Il generale Bergoglio e la guerra della Chiesa

A ridosso della giornata internazionale per l’aborto sicuro, libero e gratuito, che ha visto iniziative in tutta Italia e in molti paesi del mondo, il Papa, intervistato in aereo durante il viaggio di ritorno da una visita pastorale in Belgio, ha sentito il bisogno di esprimersi per l’ennesima volta sul tema con parole offensive, con violenza.

Le espressioni sono quelle di sempre, molto care al Papa, utilizzate anche in altre occasioni come “l’aborto è il peggiore degli omicidi”, è “immorale la sua difesa sproporzionata”, “i medici che lo praticano sono dei sicari”.

Il viaggio in Belgio aveva, tra i vari scopi, la beatificazione di re Baldovino, che nel 1992 ha abdicato per ben 36 ore (sic!) per non firmare la legge che legalizzava l’aborto. Un re “coraggioso”, non c’è che dire ,“un politico con i pantaloni”, espressione che sottintende che l’uomo vero si mette i pantaloni, e che il vero politico è un maschio. Ha proseguito all’Università di Lovanio con la “teologia della donna” soggetto “di cura, di accoglienza feconda, di dedizione vitale” , esaltandone ancora una volta “il ruolo materno”, riuscendo ad essere contestato anche lì. Anche i medici hanno reagito, a questo insulto . È intervenuto l’Ordine dei medici con lettera al Ministero della Salute chiamando in causa lo Stato del Vaticano per il “marchio di infamia impresso dal Papa sulla categoria medica, e per ingerenza nella legittimità di una norma di legge del nostro Stato”. A tutto c’è un limite ma Bergoglio è smisurato. Ha ribadito la condanna del “femminismo come forma di estremismo”, per concludere che “la chiesa è donna”, come dimostra la grammatica che inquadra il termine nel genere femminile: una strizzata d’occhio per dirsi che in fondo è aperto e moderno.

Non ce n’era bisogno. Nella marcia contro l’autodeterminazione delle donne, e delle libere soggettività, che il Papa nomina come adepti della “teoria del gender”, la Chiesa ha molti sodali. Nelle piazze la rappresentano i cosiddetti Movimenti per la Vita che da decenni fanno la lotta alle scelte altrui, in Parlamento una politica di destra e centrodestra complice. Le Regioni sono ormai da anni laboratorio di sperimentazione di leggi finalizzate ad aumentare le difficoltà di accesso all’interruzione volontaria di gravidanza: le mozioni per la vita, i cimiteri dei feti, il contrasto alle linee guida per l’aborto farmacologico, gli obiettori, e infine i fondi alle associazioni anti-abortiste. Ultimo caso la Regione Piemonte che attraverso i finanziamenti del Fondo di Vita Nascente ha aperto la “stanza dell’ascolto” all’ospedale Sant’Anna di Torino. Fondi distolti dal PNRR mentre sanità, consultori, welfare, sono allo sbando (per un approfondimento si vedano gli articoli: Libere di scegliere UN n. 28 del 29/9/2024 e Via i “provita” dai consultori UN n. 15 del 28/4/2024). A questo si somma l’opera coercitiva di persuasione alla maternità, da ricondurre rigorosamente all’interno della cornice della famiglia tradizionale. L’iniziativa “culturale” promossa dagli Stati Generali della Natalità, che verrà anche portata in tour a partire da Bologna il 12 ottobre, va in questa direzione.

L’abilità comunicativa di Bergoglio è un fatto, in ambito commerciale si direbbe che “sa vendere bene il suo prodotto”. Che è un prodotto fatto di odio, violenza, aggressività, oppressione e oscurantismo, di guerra alla libertà. Nella drammatica escalation militare che caratterizza questo momento storico, nelle stragi a cui assistiamo quotidianamente, in Ucraina, in Palestina, in Sudan e in tutte quelle che non vediamo, il Papa si è guadagnato simpatie anche dalla cosiddetta sinistra per la sua generica condanna della guerra e per le altrettanto sbiadite esortazioni al dialogo tra le parti. E con la lettera enciclica “Laudato si”, si è posizionato sull’interconnessione tra crisi ambientale e crisi sociale. Il papa dalle tante facce è anche pacifista, ecologista, l’unico statista (è capo dello Stato del Vaticano) che condanna la guerra e predica pace e amore, per alcuni quindi addirittura il papa compagno. Attenzione.

Il Papa fa guerra a chi si ribella all’assoggettamento al proprio ruolo sessuale, funzionale alla riproduzione sociale, a chi rivendica la libertà di scegliere come vivere e amare, ma non farà mai guerra al profitto, e alle scelte guerrafondaie dei governi che lo proteggono, perché la Chiesa resiste da 2000 anni sul mercato, con il loro appoggio. La donna che abortisce è omicida, il medico che svolge il suo lavoro è un sicario. Colpevolizzazione, condanna, stigma. Forse, visto il suo tanto sbandierato amore per la pace, dovrebbe accorgersi di quelli che sono i veri “sicari”: i capi di governo, i ministri della difesa, che tagliano la spesa sociale per armare l’esercito per la guerra, o per inviare armi ad altri eserciti, i generali che decidono un bombardamento o un’invasione o gli obiettivi di missili e droni assassini, che perseguitano e reprimono chi si rifiuta di obbedire e diserta. L’elenco dei sicari, quelli veri, quelli a cui Bergoglio non esita a stringere la mano, è lungo.

A chi, anche da “sinistra”, mantiene simpatie papaline, ricordiamo che se i finanziamenti governativi agli antiabortisti nei consultori, le politiche antiabortiste, le lotte alla fantomatica ideologia gender, si moltiplicano, è perché alle spalle c’è la mano benedicente del Vaticano e del papa in carica.

Alfonsina Strada

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