Ddl 1660: pacchetto colpo di stato

In silenzio torna il fascismo

Antefatto 1: In Piazza Del Popolo a Roma, il 4 luglio 2020 Lega, Forza Italia e FdI danno vita alla loro prima manifestazione nazionale dopo lo scoppio della pandemia, per celebrare “la libertà” nella data in cui negli USA viene festeggiata la Rivoluzione Americana. Nello scenario surreale di una piazza riempita di 4mila sedie, tenute a distanza di sicurezza causa covid e rimaste in gran parte vuote, Tajani, Meloni e Salvini spiegano ai media e agli astanti la propria idea di libertà: è la libertà di perseguitare gli immigrati, gli omosessuali, le donne che abortiscono, i drogati, quelli che continuano a ribellarsi alla devastazione sociale e ambientale.

Antefatto 2: uno dei successi editoriali degli ultimi anni è il libro (autoprodotto) del generale della Folgore Roberto Vannacci, “Il Mondo Al Contrario”, che grazie ad Amazon ha venduto oltre mezzo milione di copie. Il mondo al contrario, va da sé, è il mondo che ha smarrito l’onore e i valori tradizionali, dove gli omosessuali possono adottare figli e andare in televisione a parlarne mentre addirittura la giocatrice di punta della nazionale femminile di pallavolo è una stangona con la pelle nera che certo non può rappresentare la fiera italica. Il mondo al contrario è quello in cui negri, omosessuali ed altri reietti non vengono perseguitati. Appunto…

Se non siete preoccupati, vuol dire che non state attenti” (Heather Heyer, attivista IWW uccisa dai trumpisti a Charlotteville il 12 agosto 2017)

Il Governo Meloni è salito al potere grazie al sistema elettorale maggioritario (figlio, è sempre il caso di ricordarlo, dell’insaziabile avidità di potere del PCI/PDS/DS/PD) che gli ha garantito il 60% dei seggi in Parlamento con poco più del 43% dei voti, corrispondenti peraltro a circa un quarto del corpo elettorale. La scarsità del consenso non ha però impedito a leghisti e fascisti di perseguire il proprio progetto di dare una netta svolta autoritaria, a partire dal famigerato decreto anti-rave, partorito di gran fretta nella prima riunione del governo il 31 ottobre 2022. Questo progetto si concretizza in parte anche nelle grandi riforme istituzionali, come quelle sulle modifiche della Costituzione (premierato e legge elettorale ancora più maggioritaria) e la legge sull’autonomia differenziata, che tanto preoccupano le opposizioni istituzionali, ma che sono anche molto al di là da venire. A segnare quotidianamente nelle nostre vite cosa significa vivere sotto un governo di fascisti e di leghisti, è però soprattutto l’incredibile mole di decreti leggi, circolari ministeriali e interventi sempre più brutali e apertamente repressivi di polizia e magistratura che di volta in volta colpiscono gli studenti che occupano le scuole, gli attivisti climatici, le Ong che salvano i profughi in mare, i lavoratori che fanno sciopero etc.

L’ultimo atto di queste politiche repressive (e finora il più ambizioso e il più feroce) è il disegno di legge n.1660, a firma non soltanto dei ministri degli Interni e della Giustizia Piantedosi e Nordio ma anche del ministro della Difesa Crosetto, meglio noto come “Pacchetto Sicurezza”, che dopo essere stato approvato dalle commissioni parlamentari a fine luglio, verrà discusso dalla Camera dei Deputati a partire dal 10 settembre e poi dal Senato. Nel “pacchetto” accanto a provvedimenti “tecnici” che vanno dalla tutela dei pentiti di mafia alla disciplina dei fuochi di artificio, ci sono una lunga serie di articoli che hanno l’intento dichiarato di “colmare un vuoto normativo nella efficace prevenzione” di atti, sabotaggi e altre forme di conflitto definite “eversive”, ma anche norme come quella che vorrebbe proibire la cannabis light. Il decreto si apre alla grande con l’articolo 1 dedicato alla repressione di quello che gli estensori della legge chiamano “il terrorismo della parola” che prevede una pena che va da due a sei anni a chiunque faccia circolare, in forma sia scritta (cartacea o elettronica) che orale (?), testi capaci di “sobillare” al compimento di atti illegali che coinvolgano uffici, istituzioni e servizi pubblici ma anche servizi di pubblica necessità (come un supermercato ad esempio). È un articolo che colpisce direttamente la libertà di opinione e che, come ha scritto Amnesty International, porta con sé il pericolo di interpretazioni estensive che potrebbero “classificare come azioni terroristiche le proteste pacifiche svolte mediante disobbedienza civile”, ma anche qualunque forma di dissenso che non inviti alla rassegnazione e alla passività. L’articolo 7, invece, dispone nuove norme sulla “revoca della cittadinanza” per i cittadini “non nati italiani”. Andando avanti, c’è l’articolo 8 sul contrasto all’occupazione “arbitraria” di immobili che punisce con la reclusione dai due ai sette anni gli “occupanti” e stabilisce che la polizia potrà procedere in qualsiasi momento al loro arresto. Poi ci sono l’articolo 10, che estende l’ambito di applicazione del cosiddetto “Daspo urbano” e l’articolo 11 che trasforma di nuovo in un reato penale il blocco stradale con il proprio corpo, che attualmente costituisce un illecito amministrativo, e che verrebbe punito con pene da sei mesi a due anni se più persone bloccano in maniera coordinata la circolazione su qualsiasi arteria stradale, anche i cancelli di una fabbrica. L’articolo è stato definito dai suoi estensori “anti-Ultima Generazione” perché dedicato agli attivisti climatici, insieme peraltro all’articolo 16 dedicato alla “tutela dei beni mobili e immobili adibiti all’esercizio di funzioni pubbliche”, che prevede la reclusione da sei mesi a tre anni e multe fino a 12.000 euro per recidiva per deturpamento o imbrattamento (anche temporanei come quelli fatti con le vernici lavabili) di immobili privati o mezzi pubblici. E la galleria degli orrori non si ferma… L’articolo 12 (definito orgogliosamente da Salvini “l’arma definitiva contro le borseggiatrici rom”) abolisce l’obbligatorietà del rinvio della pena per donne incinte e madri di prole nei primi tre anni di nascita del bambino. L’articolo 13 colpisce le persone che chiedono l’elemosina, che potranno essere allontanate anche con la forza (c’è scritto proprio così) “per non danneggiare il decoro urbano”, mentre i sindaci avranno nuovi poteri per istituire zone cittadine interdette ai mendicanti. All’articolo 19 della legge si definiscono nuove misure di polizia sia nelle strutture di trattenimento che in quelle di accoglienza per migranti, senza nessuna distinzione tra le due categorie, prevedendo per chi partecipa a “proteste” al loro interno la pena da uno a 4 anni per la sola partecipazione, poi fino a 8 anni con le aggravanti e fino venti anni se si verificano “lesioni” tra le persone coinvolte. Per proteste si intendono proteste di qualunque tipo anche totalmente non violente e infatti fascisti e leghisti chiamano questo articolo “legge anti-Gandhi” (insieme all’articolo 19, contro le proteste negli istituti penitenziari e che prevede le stesse pene), dato che sanziona anche “la resistenza passiva all’esecuzione degli ordini impartiti” e quindi pure lo sciopero della fame. L’articolo 20, invece, dedicato alla “tutela del personale di polizia, delle forze armate e dei vigili del fuoco”, dispone l’aumento di pena di un terzo in caso di violenza, minaccia o resistenza nei confronti di un pubblico ufficiale, anche per minime infrazioni, e consente agli “agenti di pubblica sicurezza” (poliziotti, carabinieri, finanzieri e vigili urbani) di portare armi, senza licenza, anche al di fuori degli orari di servizio. Infine, c’è l’articolo 23 che delega direttamente al Ministero degli Interni e ai vertici delle forze di polizia ogni valutazione sul “potenziamento degli strumenti di controllo sociale”, vista “la necessità di prevenire il rischio di eversione dell’ordine democratico”. Dato che leghisti e fascisti non si fanno mai mancare niente, all’elenco è stato aggiunto anche un emendamento che vieta la cannabis light che da più di dieci anni viene venduta nei negozi specializzati ma anche nei tabaccai di tutt’Italia senza suscitare neanche lo scandalo dei benpensanti. La cannabis però è da sempre una vera e propria ossessione per i fascisti nostrani (che il ritratto dello stupratore e torturatore San Vincenzo Muccioli se lo tengono sopra il letto). Così al “Pacchetto” hanno aggiunto un emendamento con cui viene di fatto dichiarata illegale tutta la canapa industriale, e non solo la cannabis light, perché vieta “la produzione di infiorescenze” in toto e, come sanno tutte le bambine e i bambini che hanno fatto la seconda elementare, i fiori sono necessari alle piante per continuare a riprodursi. Quest’emendamento aveva portato anche le principali associazioni dell’agricoltura in Italia, Coldiretti, CIA e Confagricoltori, a schierarsi contro, ma fascisti e leghisti, dopo averlo “accantonato” per qualche settimana, lo hanno riproposto nella versione finale anche se il settore della canapa legale oggi coinvolge in Italia circa 3mila aziende e 11mila lavoratori che perderanno inevitabilmente il lavoro ed anche se la stessa presentazione dell’emendamento è una violazione del diritto comunitario europeo, che richiede ai governi degli Stati membri di notificare le nuove regolamentazioni tecniche (come questa che mette fuorilegge una sostanza legale nella UE) prima della loro proposta.

Ha certamente dimostrato una grande lucidità il settimanale Der Spiegel, nel proprio discusso numero speciale intitolato: “Come in silenzio torna il fascismo” a dedicare un grande spazio proprio al “Pacchetto Sicurezza” del Governo Meloni e alle sue implicazioni “distopiche” non solo per le libertà d’espressione e manifestazione ma anche “per la convivenza umana”, ferita da norme crudeli come quelle sulle mamme in carcere e sui mendicanti. E sta a tutte e tutti coloro che temono un’ulteriore stretta autoritaria nel nostro paese trovare la lucidità di mobilitarsi contro un progetto di legge liberticida prima della sua definitiva approvazione (che potrebbe avvenire al massimo nell’arco di mesi).

robertino

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