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Il socio

Il socio

Non poteva mancare la dichiarazione del presidente della repubblica Mattarella dal coro di elogi funebri che leva dall’Italia ufficiale, dai galantuomini di Confindustria, gli stessi che tributarono una standing ovation agli assassini della Thyssen-Krupp, per la morte di Sergio Marchionne. L’illustre cadavere se li merita davvero questi elogi? il suo comportamento quale dirigente d’azienda è stato coerente con lo status che l’ordinamento giuridico riconosce all’imprenditore?
Uno degli aspetti meno noti dell’attività professionale di Sergio Marchionne è il ruolo ricoperto all’interno di Philip Morris: da anni sedeva nel consiglio di amministrazione del colosso del tabacco; secondo un articolo pubblicato sul quotidiano di Confindustria era uno dei big, un socio addirittura; secondo sempre l’autore dell’articolo, il consiglio di amministrazione di Philip Morris è un “salotto buono” di dimensioni mondiali, un club esclusivo che raccoglie lobbisti di importanza planetaria. E’ credibile che un dirigente del suo calibro fosse all’oscuro delle massicce vendite effettuate dalla Philip Morris ai contrabbandieri, che fosse all’oscuro degli sforzi messi in campo dalle industrie del tabacco per impedire o quanto meno rallentare l’adozione di efficaci leggi a tutela dei lavoratori e dei cittadini contro il fumo?
Le multinazionali del tabacco, Philip Morris in testa, hanno agito deliberatamente per truffare lo Stato, hanno promosso il contrabbando di sigarette in modo da eludere le tasse da pagare al fisco; hanno nascosto i danni provocati dal fumo, e per questo sono state ripetutamente condannate dai tribunali in ogni paese del mondo: l’oggetto della loro attività, non una deformazione, non processi non conformi agli standard, proprio la produzione delle sigarette, provoca varie forme di tumore e milioni di morti in tutto il mondo, fra atroci sofferenze. Di queste sofferenze tutti noi abbiamo esperienza perché le abbiamo viste in un parente, un amico, un conoscente.
Un mistero simile avvolge la malattia che ha portato Marchionne alla morte. Il Corriere della Sera ipotizza che questa malattia sia proprio un tumore alla parte apicale del polmone, che provoca intensi dolori alle spalle; del resto, l’intervento chirurgico per la rimozione del tumore espone al rischio di una lesione dell’aorta e quindi del cervello. Questa ipotesi spiegherebbe gli accenni fatti in questi giorni sulle condizioni dell’ex amministratore delegato. Se questa ipotesi fosse vera, Marchionne avrebbe subito gli stessi danni imposti per anni ai consumatori e ai fumatori passivi, con la sua attiva partecipazione e grazie ai quali ha potuto accumulare un patrimonio fra i 600 e i 700 milioni di franchi svizzeri, rendendolo uno dei 300 svizzeri più benestanti. 
Quindi, delle due l’una. O Marchionne non si è comportato coerentemente con la funzione sociale dell’imprenditore, e allora non si merita gli elogi di Confindustria e degli esponenti delle istituzioni, o avvelenare il pubblico e frodare il fisco rientra nel ruolo dell’imprenditore, allora quello che distingue i capitalisti dai membri del crimine organizzato è ben poco. Tertium non datur.
Le servili dichiarazioni di Mattarella dimostrano la subordinazione del potere politico al potere economico: il presidente della repubblica è solo il bardo della classe dei capitalisti, incaricato di cantare le lodi dei suoi eroi, per un pubblico moderno ed elegante, ma soprattutto pagante.

Tiziano Antonelli


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