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Evitare l’inganno

Evitare l’inganno

Ogni giorno, milioni di persone si affacciano al mondo delle informazioni. Miliardi e miliardi di micro impulsi stimolano la nostra mente e, in alcuni casi, il nostro intelletto. Smartphone, autoradio, televisione bombardano le nostre certezze e i nostri punti fermi sull’esistenza. Viviamo in un mondo che, spesso, è possibile rintracciare nelle narrazioni proto-fantascientifiche della prima metà del Novecento. Tutti noi siamo testimoni di repentini cambi di opinioni da parte di persone a noi vicine, o a casi di vero e proprio analfabetismo pilotato dal mondo dei media. Ignoranza, grettezza, aggressività, nella società post-novecentesca, hanno acquisito il vero e proprio stato di valori politici ed intellettuali. Il politicante da salotto è osteggiato, come chi persegue ideali di libertà. Il superliberismo imperante sul globo terreste appoggia costantemente i tentativi di nullificare gli ideali o le passioni relative al cammino dell’uomo verso ciò che è contrario al sistema economico attuale. Le roccaforti della costruzione dell’opinione pubblica tentano quotidianamente di demotivare alla riflessione, o tentano di inirizzarla subdolamente.

Quasi ogni programma tv ci comunica che le idee sono inutili e nocive per la nostra libertà di spendere denaro e vivere in un regime costruito per la realizzazione economica dell’individuo. L’orto personale è l’unica cosa che conta nella nostra vita. Molteplici sono i tentativi di convincere l’uomo medio di star vivendo nel mondo della fine, dove quest’ultima persegue se stessa. A prima vista, Il vuoto ideologico ci circonda ogni giorno, il mondo delle idee è stato sconfitto. D’altronde i partiti attuali non sono nient’altro che una periferia del liberismo: che si dichiarino di destra o di sinistra non troviamo forze che si oppongano concretamente al meccanismo escludente legato al mondo dell’economia. Credere in un’ideologia, secondo i criteri dell’autoproclamatosi “mondo post-ideologico”, non consentirebbe di perseguire la realizzazione personale della propria vita, e porterebbe all’autodemolizione forzata. Quante volte sentiamo persone ripetere la classica frase stereotipata: “Ma stai ancora pensando all’anarchismo/comunismo/*ideologia random*? Ormai sono idee passate”. Insomma, in un modo costruito sulla mega potenza del neoliberismo, quindi di una ideologia pratica e praticata, viviamo in un modo post-ideologico.

Qualcuno ha tentato di riflettere sulla forza totalizzante della globalizzazione economica parlando, appunto, di “crolli”1 di muri e di edifici: preponderante è il riferimento al crollo del muro di Berlino e a quello delle Torri Gemelle che, in un certo immaginario, segnerebbero la fine del vecchio e l’inizio del nuovo mondo.

Dunque, il nuovo mondo ha tutta la legittimità di guardarsi indietro e, in teoria, riflettere su quello passato. Giorno dopo giorno i mass media ci parlano dei tempi che furono. Preponderanti, in alcuni canali, sono gli argomenti riguardanti il fascismo. Intellettuali, giornalisti, conduttori tv, professori universitari condannano costantemente ciò che fu il regime nazista/fascista a livello europeo e mondiale. Il messaggio di fondo è che quel tipo di movimento ideologico ha portato a distruzione e morte, persecuzioni su base razziali e tutto ciò che ci sia di più demoniaco al mondo. Come dare torto a tutto ciò? La demagogia presente dietro questi messaggi dovrebbe risultare però evidente dal momento che, in merito al fascismo, vengono sempre portati avanti dalle istituzioni precisi atteggiamenti smaccatamente ipocriti. Ad una condanna unanime del fascismo e del nazismo seguono, infatti, perennemente, dal secondo dopo guerra in poi, politiche di legittimazione nei confronti di partiti dichiaratamente fascisti e nazisti. In Italia abbiamo, per esempio, Forza Nuova e Casapound. I casi in Europa, e in tutto il mondo, sono molteplici. Questi partiti, inoltre, seguendo le cosiddette “ideologie che furono”, mettono in atto tutto ciò che ne segue. Ma quanto è labile il confine, in questo caso, tra ideologia e pratica? Davanti a tutto ciò la legge non si esprime. Questi partiti possono esistere, propagandare le proprie idee e possono essere votati. D’altronde anche Hitler arrivò al potere tramite le elezioni.

Di contro, invece, troviamo, da parte dei sistemi di comunicazione, una costante criminalizzazione dei movimenti chiamati “antagonisti”. Non importa lo schieramento politico ed ideologico, per loro sono in fin dei conti tutti uguali. Arresti, condanne, fantasticherie di ogni tipo sono portate avanti nei confronti di chi propone un mondo alternativo e più includente. Ma come, non ci troviamo in un mondo post-ideologico dove le idee non hanno più valore? Non sono idee retrograde, ottocentesche?

A quanto pare vengono usati due pesi e due misure nei confronti di persone che hanno diverse visioni del mondo. Tra la teoria e la pratica abbiamo di mezzo un oceano. Il Fascismo viene condannato verbalmente, ma non giuridicamente; le ideologie egualitarie vengono elogiate dal punto di vista verbale ma perseguitate dal punto di vista legale. Non dobbiamo cedere al condizionamento dei media dominanti, i quali, al di là di ogni apparenza di indipendenza, perseguono sempre determinati fini economici, ideologici e politici.

Lorenzetto

1 _ Illuminante, a tal proposito: M. Belpoliti, “Crolli”, Einaudi Editore, Torino, 2005.

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