Salonicco, Grecia. Ancora sullo sgombero di Libertatia Squat.

Sul precedente numero avevamo riportato il comunicato dello squat Libertatia di Salonicco in Grecia in merito allo sgombero che ha subito quello spazio la settimana scorsa. Il Libertatia fu bruciato dai fascisti a gennaio 2018 con un incendio devastante che lasciò in piedi le mura e poco altro. Le compagnx fin da subito continuarono a riunirsi nello spazio, sistemando una piccola costruzione in rovina nel giardino del Libertatia, continuando la loro lotta politica quotidiana e dandosi al contempo da fare per rimettere in piedi l’edificio principale. Pezzo per pezzo il Libertatia è stato ricostruito grazie a una campagna internazionale di solidarietà e di sottoscrizione che ha sostenuto anche Umanità Nova e l’Internazionale di Federazioni Anarchiche. Tra mille difficoltà e sotto la continua minaccia della repressione poliziesca, è stato costruito un nuovo tetto. Lo sgombero di pochi giorni fa vuole colpire un esempio di autogestione, l’eccezionale determinazione dimostrata dal collettivo del Libertatia è una spina nel fianco per il governo autoritario che in Grecia ha imposto negli ultimi anni forti limitazioni al diritto di sciopero e manifestazione, ha creato uno specifico corpo di polizia interno alle università, ha scatenato una violenta repressione contro il movimento delle occupazioni, una delle principali forme in cui si organizza il movimento anarchico e antiautoritario nel paese. Di seguito riportiamo il nuovo comunicato che ci è stato inviato dal Libertatia, che contiene maggiori dettagli sulla vicenda. Continuiamo a sostenere la lotta per la difesa degli spazi occupati e anarchici dalla Grecia all’Italia e ovunque nel mondo.

“Mercoledì pomeriggio, il 28 agosto, le forze di polizia hanno invaso l’area dello squat Libertatia con la scusa di un controllo sui lavori in atto, in seguito a una presunta segnalazione che avrebbero ricevuto. Hanno poi trattenuto e portato via tredici compagnx e hanno proceduto al fermo di undici di loro. Il fatto che abbiano dovuto aspettare un’ora fuori dallo squat prima di invaderlo, è un chiaro esempio di come questa operazione fosse mal pianificata e organizzata, come trovata pubblicitaria alla vigilia della International Fair of Thessaloniki. I nostri compagni all’interno dello squat hanno informato le persone del quartiere e persone che hanno portato solidarietà, dando vita ad un presidio fuori dall’edificio. Nel pomeriggio dello stesso giorno, una manifestazione ha avuto luogo nel quartiere con la partecipazione di oltre 200 persone. Le accuse contro i nostri compagni includono interferenza illegale con un edificio tutelato, e disobbedienza dovuta al rifiuto di farsi registrare le impronte digitali.

In questo momento è fondamentale sottolineare che la ricostruzione del Libertatia è iniziata dopo che lo squat era stato incendiato da gruppi fascisti durante la manifestazione nazionalista per la Macedonia, nel gennaio 2018. In questo periodo numerosi lavori di costruzione sono stati condotti per riparare il tetto dell’edificio che era stato distrutto dal fuoco, e che è stato ricostruito dopo tre anni di duro lavoro. Allo stesso tempo lavori di riparazione sono stati eseguiti sul secondo edificio nell’area dello squat, per aprire quello spazio in cui abbiamo fino ad oggi coordinato le nostre attività. Questa è la quarta operazione di polizia contro il progetto di ricostruzione del Libertatia, raggiungendo un totale di ventisette arresti. È importante ricordare che nell’unico processo che si è concluso, l’accusa avanzata dalle forze statali (quella di intervento su un edificio tutelato) è caduta, con i nostri compagni sotto accusa che hanno difeso il significato politico, sociale, morale e simbolico dietro il progetto della ricostruzione del Libertatia. Per questo dichiariamo fermamente che qualsiasi manovra orchestrata su queste menzogne è destinata a cadere in breve tempo, dal momento che le nostre azioni sono giustificate e considerato che siamo le uniche persone che in tutti questi anni hanno avuto cura dell’edificio, conservandolo. Una dichiarazione che è rivolta anche agli aspiranti informatori fascisti che sono finiti nel mirino dell’intero quartiere.

È anche importante segnalare che dopo l’incendio, fino ad oggi, lo squat è stato operativo, con una serie di attività, assemblee, eventi politici e culturali, in sfida alla narrativa esclusivamente statale che presenta lo spazio come una “casa disabitata”, un “ex squat” etc. Con il solo proposito di minimizzare l’importanza della ricostruzione di uno spazio occupato, dal momento che stiamo attraversando un periodo di generalizzata regressione contro queste strutture autogestite.

Dopo l’operazione di polizia, sono stati apposti dalle autorità i sigilli all’edificio e le forze di polizia sono rimaste fino ad ora nelle pertinenze del Libertatia, sorvegliando l’area. In questo modo, lo stato ancora una volta aiuta e continua il lavoro dei fascisti, che si confermano essere uno “stato nello stato”, arrestando coloro che lottano contro l’oppressione, sgomberando gli squat, e mettendo sotto accusa le persone che hanno riparato e avuto cura dell’edificio con imputazioni inconsistenti, affrontando l’incendio doloso solo attraverso un fiasco in tribunale.

Mentre i rifugiati sono assassinati alle frontiere, mentre si estendono senza fine le aree di foresta bruciate, mentre si fa più profonda la degradazione sociale e economica della base sociale, e appena prima della International Fair of Thessaloniki, e l’avvio di un nuovo ciclo di brutalità statale e capitalista, lo stato decide di colpire e sgomberare il Libertatia, uno squat che è stato occupato per tutti gli ultimi sedici anni. Se pensano di poterci intimidire e terrorizzare con simili azioni, devono sapere che si sbagliano di grosso. Il Libertatia sarà rivendicato e questo avverrà nei termini appropriati, seguendo lo stessa via che abbiamo costantemente battuto in questi anni.

Ancora una volta vogliamo ringraziare le persone del quartiere per il supporto che hanno dimostrato, esprimendo il loro rifiuto per la repressione con cui abbiamo a che fare, e a tutte le persone che hanno immediatamente agito in nostra difesa, le iniziative che si sono automaticamente mosse, le assemblee e i gruppi che ci hanno supportato e che continuano a supportarci. Il caso Libertatia riguarda tutti i movimenti anarchici e antifascisti, riguarda la difesa degli spazi occupati contro il terrorismo di stato. Ripeteremo una frase che abbiamo utilizzato nel nostro comunicato successivo all’incendio: “L’odio e la rabbia che hai piantato nei nostri cuori, questo è quello che troverai davanti a te”. Una frase a cui abbiamo aderito senza sosta, e che continua a guidare la nostra più complessiva lotta per un mondo di libertà, uguaglianza e solidarietà. Ci troveranno ancora una volta di fronte a loro.

GIÙ LE MANI DAGLI SQUAT E DAGLI SPAZI DEL MOVIMENTO ANARCHICO

LIBERTATIA CONTINUERÀ AD ESSERE UNO SQUAT

Libertatia Squat 31.08.2024″

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