Inno del primo maggio

 L’Inno del Primo Maggio fu scritto da Pietro Gori sulla base della melodia del Va’ pensiero, il coro del Nabucco verdiano, nel 1892, nel carcere milanese di San Vittore dove era stato rinchiuso preventivamente
Vieni o Maggio t’aspettan le genti
ti salutano i liberi cuori
dolce Pasqua dei lavoratori
vieni e splendi alla gloria del sol
Squilli un inno di alate speranze
al gran verde che il frutto matura
a la vasta ideal fioritura
in cui freme il lucente avvenir
Disertate o falangi di schiavi
dai cantieri da l’arse officine
via dai campi su da le marine
tregua tregua all’eterno sudor!
Innalziamo le mani incallite
e sian fascio di forze fecondo
noi vogliamo redimere il mondo
dai tiranni de l’ozio e de l’or
Giovinezze dolori ideali
primavere dal fascino arcano
verde maggio del genere umano
date ai petti il coraggio e la fè
Date fiori ai ribelli caduti
collo sguardo rivolto all’aurora
al gagliardo che lotta e lavora
al veggente poeta che muor!
 

*indicazioni bibliografiche Catanuto S., Schirone F. Il canto anarchico in Italia nell’Ottocento e nel Novecento, Zero in condotta, Milano, 2009
 
Poeta son fedele a Pietro Gori
e, come lui sostenne Malatesta,
è giusto che la musa mia s’accori
per l’Umanità Nova, che spodesta
Mammona, tributando carmi e allori
al Libero Pensiero ed alle gesta
d’òmini e donne che, per l’Ideale,
da un secolo fan vivere il giornale.
In questi dì frenetici assai vale,
siccome le attenzion vengon distolte
dal ragionare col sensazionale,
che vere riflessioni sian raccolte
n’una pubblicazion settimanale.
Così le puoi rilegger sette volte.
La foto è il mio modesto contributo
alla memoria. Amici vi saluto.
Giovanni Bartolomei da Prato
 

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