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I costi dell’avventura ucraina

I costi dell’avventura ucraina

Secondo l’ultimo rapporto dell’Ukraina support tracker (7 dicembre 2022), l’Europa ha superato per la prima volta gli Stati Uniti per quanto riguarda il valore degli aiuti totali impegnati a favore dell’Ucraina.

L’ Ukraina support tracker è un gruppo di ricerca all’interno del Kiel Institut für Weltwirtschaft (Istituto per l’economia mondiale di Kiel) che elenca e quantifica gli aiuti militari, finanziari e umanitari ricevuti dall’Ucraina nel contesto della guerra con la Russia. Il prossimo rapporto uscirà a febbraio.

Nel periodo dal 4 ottobre al 20 novembre dell’anno scorso, l’Unione Europea ha ampliato il proprio sostegno. Gli stati e le istituzioni dell’UE hanno raggiunto alla data del rapporto un totale di quasi 52 miliardi di euro in assistenza militare, finanziaria e umanitaria. Gli impegni assunti dagli Stati Uniti ammontano a poco meno di 48 miliardi di euro. Il motivo principale dei cambiamenti è un pacchetto di assistenza macrofinanziaria (AMF) da 18 miliardi di euro concordato dall’UE per il 2023. Gli Stati Uniti non hanno nuovamente esteso i loro impegni complessivi di grande sostegno e alcuni fondi sbloccati dal Congresso sono rimasti inutilizzati nel frattempo, con la chiusura dell’esercizio finanziario 2022.

Al 7 dicembre, la Germania, il principale governo donatore in Europa in termini assoluti, ha superato per la prima volta il Regno Unito grazie al suo contributo al nuovo pacchetto dell’UE, con un totale di 12,6 miliardi di euro destinati all’Ucraina. La Germania si è impegnata e ha consegnato più armi e attrezzature invernali, oltre a un nuovo grande pacchetto per sostenere la sicurezza informatica e gli sforzi di intelligence sui crimini di guerra.

Il 10 dicembre il Consiglio dell’Unione Europea ha deliberato di accrescere a 18 miliardi il pacchetto di assistenza macrofinanziaria all’Ucraina per il 2023. Il pacchetto, approvato a tamburo battente dal Parlamento, ha come obiettivo di fornire assistenza finanziaria a breve termine, finanziando le necessità immediate dell’Ucraina, il ripristino delle infrastrutture critiche e il sostegno iniziale alla ricostruzione postbellica sostenibile; ciò al fine di sostenere l’Ucraina nel suo percorso verso l’integrazione europea. Il consiglio inoltre ha stabilito che siano i 26 stati membri, e non l’Unione, a svolgere la funzione di garanti del prestito a lunga scadenza: saranno gli stati membri a farsi carico di gran parte dei relativi interessi. Infine, la concessione del prestito sarà subordinata a riforme che il governo ucraino dovrà introdurre nel paese. In questo modo l’Ucraina si sottomette al vassallaggio verso la burocrazia di Bruxelles.

In realtà, è solo grazie alla somma degli aiuti delle istituzioni e degli stati membri che l’Unione Europea ha superato gli Stati Uniti nel sostegno all’Ucraina. Se consideriamo l’insieme degli stati definiti anglosassoni (Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Australia, Nuova Zelanda), il gruppo continentale rappresentato dalle istituzioni europee e dagli stati membri rimane indietro rispetto ai 59 miliardi di euro erogati dal gruppo anglosassone.

La riflessione sui contributi occidentali all’Ucraina porta a due considerazioni.

Al di là dei risultati sul campo di battaglia, oggi l’Ucraina è massicciamente indebitata con i governi occidentali e non esiste alcuna possibilità di ripianare il debito anche nel medio periodo. Nel 2021 il prodotto interno lordo dell’Ucraina era pari a 177 miliardi di euro; al 20 novembre 2022 l’Ucraina aveva ricevuto aiuti per 121 miliardi, senza tener conto del debito precedente. È ovvio che tali somme potranno essere rimborsate solo sconfiggendo la Russia e imponendole onerose riparazioni. In ogni modo, quella che in Occidente viene chiamata indipendenza dell’Ucraina significa sottomissione del suo governo alle grandi istituzioni finanziarie internazionali e ai governi che le guidano.

Un’altra considerazione riguarda l’Unione Europea.

Il piano Next Generation EU (NGEU), di cui il PNRR rappresenta l’articolazione italiana, prevede investimenti per 750 miliardi di euro all’interno dell’Unione europea. Nel 2021 il prodotto interno lordo dell’Unione Europea era 14.500 miliardi di euro. La percentuale degli investimenti previsti dal piano NGEU sul PIL 2021 è del 5,17% in sei anni. Nel caso dell’Ucraina siamo di fronte a un finanziamento del 28% in un solo anno! Una sproporzione che mette in evidenza il carattere bellicista dell’Unione Europea e l’enorme speculazione alimentata da questa guerra.

E la pacchia, per i militari e i pescecani dell’industria bellica, continua.

Tiziano Antonelli

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