
Questo sgombero non è un caso isolato, non è un caso di “irresponsabile gestione della piazza”. Sempre a Pisa meno di due anni l’allora capo della DIGOS sgomberò con la pistola in pugno uno stabile dell’università occupato dagli studenti che stavano conducendo un movimento contro provvedimenti che intendevano limitare l’accesso allo studio. Ma non si tratta si un caso isolato solo perché si colloca in un contesto locale e nazionale in cui aumenta la repressione e la violenza della polizia, questo sgombero non è un caso isolato perché è un ulteriore segnale di attacco al movimento che si è sviluppato nei mesi scorsi attorno alla questione femminista e di genere. Infatti il 3 maggio un altro spazio nato a Pisa dal percorso dell’otto marzo, La Limonaia, è stato sgomberato dalla polizia, mentre il 13 maggio a Torino per un’indagine su delle scritte murali sono state perquisite le abitazioni di due compagne e due compagni della Federazione Anarchica Torinese impegnate nella rete Non Una Di Meno.
Quando le lotte vengono condotte con le caratteristiche della autodeterminazione non integrabile nei meccanismi istituzionali si scatena la violenza dello stato e delle forze dell’ordine. E quando le questioni di genere diventano terreno concreto di sperimentazione e gestione di pratiche di libertà provocano l’immediata reazione dei cani da guardia dell’ordine costituito, che ha nella difesa dell’assetto sociale gerarchico e nel patriarcato la sua matrice.
La Federazione Anarchica Livornese ed il Collettivo Anarchico Libertario sono al fianco delle compagne aggredite dalla polizia e sostengono le iniziative di solidarietà e lotta in corso in questi giorni.