Un nuovo multilateralismo? La SCO e il vertice di Tianjin

Si è concluso il primo settembre a Tianjin, in Cina, il 24° vertice della Shanghai Cooperation Organization (SCO), che ha visto la partecipazione dei presidenti Xi Jinping, Vladimir Putin e Narendra Modi. La dichiarazione finale ribadisce l’obiettivo di costruire un sistema di governance globale più “equo e multilaterale”, contrapposto all’egemonia statunitense e alle strutture di sicurezza euro-atlantiche. Il summit, nato originariamente come piattaforma centro-asiatica di cooperazione, ha confermato la crescente intesa fra potenze emergenti in ambito economico, tecnologico e militare. Tuttavia, la scelta di non menzionare il conflitto in Ucraina segnala come la priorità dei governi partecipanti sia innanzitutto consolidare il proprio spazio politico e rafforzare le rispettive sfere di influenza.

Nuovo assetto economico-finanziario

Seguendo il modello della Nuova Banca di Sviluppo dei BRICS, i membri hanno deciso la creazione di una SCO Development Bank, destinata a finanziare progetti economici, infrastrutturali e sociali nei dieci paesi aderenti. Putin ha inoltre proposto l’emissione di bond comuni e la creazione di un sistema di pagamenti multilaterale, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dal dollaro e rafforzare l’integrazione economica intra-SCO. Dal punto di vista critico, si tratta di un ulteriore tassello nella competizione tra potenze, dove strumenti finanziari alternativi non mettono in discussione la logica capitalistica di fondo, ma semplicemente spostano il baricentro verso nuovi poli di comando.

Cooperazione su AI, spazio e cybersicurezza

A Tianjin è stata firmata un’intesa per approfondire la cooperazione nello sviluppo dell’intelligenza artificiale. Modi ha insistito sulla necessità di garantire pari accesso alle nuove tecnologie, mentre Xi ha invitato i membri a partecipare al programma cinese di ricerca lunare e ha proposto un centro di cooperazione comune sull’AI. Parallelamente, gli stati SCO hanno concordato un rafforzamento delle misure comuni contro il terrorismo, la cybersicurezza e la condivisione di intelligence. Dietro il lessico della “cooperazione”, è evidente la spinta verso forme più raffinate di controllo sociale e repressione del dissenso, in linea con la crescente centralità della sorveglianza digitale nei sistemi autoritari e semi-autoritarî che compongono l’organizzazione.

Il progetto SCO 2035

Il vertice ha approvato un documento di sviluppo con orizzonte al 2035. È stato inoltre unificato lo status tra paesi osservatori e “dialogue partner”: il Laos è il primo a ricevere questa nuova qualifica. Parallelamente, la SCO ha ottenuto lo status di osservatore presso la Comunità degli Stati Indipendenti (CSI).

SCO, BRICS e la centralità russa

Nonostante i 24 anni di storia, la SCO sembra oggi meno influente rispetto ai BRICS e soprattutto al formato ampliato BRICS+, che ha raccolto più visibilità internazionale. Tuttavia, la conferenza di Tianjin ha segnato un avvicinamento di Cina e India alla Russia. Per il Cremlino si tratta di un risultato politico non trascurabile, che alimenta la retorica del “multilateralismo alternativo”.

Ma di fronte alle narrazioni ufficiali, resta il dato fondamentale: sia l’Occidente che i blocchi “alternativi” continuano a muoversi all’interno della stessa logica di competizione imperialista, ricerca di aree di influenza e rafforzamento degli apparati militari e repressivi. Per chi guarda dal basso, non c’è nessun nuovo ordine mondiale equo all’orizzonte, ma la perpetuazione delle logiche statali che schiacciano i popoli.

Totò Caggese

 

La Shanghai Cooperation Organization (SCO) nasce nel 2001 come evoluzione del “Gruppo di Shanghai”, inizialmente composto da Cina, Russia, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan.

La Comunità degli Stati Indipendenti (CSI) è un’organizzazione internazionale nata nel 1991 dopo la dissoluzione dell’URSS.

Il gruppo BRICS nasce nel 2009 riunendo Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. Dal 2023 si è ampliato in BRICS+.

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