Stiamo attraversando un periodo buio in una prospettiva ancora più fosca. Dopo una pandemia che abbiamo pesantemente subito in tutti i vari aspetti, sociali, economici, politici, mettendo a nudo una sanità gravemente deficitaria a sostenere quell’urto; una sanità mal ridotta come conseguenza dei tagli subiti dai vari governi e dai processi di privatizzazione in corso dove la salute è una merce sulla quale fare profitto (solo grazie al sacrificio di lavoratori e lavoratrici del settore si è potuto affrontare la situazione pur con gravi lacune); non c’è stato neanche il tempo di respirare che scoppia la guerra nel cuore dell’Europa con l’invasione da parte della Russia di Putin dell’Ucraina e la scesa in campo dell’intera alleanza NATO, guidata dagli USA, affiancata dalla Gran Bretagna e da tutti i paesi europei nella contrapposizione equanime di opposti interessi per il controllo geopolitico e delle risorse energetiche. La politica dell’invio delle armi giustificata al raggiungimento della pace sta invece accelerando la guerra ed incentivando i massacri verso la popolazione ucraina mettendo a rischio l’intera umanità se l’opzione dell’uso delle armi atomiche, come minacciato, viene attuata.
I veri beneficiari, come sempre, del business dell’invio delle armi sono i produttori e commercianti delle stesse, mentre a pagarne le conseguenze, oltre al popolo ucraino, sono le classi lavoratrici che, come conseguenza dell’economia di guerra, subiscono il rincaro dei prezzi, delle bollette, dell’inflazione galoppante e le speculazioni messe in atto da governi e padroni.
Come se ciò non bastasse, piove sul bagnato, con un governo di destra che continua in modo peggiorativo le politiche antioperaie dei governi precedenti, riducendo ancor più diritti di lavoratori, lavoratrici e diritti civili, utilizzando la demagogia patriottarda per soffiare sui venti di guerra, aumentando le spese militari, promuovendo una cultura militarista anche nelle scuole e incrementando la politica dell’invio delle armi.
Una risposta unitaria e necessaria
Quello del percorso unitario dei sindacati di base e conflittuali, di fronte alla passività complice di Cgil, Cisl e Uil, alla quale come USI CIT abbiamo creduto e crediamo ancora, ci ha permesso di promuovere 3 scioperi generali unitari su una piattaforma condivisa, di cui due contro la guerra, diventando un punto di riferimento importante per l’intera area dell’opposizione sociale, anche se ancora non sufficiente alla estrema necessità del momento. In questo momento gran parte dell’area del sindacalismo di base si sta confrontando su iniziative unitarie per la scadenza del Primo Maggio, collegandosi alle forti mobilitazioni che stanno avvenendo a livello internazionale, affinchè tale giornata sia di riscatto e di lotta, rispetto a tutto quanto la classe lavoratrice sta subendo. Le ipotesi in discussione erano due: fare due manifestazioni nazionali a Milano e a Napoli oppure fare delle manifestazioni a livello territoriale. L’USI è orientata per la seconda ipotesi, sulla quale in diverse località si sta già lavorando. Anche a Milano ci sono stati incontri in questo senso, prevedendo una mobilitazione anche su più giorni, su contenuti unitari che vanno dalla rivendicazione di un salario adeguato e dignitoso, la sicurezza nei luoghi di lavoro, contro il carovita, contro la guerra. Come USI sono in svolgimento assemblee di lavoratori e lavoratrici, soprattutto dove ci sono in piedi vertenze rivendicative, affinchè il buon risultato di mobilitazione che c’è stato a Milano in occasione dello sciopero generale del 2 dicembre possa diventare, ci sono tutte le premesse, una mobilitazione di gran lunga superiore nella partecipazione del corteo del Primo Maggio. Va anche evidenziato che come USI CIT nazionale è stato proclamato lo sciopero generale nella giornata del Primo Maggio di fronte ai tentativi sempre più crescenti da parte del padronato di imporre in quella giornata di lavorare in settori sempre più ampi.
Per una lotta internazionalista
Assistiamo all’estendersi di lotte importati della classe lavoratrice a livello europeo (vedi Francia, Grecia, Gran Bretagna) e nel mondo. Quest’anno si svolgerà in Germania (in località Hannover) il secondo Congresso della CIT (Confederazione Internazionale del Lavoro). Il primo Congresso di fondazione delle organizzazioni sindacali a ispirazione anarcosindacalista si è tenuta 4 anni fa a Parma. Sarà una importante occasione per il rilancio del conflitto a livello internazionale da parte delle organizzazioni sindacali di ispirazione libertaria aderenti, FAU (Germania), CNT (Spagna), USI (Italia), IWW (Canada/USA), IP (Polonia), ΕΣΕ (Grecia), F.O.R.A. (Argentina) e un’occasione per allargare le adesioni (ci sono già delle candidature).
L’USI parteciperà con una sua delegazione portando le esperienze soprattutto nel campo della sanità, della logistica, contro la catastrofe ambientale e le nostre esperienze nelle mobilitazioni contro la guerra e l’economia di guerra, affinchè diventi una questione di mobilitazione internazionale per incidere e cambiare il corso della storia. Buon Primo Maggio!
Enrico Moroni