Siamo vicini ai familiari e agli amici delle vittime di questa nuova strage nel porto di Livorno.
Il deposito costiero Neri, impianto di cui si prospetta un ulteriore ampliamento, è composto di numerosi serbatoi (l’esplosione è avvenuta nel n°62), soggetti a frequenti cambi dei prodotti stoccati e questi cambiamenti comportano una serie di manovre ad alto rischio perché i prodotti sono altamente infiammabili, esplosivi, etc. Questo deposito è in una zona dove ci sono altre attività industriali ad alto rischio, vicino a una raffineria e in una zona di passaggio anche per i cittadini, che sopratutto nella stagione estiva, si recano al mare. Qui non è in ballo solo la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori, ma la sicurezza di un’intera area della città di Livorno. Questo è un segnale che va colto.
Non sappiamo ancora le precise cause di questa esplosione ma comunque ogni incidente sul lavoro accade perché non si spende sulla prevenzione a vantaggio del profitto. Spesso si sente dire che va ridotto il costo del lavoro, e quei risparmi vengono fatti scommettendo sulla vita delle lavoratrici e dei lavoratori. Con il ricatto della disoccupazione i padroni, i proprietari dei mezzi di produzione, impongono alle lavoratrici e ai lavoratori condizioni da “nuovo schiavismo”, mentre i risparmi sui costi della sicurezza ingrassano i profitti e i dividendi. Intanto chi chiede condizioni di lavoro più sicure, in porto e altrove, subisce provvedimenti disciplinari, mentre i sindacati che non si piegano ad accettare accordi capestro vengono emarginati, il tutto sotto l’occhio paterno dell’Autorità Portuale.
Sappiamo bene tutte e tutti che la richiesta di maggiori norme di sicurezza cade nel vuoto in questa società, società capitalista il cui fine è il profitto individuale. Una società in cui la Confindustria, che applaude al proprio congresso gli assassini della Thyssen-Krupp, si preoccupa della produttività e di maggiori margini di profitto chiedendo nuovi finanziamenti statali, i ministri rilanciano il messaggio, i politici mettono in programma con l’approvazione dei sindacati “rappresentativi”……e i lavoratori muoiono.
Per una società e una vita libera dallo sfruttamento.
La Commissione di Corrispondenza
della Federazione Anarchica Livornese