme al Kiel Institute for the World Economy. E poi 1400 carri armati, 2000 mezzi da combattimento, 700 cannoni, 2000 droni l’anno, nonché 1 milione di proiettili d’artiglieria da 155 millimetri, ideali per i bombardamenti. Una vera e propria lista della spesa, per militarizzare completamente l’Europa dopo averla trasformata in una fortezza.

Non si parla solo di deterrenza, o genericamente di difesa, ma di capacità di fronteggiare il nemico. Quale nemico? Ovviamente la Russia, che dopo l’Ucraina sarebbe pronta a prendersi tutta l’Europa. Per l’intelligence danese la Russia sarebbe pronta entro cinque anni a scatenare una guerra più estesa attaccando un paese della UE.

Chiaramente nessuno vorrebbe vivere sotto il tallone del Cremlino. Un sistema autoritario e repressivo, dove ben prima dell’invasione dell’Ucraina, nel 2020, tre quattordicenni vennero fermati a Kansk, in Siberia, per aver apposto volantini in solidarietà con degli anarchici arrestati sulla sede locale del FSB – i servizi segreti russi eredi del KGB. I tre giovanissimi anarchici furono accusati di organizzazione terroristica, rischiando fino a dieci anni di carcere. Una delle prove più consistenti a loro carico era aver costruito nella realtà virtuale del gioco Minecraft una sede dell’FSB e averla, sempre virtualmente, fatta esplodere. Uno di loro è stato condannato a cinque anni di colonia penale a febbraio 2022.

Una dimensione oppressiva che non è facile figurarsi da qui, anche se pure dalle nostre parti la repressione si sta facendo più sistematica. Basti pensare che con le nuove leggi che il governo vorrebbe far approvare, chi protesta bloccando una strada o occupa una casa rischia anni di carcere, mentre si è arrivati nei mesi scorsi a parlare addirittura di scudo penale per garantire l’impunità dei poliziotti che possono compiere violenze nelle manifestazioni di piazza. Ma è chiaro che quelle libertà formali che garantiscono spazi di agibilità in questa parte di Europa sono attualmente molto fragili, e vengono facilmente messe da parte quando le autorità hanno a che fare con stranieri, poveri, proletari, militanti politici, emarginati. Sono quei soggetti che sono bollati come nemici da istituzioni sociali fondate sul privilegio.

Cosa c’è quindi dentro i muri di questa Europa? Quali libertà e diritti devono essere protetti dalla minaccia che viene da Est? I centri di detenzione per senza documenti, i moderni lager dell’Europa. I respingimenti e le stragi in mare. Le diseguaglianze sociali che sono aumentate negli ultimi 15 anni in due terzi dei paesi UE. Le privatizzazioni dei servizi pubblici. La militarizzazione e il sempre più pervasivo controllo sociale. Le leggi liberticide che limitano le libertà di sciopero, di manifestazione e di stampa. Dopotutto nel discorso “Stiamo entrando in una nuova era” tenuto lo scorso 5 marzo dal Presidente francese, in cui Macron chiama i francesi a servire la patria di fronte alla minaccia russa, e mette sul piatto delle trattative per la pace il proprio arsenale nucleare, si parla più di “sicurezza” e di “prosperità” che di “libertà” come condizioni da difendere.

Il governo italiano sembra andare molto cauto sul tema, ma la possibilità di una forza di interposizione europea in Ucraina una volta che sarà siglato un accordo tra le parti in conflitto sembra che sia l’orientamento maggioritario in questo momento. Di questo dovranno discutere gli stati maggiori degli eserciti dei paesi pronti ad intervenire a sostegno dell’Ucraina, che si riuniranno a Parigi nei prossimi giorni. Sarà probabilmente più chiaro nelle prossime settimane, se si andrà verso una stabilizzazione del conflitto con l’impiego di una forza di interposizione o se si entrerà in una nuova fase della guerra. Ma se non ci sarà un chiaro segnale di opposizione dal basso, è probabile che anche l’Italia finisca per allinearsi ad un intervento europeo, anche perché il partito della guerra ormai abbraccia l’intero arco parlamentare. Anche M5S e AVS di fatto si sono uniti al coro, perché la loro posizione è praticamente sovrapponibile a quella del PD, che dicendo “no” alle armi ma “sì” all’esercito europeo, vuole solo distinguersi a parole dal governo.

Quale sicurezza e prosperità dovremmo andare a difendere? Quella di chi ci sfrutta ogni giorno, di chi già vuol farci morire di vecchiaia al lavoro, di chi ha distrutto la sanità pubblica e sta rendendo il sistema di istruzione sempre più escludente e classista?

Dopotutto sappiamo quanto bene ci vuole la classe di governo che potrebbe chiamarci alle armi. Poche settimane fa la titolare del Ministero del Turismo Daniela Santanchè è stata sottoposta al voto di una mozione di sfiducia alla Camera a causa dell’ennesimo procedimento giudiziario che la vede coinvolta. Nel suo discorso in aula si è definita come donna libera, come emblema della ricchezza, e ha replicato all’opposizione con una frase eloquente “voi non odiate la povertà, odiate la ricchezza”.

Certo un insulto alla miseria e a chi scende in piazza l’otto marzo perché la libertà deve conquistarla giorno dopo giorno. Ma è significativa anche l’attacco dell’opposizione. Per chi sta facendo i conti su come sostenere le politiche di difesa europea senza perdere troppi voti, evidentemente è un’eccessiva ostentazione dei privilegi della classe dominante, per Bersani infatti Santanchè ha dato “l’idea della ricchezza spregevole”. Bisogna essere un po’ più sobri di questi tempi.

Ma la sobrietà non è per fortuna un tratto distintivo dei membri di questo governo, che in linea con la tradizione, non smettono mai di ricordarci chi detenga potere e privilegi in questo paese. Basti pensare all’evento ufficiale di degustazione delle ostriche che si è tenuto a Palazzo Madama. Per sostenere i produttori, il Ministro della Sovranità alimentare Lollobrigida ha dichiarato che le ostriche non saranno più considerate un bene di lusso, così come già accade per il tartufo. Quindi l’IVA sul pregiato mollusco sarà ridotta al 10%. Se ne sentiva davvero il bisogno, specie da quando nel 2024 l’IVA su assorbenti e pannolini è salita dal 5 al 10%.

Sono solo alcuni esempi tratti da recenti casi mediatici, potremmo citarne molti altri. Ma la realtà della miseria creata da questo ordinamento sociale è parte della vita della maggior parte delle persone, non c’è bisogno che qualcuno la spieghi.

Da questo punto di vista è facile dare una risposta alla domanda piena di disprezzo che da tre anni angoscia opinionisti, editorialisti ed esperti: com’è che – stando ai sondaggi – di fronte a questa guerra la maggior parte degli italiani continua a dirsi contraria all’invio di armi, all’aumento delle spese militari, all’invio di truppe?

Forse perché molti sanno per esperienza quanto chi ha il potere abbia in odio il popolo.

D.A.

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