Mi sveglio la mattina, preparo il caffè e do un’occhiata sullo smartphone a faccialibro notando una notizia che, ad un primo sguardo mi appare una bufala: troppo simile ad una barzelletta per essere vera, mi viene da pensare sul momento. Mi ricorda un po’ la storia della squadra navale americana che, per un errore della navigazione radar assistita in mare, pretende che un faro su di un’isola si sposti per lasciarla passare, con relativo scambio di battute dall’effetto esilarante.[1] Il mio animo logico però poco dopo si ribella all’applicazione di pregiudizi e fallacie, per cui vado a vedere meglio la cosa… e la barzelletta smette di essere tale, mostrandosi non una bufala ma un evento reale, pur nella sua follia al limite dell’onirico.
Gli eventi sono stati questi (li ricostruisco direttamente dalla stampa a stelle e strisce, più prodiga di particolari e presumibilmente più precisa di quella italiana). Un matematico di origine italiana, dall’aspetto tipicamente mediterraneo ma comunque europeo, che lavora presso un prestigioso consorzio di università statunitensi si imbarca su un volo per la città di Syracuse dove deve svolgere un ciclo di lezioni. Si siede al suo posto presso una bionda trentenne dall’aspetto atletico, le rivolge un breve saluto iniziando subito a leggere un testo di matematica ed a risolvere un’equazione differenziale. La bionda gli chiede se lui è proprio di Syracuse (città con una forte presenza di italoamericani) e lui le risponde di no, continuando a svolgere il suo lavoro. La donna allora finge un malore, le si avvicina allora una hostess cui lei consegna un biglietto di nascosto, che viene recapitata al comandante dell’aereo. Dopo poco, la donna viene fatta scendere dall’aereo ed imbarcata nascostamente in un altro velivolo, mentre dopo qualche altro minuto il matematico è raggiunto dalla polizia che lo scorta a sua volta fuori dall’aereo comunicandogli che è trattenuto in quanto sospettato di terrorismo, perché scriveva in arabo (SIC) a bordo di un aereo e nascondeva la sua identità mediorientale, facendo finta di essere europeo. Solo l’arrivo di un funzionario di polizia, che ha riconosciuto gli appunti dell’equazione differenziale per quello che erano e, con una veloce ricerca in rete, lo ha identificato come un matematico noto a livello internazionale, ha sbloccato la situazione e l’aereo è potuto partire con due ore circa di ritardo. Della donna bionda ed atletica non si sa nulla a tutt’oggi: qualcuno sospetta che per lei sia scattato una sorta di programma di protezione dei “testimoni”… Insomma, una situazione che sarebbe stata ridicola persino se il professore di matematica avesse davvero scritto in arabo qualcosa e fosse stato di origine mediorientale.
Ironia della sorte, Guido Menzio, il matematico in questione, attualmente si occupa esattamente dello studio di situazioni problematiche del genere, come egli stesso spiega in un’email: “Che poi, questa storia ha molto a che fare anche con il mio lavoro. Io studio proprio questo, ‘search theory’, la teoria economica delle informazioni: quante informazioni servono per prendere una decisione? Quando dovresti smettere di cercare tra le offerte di lavoro e accettarne uno? Quando dovresti smetterla di uscire con una ragazza e sposarla? Questi sono problemi da Nobel, l’ha vinto il mio mentore Dale Mortensen nel 2010 insieme a Chris Pissarides e Peter Diamond per il suo contributo nello studio di questo genere di problemi”.[2] Trattandosi di una tematica che anche se superficialmente conosco, mi arrischio a qualche considerazione in merito che credo getti luce su di un contesto aberrante.
Si è trattato certamente di un “falso positivo” o “errore di primo tipo” in un sistema di sicurezza, ma la particolarità della questione è che l’aspetto paradossale, quasi onirico, della faccenda sta proprio nel fatto che, da un lato, la questione era talmente evidente, dall’altro, il sistema di sicurezza degli aeroporti a stelle e strisce ben collaudato: eppure il ridicolissimo errore di primo tipo si è verificato. Cosa è accaduto? In poche parole, l’impatto dell’irrazionale – la xenofobia e l’ignoranza a catena – ha fatto prendere lucciole per lanterne prima alla passeggera, poi all’equipaggio, infine alla polizia prima dell’arrivo del funzionario, facendo saltare qualunque protocollo ed anche un minimo di buon senso.
Proviamo a cercare di ipotizzare la dinamica che deve essersi verificata. La bionda signora non è in grado di distinguere la matematica dall’arabo e vede il matematico scrivere nei segni di una lingua a lei sconosciuta (dunque deve essere arabo). Ha magari sentito parlare dei terroristi che lasciano i loro testamenti (indistruttibili ed ignifughi, come si sa sono tutti i loro documenti) a bordo degli aerei attaccati e forse pensa che questi lo abbia dimenticato a terra e lo stia ora scrivendo al volo, oppure ha sentito parlare degli esplosivi da fare a bordo e pensa che lui stia ripassando le procedure o qualche altra cosa del genere. Non gli sembra però mediorientale, ma ha un lampo di genio: ora gli chiede se è di Syracuse. Lui risponde di no e la signora ne conclude che non è italoamericano, fa solo finta di esserlo ed imita l’accento italiano. Dio mio, è un terrorista! – deve aver pensato. Dopo di che ha messo nero su bianco sul pizzino le sue brillanti deduzioni e le ha passate ad un equipaggio dotata degli stessi stereotipi mentali e spessore culturale, che ha contattato altre persone simili dotate di poteri di polizia che, forti dei loro stereotipi razzisti e dall’alto della loro paragonabile cultura, non hanno ritenuto di dover effettuare alcun ulteriore controllo ed hanno agito di conseguenza, creando la ridicolissima situazione descritta, giungendo persino a dire ufficialmente – cosa non ritrattata – che il motivo per cui lo trattenevano era che lui stava scrivendo in arabo a bordo di un aereo – nella loro mente, questa cosa era divenuta un indizio gravissimo di reato.
Si tratta di una situazione, si potrebbe credere, di estrema improbabilità statistica e, in effetti, falsi positivi a questi livelli parossistici si verificano di rado. Il tutto finirebbe qui, dal punto di vista dell’analisi, se non ci fossero stati negli USA tutta una serie di episodi simili in cui xenofobia ed ignoranza hanno creato situazioni simili, appena un filino meno paradossali e non balzati agli onori della cronaca (ad esempio un’identica catena di imbecillità ignorante che ha costretto a scendere dall’aereo una malata di tumore per il rischio di infettare del suo tumore gli altri passeggeri…).[3] Dall’11 settembre 2001 sono passati quindici anni, che hanno visto una martellante campagna xenofoba contro le popolazioni arabe e/o assimilate, mentre l’attacco allo stato sociale ha diminuito sempre più la qualità dell’istruzione scolastica (con una minima inversione di tendenza sotto l’amministrazione Obama) ed i media veicolano quotidianamente il culto dell’irrazionalità e dell’ignoranza di personaggi pubblici – Trump, citatissimo in questa vicenda, è solo la punta dell’iceberg. Quella che agli occhi di un europeo può apparire come una coincidenza molto improbabile di compresenze di fattori umani che hanno creato una catena di imbecillità, negli Stati Uniti post 11 settembre, purtroppo, la cosa è meno improbabile. Il problema è che falsi positivi del genere, data una situazione come quella descritta di cura dell’ignoranza e della xenofobia, possono anche presentarsi a livelli molto più alti della gerarchia del potere politico (e militare…) a stelle e strisce e, dato l’andazzo generale, anche altrove. Insomma, ancora una volta, il sonno della ragione genera mostri.
Enrico Voccia
[1] La storia, per soddisfare la curiosità del lettore che non la conoscesse, è più o meno (circola in numerose varianti, con diverse date, navi e fari) la seguente, molto carina, forse fondata sul ricamo esagerato fatto in base qualche episodio parzialmente reale:
“Conversazione realmente registrata sulla frequenza di emergenza marittima sul canale 106 a largo della costa di Finisterra (Galicia), tra galiziani e americani, il 16 ottobre 1997.
Spagnoli: (rumore di fondo) … vi parla l’A-853, per favore, virate 15 gradi sud per evitare di entrare in collisione con noi. Vi state dirigendo esattamente contro di noi, distanza 25 miglia nautiche.
Americani: (rumore di fondo) … vi suggeriamo di virare 15 gradi Nord per evitare la collisione
Spagnoli: Negativo. Ripetiamo, virate 15 gradi sud per evitare la collisione
Americani: (un’altra voce) Vi parla il Capitano di una nave degli Stati Uniti d’America. Vi intimiamo di virare 15 gradi nord per evitare la collisione.
Spagnoli: Non lo consideriamo fattibile, nè conveniente, vi suggeriamo di virare di 15 gradi per evitare di scontrarvi con noi.
Americani: (urlando) VI PARLA IL CAPITANO RICHARD JAMES HOWARD, AL COMANDO DELLA PORTAEREI USS LINCOLN, DELLA MARINA DEGLI STATI UNITI D’AMERICA, LA SECONDA NAVE DA GUERRA PIU’ GRANDE DELLA FLOTTA AMERICANA. CI SCORTANO 2 CORAZZATE, 6 DISTRUTTORI, 5 INCROCIATORI, 4 SOTTOMARINI E NUMEROSE ALTRE NAVI D’APPOGGIO. NON VI “SUGGERISCO”, VI “ORDINO” DI CAMBIARE LA VOSTRA ROTTA DI 15 GRADI NORD. IN CASO CONTRARIO CI VEDREMO COSTRETTI A PRENDERE LE MISURE NECESSARIE PER GARANTIRE LA SICUREZZA DI QUESTA NAVE. PER FAVORE OBBEDITE INMEDIATAMENTE E TOGLIETEVI DALLA NOSTRA ROTTA!
Spagnoli: Vi parla Juan Manuel Salas Alcantara. Siamo 2 persone. Ci scortano il nostro cane, il cibo, 2 birre, e un canarino che adesso sta dormendo. Abbiamo l’appoggio della stazione radio “Cadena Dial de La Coruña” e il canale 106 di emergenza marittima. Non ci dirigiamo da nessuna parte, visto che parliamo dalla terra ferma, siamo nel faro A-853 di Finisterra sulla costa Galiziana. Non abbiamo la più pallida idea di che posto abbiamo nella Classifica dei fari spagnoli. Potete prendere le misure che considerate opportune e fare quel cazzo che vi pare per garantire la sicurezza della vostra nave di merda che si sfracellerà sulla roccia. Pertanto insistiamo di nuovo e vi suggeriamo di fare la cosa più sensata e di cambiare la vostra rotta di 15 gradi sud per evitare la collisione.
Americani: Bene, ricevuto, grazie”.
[2] Citata in http://www.jobsnews.it/2016/05/aereo-bloccato-professore-di-matematica-preso-per-terrorista-guido-menzio-una-barzelletta/ .
[3] Vedi https://www.washingtonpost.com/posteverything/wp/2016/04/19/i-used-to-be-a-flight-attendant-dealing-with-passengers-racism-is-part-of-the-job/?tid=a_inl e https://www.washingtonpost.com/news/morning-mix/wp/2015/04/08/alaska-airlines-apologizes-after-kicking-woman-off-flight-for-having-cancer/?tid=a_inl .