Uniti contro le politiche governative

Lo sappiamo, l’area libertaria non conosce distinzioni di governi e poteri: sono tutti uguali e rappresentano gli ostacoli ad una società più giusta ed egualitaria. Dunque, l’insediamento ai vertici governativi del partito giallo-verde non cambia radicalmente le carte in tavola. Le offensive reazionarie sono partite sia da partiti di centro sinistra sia di estrema destra. L’immigrato è “nemico” dell’italiano medio già dai tempi del Ministro degli Interni Minniti, se non, ovviamente, anche prima.

Salvini, sostanzialmente, ha perpetrato il meccanismo del ministro del PD: il nemico non è lo sfruttatore, bensì lo sfruttato. L’abilità fondamentale dell’attuale Ministro è stato quello di riuscire a barcamenarsi anche attraverso i social, creando quasi un personaggio rappresentante l’italiano medio. Conosciamo tutti e tutte le sue foto davanti a piatti tipici provenienti da tutte le parti d’Italia e le sue “umili” foto da stanco lavoratore. Quindi, in teoria, il messaggio che vuole farci pervenire è che lui non è altro che un italiano medio come tanti, che combatte contro chi vuole distruggere la nostra società e i nostri “valori”. Come al solito, come è successo spesso nella storia dell’umanità, dei politici ambiziosi e decisamente furbi puntano il dito contro il settore debole della società per raggiungere i propri scopi. In un periodo storico così delicato, l’opportunista di turno sa come farsi valere. Tutta la campagna elettorale di Salvini, è noto, si è basata sulla caccia all’immigrato. Una volta insediatosi al governo ha tentato di far valere il suo polso duro contro gli sfruttati e le sfruttate che vengono qui a cercare rifugio.

Ma una volta attuata la caccia alle streghe da questo punto vista, ne è cominciata un’altra: la caccia all’anarchico. In teoria, quindi, vi è il ritorno dell’italiano medio che si pone contro un elemento “sovversivo”, “facinoroso” e “pericoloso”. Insomma, se hai una vita normale non scegli di essere “anarchico”. Se sei un onesto lavoratore non rompi le scatole all’ordine costituito. Dunque, l’elemento di disturbo, oltre all’immigrato, è colui che non si allinea, che non decide di coordinarsi ideologicamente con l’italiano medio: o con noi o contro di noi.

D’altronde l’elemento fascistoide, oltre ad emergere chiaramente nel messaggio politico dell’attuale governo, si presenta evidente anche nei numerosi interventi pubblici del Ministro degli interni. Tutto questo ha avuto il suo culmine nello sgombero dell’Asilo Occupato di Torino e nell’arresto di alcun* compagn* di Trento,quest’ultimo coordinato anche attraverso l’aiuto dell’antiterrorismo. Nel caso di Torino si registrano delle parole decisamente preoccupanti del Questore Francesco Messina, il quale riferendosi a* compagn* ha parlato di prigionieri e non di arrestati (“Sono Prigionieri, non arrestati”). L’attacco portato avanti all’Asilo Occupato di Torino dimostra ancora in toto quanto detto nelle righe più su: l’anarchico che difende i diritti umani dello sfruttato straniero è un criminale. I compagni e le compagne dell’Asilo Occupato portavano lotte contro i CPR, le prigioni amministrative per immigrati senza documenti. A ciò è seguito, pochi giorni più tardi, l’arresto già citato a Trento. Insomma, senza ripetere ciò che conosciamo, la demonizzazione ora verte nei confronti dei “sovversivi”. Parafrasando le parole di Donatella Di Cesare, presenti in UN del 24\02\2019: “Nel mirino è chi solidarizza con gli ultimi degli ultimi, i poveri dei poveri, i migranti”. Per quanto riguarda invece Trento l’accusa è di terrorismo.

In questo clima di tensione continuo, perpetrato dalle forze politiche al vertice, i compagni e le compagne hanno deciso di reagire con l’intento di dimostrare che la voce non può essere solo quella del padrone. Numerose sono state le iniziative di piazza proposte in alcune città di Italia. Davanti a tutto ciò Roma non è rimasta a guardare. Infatti, sabato 2 Marzo, si è svolto nella capitale un corteo in solidarietà dei compagni e compagne arrestat* tra Torino e Trento e contro le politiche xenofobe e repressive del governo.

La volontà di rispondere a questa ondata di criminalizzazione delle lotte sociali ha spinto gli attivisti anarchici romani a far sentire la propria voce. L’iniziativa di piazza che ha coinvolto tutte le realtà anarchiche di Roma è stata lanciata dal Nunc Est Delendum (NED). Nel corso delle ultime settimana si sono tenute assemblee collettive sia presso la Biblioteca Abusiva Metropolitana (BAM) che presso lo stesso NED; queste riunioni sono state molto vivaci e partecipate. Durante queste ultime è stato proposto di partecipare senza spezzoni e sigle, in modo di dimostrare la coesione tra tutti i gruppi cittadini uniti sotto lo stesso ideale e pensiero. Non hanno importanza le piccole differenze di approccio all’anarchismo o le piccole divergenze ideologiche: il movimento non si arresta!

Oltre trecento partecipanti hanno sfilato da Largo Preneste fino a coinvolgere gran parte di Torpignattara. Il corteo è stato organizzato volutamente in zone popolari di Roma est, quartieri nei quali ci sono molte minoranze di sfruttati e sfruttate. La manifestazione è terminata in maniera del tutto tranquilla anche se i presenti hanno assistito alla provocazione avvenuta davanti alla polizia da parte di un soggetto ignoto. Nonostante il numero degli attivisti si è notata la viva partecipazione dei residenti, i quali più volte hanno dimostrato la propria solidarietà e curiosità fermandosi ai lati delle strade e affacciandosi ai propri balconi. Non sono mancati anche cori di solidarietà contro stato e polizia da parte degli abitanti. Sembra evidente che con questi gesti, in parte, la retorica governativa diviene contraddittoria: in un quartiere popolare alcune frange degli abitanti solidarizzano con chi dice basta a queste politiche di esclusione e repressione. I lavoratori di quartieri popolari dimostrano di essere vicini a messaggi contro questo governo che si propone di rappresentare l’”onesto lavoratore medio”.

A Roma il Movimento partito con questo corteo ha intenzione di mandare un messaggio forte ai politicanti di palazzo, oltre che esprimere solidarietà a chi ha subito in prima persona l’arresto. L’approccio comunicativo di questo coordinamento dimostra come la retorica governativa non ha nulla a vedere con la realtà dei fatti: l’italiano medio rappresentato da Salvini non è altro che un cliché propagandistico. Roma si oppone al tentativo di demonizzare la lotta sociale ed ha intenzione di continuare a smentire l’attacco dei media. Il messaggio più importante di questa collaborazione tra realtà è che ciò non ha intenzione di fermarsi, nella pratica, ad un corteo isolato, ma dare inizio a qualcosa di più grande. Con ciò si vuole dimostrare che uniti si può lottare e che nessuno si arrenderà alle politiche governative. Vogliamo rifare nostra la strada e continuare sul nostro cammino di lotta!

Gruppo Anarchico Michail Bakunin – FAI Roma

Related posts