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Agrolab di Carrara: laboratorio di disoccupazione.

Agrolab di Carrara: laboratorio di disoccupazione.

Intervento alla manifestazione del 1° maggio di Carrara di due tecnici di laboratorio della Agrolab a testimonianza della loro difficile situazione lavorativa – ndr

Siamo lavoratori della società Agrolab.
Abbiamo lavorato in precedenza per un’altra società (che lavorava negli stessi stabilimenti) dalla quale Agrolab ha rilevato 3 anni fa il ramo produttivo del laboratorio e in questi ultimi 15 – 20 anni la struttura è riuscita a crescere, a realizzare rapporti con con grandi aziende nazionali, a consolidare il proprio assetto ed aprire altre sedi in Sicilia e Basilicata.
Questa espansione ha condotto il nostro Laboratorio di analisi alla possibilità di specializzarsi molto andando a creare i presupposti per fare il salto qualitativo in termini di lavoro, che ha visto il gruppo raggiungere quel livello di miglioramento delle prestazioni chei ha portato a poter partecipare a gare di appalto importanti, che operano anche a livello internazionale.
Per l’impegno di tutti siamo riusciti ad espanderci fino a raggiungere più di 100 lavoratori impiegati nelle nostre strutture, sparsi nei vari settori
produttivi.
La nostra storia parte nel 2020, quando la precedente dirigenza decide di vendere il ramo aziendale del laboratorio che viene acquistato da una multinazionale europea, precisamente tedesca, che possiede vari tipi di siti produttivi dislocati in Europa.
Abbiamo pensato ad una possibilità di sviluppo e di miglioramento, a uno slancio verso altre prospettive di lavoro anche sullo scenario europeo. Abbiamo visto un’opportunità di estensione di potenzialità lavorative , ma non solo: c’era anche la prospettiva di una possibile realtà formativa per giovani ragazzi e ragazze, diplomati o universitari che avrebbero potuto dalla nostre zone carraresi, massesi, lunigianesi e dei territori confinanti, avere una possibilità di affacciarsi con noi al mondo del lavoro. In noi era nata la fiducia per un gruppo estero che probabilmente avrebbe aumentato il flusso di campioni di analisi e avrebbe magari dato il mantenimento alle nostre figure professionali nel tempo, con possibilità di progresso futuro.
L’inizio del 2020 non è stato facile, per nessuno, noi compresi: il COVID 19 ci ha bloccato in partenza, ma con la regolarizzazione, la temporizzazione, la divisione delle mansioni a rotazione ci ha dato la possibilità di reagire e dopo quel periodo negtivo il lavoro ha iniziato a fluire regolarmente con speranzosi segnali di crescita. Nel 2021 però alcuni eventi hanno iniziato a modificare l’assetto del “Sistema Laboratorio”: alcune figure professionali molto qualificate hanno deciso di abbandonare l’azienda e rivolgere le loro attenzioni lavorative altrove e verso altre realtà produttive, non venendo però reintegrati con altre figure professionali. Il lavoro rimasto da svolgere è stato così redistribuito sul personale rimasto, portando questi ultimi ad un aggravio di maggior carico di mansioni da svolgere.
Le uniche persone reintegrate in azienda sono stati dei giovani stagisti ed apprendisti, che solo dopo un periodo più o meno breve di formazione sono state poi avviate al lavoro.
La svolta peggiorativa più consistente per il personale avviene nel 2022, anno in cui è stato cambiato il software gestionale informatico aziendale: da quel momento tutto il laboratorio ha subito un rallentamento significativo della produzione a cui è stato
tolto tempo per la formazione computerizzata dei processi. Si sono dunque succeduti in quei mesi una serie di ritardi rilevanti nella consegna del lavoro e per evitare delle problematiche in termini di penali economiche, ci è stato comunicato verso l’estate, che i campioni in analisi non sarebbero più stati svolti a Carrara, ma dirottati in altre sedi lavorative del gruppo multinazionale, con la promessa che nel nostro sito ci sarebbe stata una riorganizzazione con avvicendamento di altri tipi di analisi su altre matrici.
Purtroppo le cose non hanno preso questa direzione ed arriviamo al novembre/dicembre 2022, quando il numero di campioni di analisi diventa inferiore alle aspettative, mentre la differenziazione lavorativa che ci avevano garantito non era stata realizzata
La vicenda mostra tutta la sua brutalità il 12 gennaio 2023, quando l’azienda comunica che per scelte della holding centrale tedesca, il laboratorio di Carrara avrebbe cessato le sue attività alla fine del mese di Giugno 2023. Un epilogo che riguarda la sorte di 30/40 dipendenti; l’azienda propone d alcuni lo spostamento volontario in Veneto (Vicenza) e in Sicilia (Priolo): una proposta insostenibile che comunque potrebbe assorbire pochi.
Questa presa di posizione netta e irrimediabile dell’azienda ci ha portato ad entrare
in vertenza sindacale. Arriviamo così al 10 Marzo 2023, quando ci viene comunicato tramite PEC il licenziamento collettivo di 34 unità.
Ad oggi, quasi arrivati alla fine, verso quella data di giugno che incombe, le speranze di una soluzione sono molto limitate; siamo due tecnici ambientali di 45 e 54 anni, abbiamo due famiglie, con figli piccoli e adolescenti da crescere, abbiamo famiglie d’origine con genitori anziano da curare e da rispettare nel prosieguo della loro vita. Siamo a casa senza un lavoro, in un’età che ci viene indicata come quella della “difficoltà del reinserimento lavorativo”. Abbiamo sentito il peso di essere trattati come numeri di un RATING percentuale che non rientra nei parametri, come un centro di costo nel
quale confluisce una busta paga.
Sia emotivamente che praticamente è difficile adesso riprendere una strada che porti ad un nuovo lavoro o alla formazione diversificata o radicalmente nuova per aprire nuove speranze e obiettivi, considerando anche la situazione della nostra provincia dove la condizione occupazionale è preoccupante. In questo quadro si aggiunge adesso
anche la nostra situazione aziendale, oltre ad altre che sono già da tempo sono incalzate dalla crisi nel territorio di Carrara.

Due tecnici di laboratorio della Agrolab di Carrara

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