EastMed, South Stream, North Stream I e II, Southern Gas Corridor, Rete Adriatica SNAM: questi sono i nomi di alcuni dei mega-gasdotti con cui ora Russia, Cina e USA si stanno facendo la guerra, più o meno dichiarata, più o meno fredda o calda .
Il 7 febbraio 2022, poco più di due settimane prima dell’invasione dell’Ucraina, il presidente Biden aveva affermato, in presenza del cancelliere Olaf Scholz in visita nella capitale Usa, che la politica energetica tedesca non veniva più decisa a Berlino bensì a Washington: “Se la Russia – disse – dovesse invadere, cioè se carri armati e truppe attraverseranno di nuovo il confine dell’Ucraina, il Nord Stream II non esisterebbe più. Vi metteremo fine”. A settembre del 2022 ci sono stati i sabotaggi dei due gasdotti North Stream I e II, con l’impiego di oltre 500 kg di esplosivo ad alto potenziale posto sul fondo del mar Baltico dove erano adagiati i gasdotti sabotati. Il caso Nord Stream II è emblematico di come confliggevano gli interessi americani ed europei. Il North Stream II era stato completato il 6 settembre 2021 per trasportare il gas naturale dai giacimenti russi alla costa tedesca, estendendosi per 1.230 km sotto il Mar Baltico. Era stato ideato per potenziare il gas già fornito dalla Russia all’Europa raddoppiando il tracciato del Nord Stream I che gli correva parallelo. L’infrastruttura costata 11 miliardi di dollari è di proprietà della russa Gazprom. La società possiede anche il 51% del gasdotto originale North Stream. Non si trattava soltanto di una questione economica ma anche politica: voluto fortemente dalla ex cancelliera Angela Merkel, il North Stream era l’anello politico ed economico che agganciava la Russia all’Europa. Non è certo un caso che tutti i presidenti americani da Bush a Obama a Trump arrivando a Biden hanno pubblicamente messo in discussione l’esistenza stessa dei due gasdotti North Stream e sempre pubblicamente hanno appoggiato il Southern Gas Corridor, composto da South Caucasus Pipeline (Gasdotto BTE), Trans Anatolian Pipeline (TANAP), e Trans Adriatic Pipeline (TAP), che collegherebbe la zona del mar Caspio a Minerbio tramite il Salento e l’Appennino.
Perché per Mosca avevano un valore strategico i due gasdotti North Stream? Prima della costruzione dei due gasdotti, il gas russo passava attraverso i territori di Ucraina e Bielorussia. Una volta in funzione il North Stream II avrebbe consentito a Mosca di trasportare verso la Germania ulteriori 55 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno, collegando direttamente Russia e Germania senza attraversare né i paesi baltici né Polonia, Bielorussia e Ucraina, che sarebbero rimaste escluse da diritti di transito e che non avrebbero potuto imporre condizioni alla Russia. Da notare che tuttora la Russia fornisce metano all’Ucraina in quanto i gasdotti che portano questo gas all’Europa Occidentale passano proprio per l’Ucraina e questa non fa altro che prelevare direttamente i diritti di pedaggio. Angela Merkel ha dato le dimissioni e gli Usa hanno imposto al suo sostituto Olaf Scholz la rinuncia al secondo dei North Stream. Quando Mosca ha capito che il North Stream II non sarebbe diventato operativo, ha cominciato a minacciare l’Ucraina, che in precedenza aveva rifornito di metano a prezzo politico, perché non protestasse per la realizzazione del gasdotto, peraltro assai temuto dalla Polonia in quanto visto come strumento di espansione dell’influenza di Putin. Non contribuì a un clima di pace la richiesta ucraina di entrare nella NATO e la richiesta USA di poter impiantare basi missilistiche in Ucraina, anche per via del precedente del 3 maggio 1999 quando l’aviazione USA distrusse a colpi di missili l’ambasciata della neutrale Cina a Belgrado causando 3 morti. Attualmente gli USA stanno spingendo per il completamento del Corridoio Meridionale del Gas cioè il South Gas Corridor (SGC). Più in dettaglio, il SGC è un progetto di espansione del Gasdotto del Caucaso Meridionale (South Caucasus Pipeline) chiamato anche Baku-Tbilisi-Erzurum, così come la costruzione di gasdotto TANAP in Turchia e la sua estensione in Europa cioè il Gasdotto Trans-Adriatico (TAP). La lunghezza del progetto è di 3.500 chilometri; l’obiettivo è quello di ridurre la quota della Russia come fornitore di gas ed evitare il transito attraverso l’Ucraina in modo da consentire l’accesso al mercato europeo delle riserve di gas proveniente dal giacimento offshore azero di Shah Deniz, situato nel Mar Caspio di fronte alla città di Baku. Il costo dichiarato del progetto è di circa 45 miliardi di dollari. I giacimenti di Baku sono ridotti ormai a poca cosa dopo oltre 150 anni di sfruttamento. Di conseguenza il governo azero ha stretto accordi con la Russia e con l’Iran per utilizzare i giacimenti ormai vuoti come deposito di gas proveniente dai due paesi produttori, facendo così dell’Azerbaijan un polo logistico del commercio del metano. In questo modo però la Russia e l’Iran continuano ad avere una notevole importanza per l’Azerbaijan e per il commercio mondiale del metano. Da tener presente la recente scoperta nell’area caspica di giacimenti di notevole importanza. Per gli USA si tratta anche di mettere le mani sull’Asia Centrale. Il Gas arrivato in Puglia tramite il TAP arriverà a Minerbio di cui si vuole fare il più grande collettore europeo del gas attraverso la “Rete Adriatica SNAM” anche nota come “Dorsale Adriatica SNAM” e da qui si allaccerà alla rete Europea del Gas.
Gli Usa nel frattempo realizzano l’indipendenza energetica da idrocarburi tramite lo shale gas (gas da scisto, gas da argille), ottenuto con la tecnica del “fracking” notoriamente devastante per l’ambiente. Gli USA hanno nei fatti imposto questo gas al mercato europeo, nonostante gli altissimi costi e l’impatto ambientale già citato. Gli USA esportano in Europa questo gas con navi gasifere e i paesi acquirenti devono di conseguenza munirsi di numerosi rigassificatori. In altre parole alla dipendenza dal gas russo viene sostituita quella dal gas Usa che costa molto di più.
Il TAP ora è sotto processo al tribunale di Lecce per disastro ambientale. Sempre a Lecce si svolge il processo agli oppositori al TAP che ne contestarono la realizzazione. La costruzione della Rete Adriatica SNAM allacciata al TAP, provocherà ingenti danni ambientali in buona parte irreversibili: sono previsti scavi da 3 a 5 metri di profondità per la posa dei tubi, il gasdotto sotto-attraverserà il letto di molti fiumi, trasporterà un prodotto nocivo essendo il metano uno dei più potenti gas climalteranti esistenti. La rivista ReCommon ha di recente pubblicato filmati con telecamere a raggi infrarossi dove si possono vedere nel senso vero del termine le perdite degli impianti del metano che possono arrivare anche ben oltre il 10%. Per la prima volta una catena montuosa, quella appenninica, verrà attraversata in senso longitudinale e non trasversale da questi scavi con notevole disastroso impatto ambientale.
Il gasdotto proveniente dall’Azerbaijan non si può definire sicuro: il 18 ottobre 1991 l’Azerbaijan si staccò dall’Unione Sovietica, dichiarando la propria indipendenza, funestata nel corso dei primi anni dall’inizio della guerra del Nagorno Karabakh con l’Armenia. Da allora il governo dell’Azerbaijan è appannaggio privato della famiglia Aliyev. Il 20 settembre del 1994 il governo azero sottoscrisse con 13 grandi aziende specializzate nella prospezione ed estrazione petrolifere un accordo (soprannominato dai media Contratto del Secolo) finalizzato all’esplorazione e allo sviluppo delle attività estrattive dei giacimenti Azeri-Chirag-Guneshli (ACG) nel Mar Caspio. Il governo dell’Azerbaijan ha perso popolarità soprattutto a causa di brogli elettorali, corruzione diffusa e per il suo regime autoritario. Attualmente ne è presidente İlham Aliyev. La guerra del Nagorno Karabakh con l’Armenia non è del tutto finita nonostante che la sera del 9 novembre 2020 i rappresentanti dell’Armenia e dell’Azerbaijan, grazie alla mediazione del presidente russo Vladimir Putin, avessero sottoscritto un cessate il fuoco in vigore dal 10 novembre 2020. I termini dell’Accordo prevedevano la restituzione dei territori occupati dagli armeni all’Azerbaijan. Teniamo presente che Alyev è accusato di pesanti violazioni dei diritti umani. Nel luglio 2023 l’Azerbaijan ha accusato la Russia di favorire l’Armenia con forniture di armi. L’Armenia da parte sua lo scorso anno aveva accusato la Russia di non averla difesa abbastanza. Sempre più spesso si parla di una ripresa del conflitto Armeno-Azero. Del resto basta sovrapporre a una carta geografica il tracciato del South Gas Corridor: pur di evitare il passaggio attraverso l’Armenia per arrivare in Turchia, paese a sua volta impegnato nell’azione repressiva e di guerra contro le popolazioni curde, il gasdotto compie una lunga deviazione attraverso la Georgia, segno che le tensioni sono alte. Del resto la Georgia ha con la Russia numerosi contenziosi territoriali.
La Rete Adriatica SNAM non serve alle persone che popolano il territorio italiano perché la rete italiana del gas è dotata di una capacità di stoccaggio e trasporto di 111 miliardi di metri cubi annui e ogni anno ne consuma 64 miliardi, quota peraltro in costante diminuzione. Per di più le notevoli spese per la sua realizzazione saranno caricate sulle nostre bollette come spese per gli impianti: finanziamenti pubblici, guadagni privati, devastazione ambientale, aumento del rischio sismico e di quello idrogeologico, visto che correrà lungo il crinale dell’Appennino, catena montuosa in fase di rapida evoluzione geologica soggetta a terremoti e frane.
Le frane possono provocare esplosioni al gasdotto, la loro formazione sarà favorita dagli scavi necessari per la messa in opera e la manutenzione del gasdotto stesso; qualsiasi gasdotto inoltre può benissimo spezzarsi ed esplodere rovinosamente in seguito a un forte terremoto, provocando in più immissione nell’atmosfera di gas metano, gas serra altamente climalterante; l’esistenza di un gasdotto, in uso o in costruzione, fornisce motivi sufficienti ad un governo desideroso di “menar le mani”, per entrare nel gioco di una bella guerra fresca fresca appena cominciata: sarebbe ora che cominciassimo a far sentire la nostra opposizione allo sciagurato progetto.
NO ALL’ITALIA HUB DEL GAS! NO ALLA GUERRA!
A cura del Circolo Anarchico Umbro Sana Utopia
Riferimenti:
–https://it.wikipedia.org/wiki/Grande_gioco
–https://it.wikipedia.org/wiki/Corridoio_meridionale_del_gas
–https://www.agi.it/estero/news/2022-02-22/ucraina-nord-stream-due-ue-contro-mosca-15730065/
–https://it.wikipedia.org/wiki/South_Stream
–https://it.wikipedia.org/wiki/Gasdotto_Trans-Adriatico
–https://www.youtube.com/watch?v=B6k-5gYL-6s
–https://www.youtube.com/watch?v=Emtgydlqajc
–https://www.youtube.com/watch?v=cS-F8EO2u4k
–https://it.frwiki.wiki/wiki/Gazoduc_EastMed
–https://www.youtube.com/watch?v=-so-hkXs-bk
-Limes n°6 2007 – Il clima dell’energia. Editoriale: Liturgie del tempo estremo; Ariel Choen: Con l’OPEC del Gas Putin minaccia gli interessi americani; Adriano Rocucci: Il dilemma della Russia: espandersi o morire; Olena Ponomareva: L’Ucraina bussa alle porte dell’Europa.
-Limes 2 Febbraio 2014 – Grandi giochi nel Caucaso. Carlo Frappi e Matteo Verda: Baku vince la partita del gas; Alberto De Sanctis: TAP, il gas azero sbarca in Italia.
-Limes 4 aprile 2014 – L’Ucraina tra noi e Putin; Editoriale: Lo specchio Ucraino; Margherita Paolini: Prendi la Crimea e perdi South Stream.
-Limes 8 agosto 2014 – Cina Russia Germania unite da Obama. Fabio Mini: La strana coppia Russia-Cina, figlia delle manipolazioni e degli errori di Obama; Aldo Giannuli: Non solo gas: alla caccia delle terre rare.
-Limes 12.2018 – Essere Germania; Michele Soldavini: Perché Mosca e Berlino raddoppiano il gasdotto Baltico.
-Limes 11.2021 – CCCP Un passato che non passa; Jhon P.Willerton: L’America odia più la Russia dell’Unione Sovietica.
-Quaderni speciali di LIMES – Russia Contro America Peggio di Prima (supplemento al n°4 dell’anno 2008)
–Gasdotti e confini, fattori esplosivi di nuovo convergenti – Il Manifesto; Il manifesto.html di Alberto Negri – 29 settembre 2022.