La PerlaNera Laboratorio Anarchico di Alessandria in quanto erede dei combattenti anarchici partigiani nella resistenza antifascista ritiene gravissimo che si pensi, o semplicemente che sia argomento di discussione, intitolare una via a Giorgio Almirante.
Quel Giorgio Almirante che delirava sulla superiorità della razza, il Giorgio Almirante che nel dopo guerra fu fondatore e capo supremo di un partito con vocazione golpista, MSI, che aveva ad suo interno persone coinvolte nelle stragi di innocenti, sui treni e nelle piazze.
Dare il nome di una via ad una persona è a livello istituzionale un’onorificenza, un plauso al suo agire, certo a guardare a chi si dedicano le vie c’è poco da stare allegri, generali, re e imperatori, ma che in un paese che si dice nato dalla resistenza si parli di nominare una via a questo losco figuro ci sembra pazzesco! Tutti sanno che lui ebbe un ruolo rilevante nel passato regime fascista.
Il regime delle limitazioni delle libertà, degli arresti, dei confini e delle uccisioni degli oppositori politici, il regime delle leggi razziali, delle deportazioni e dei campi di concentramento (fatti anche un Italia) in regime coloniale, il regime che ha provocato insieme ai nazisti la devastante 2° guerra mondiale.
Dopo l’armistizio nel 1943, il boia Almirante (non troviamo altro termine!) entrò a far parte della Repubblica di Salò, il regime fantoccio che i nazisti instaurarono nell’Italia settentrionale, in quell’occasione venne nominato capo di gabinetto del ministero della Propaganda.
Quell’anno (è bene ricordarlo) Almirante firmò un manifesto distribuito nella provincia di Grosseto in cui veniva intimato agli sbandati dell’esercito italiano (che dopo l’armistizio dell’8 settembre si trovavano in una situazione di grande confusione) di arrendersi e consegnare le armi alle milizie fasciste o all’esercito tedesco, pena la fucilazione.
La provincia di Alessandria che è medaglia d’oro per la resistenza, ben ricorda quel periodo per il drammatico prezzo di sangue che hanno dovuto pagare i combattenti per la libertà.
Subito dopo l’8 settembre si costituirono i Comitati di Liberazione Nazionale, iniziarono i moti di ribellione e di lotta, cui presero parte numerose unità SAP e GAP e otto Divisioni partigiane.
Numerosi furono gli eccidi ….. quello della Banda Lenti, della Banda Tom, i 10 prigionieri politici fucilati sul castello di Tortona il 27/2/1945 e l’elenco potrebbe proseguire a lungo.
Nelle drammatiche battaglie del 5-11 aprile 1944, presso il Monastero della Benedicta, meno di mille partigiani, parte di quelli ancora disarmati, si difesero accanitamente di fronte a soverchianti forze tedesche.
Nella lotta, 96 partigiani vennero catturati, 79 morirono in combattimento, 350 furono fatti prigionieri e trasferiti nei campi di sterminio in Germania, dopo che 19 di loro erano stati fucilati al passo del Turchino, insieme ad altri 40 ostaggi. I 5.680 partigiani combattenti della Provincia, di cui 535 Caduti e 75 uccisi per rappresaglia, oltre alle centinaia di cittadini feriti e mutilati a seguito di devastanti bombardamenti di Alessandria e di Novi Ligure, stanno a dimostrare l’asprezza della lotta, fatta di sacrifici, privazioni e rappresaglie feroci.
CI DOMANDIAMO CON CHE CORAGGIO DEDICARE UNA VIA AD ALMIRANTE!!!
INSULTANDO LA MEMORIA, DI CHI HA COMBATTUTO PER LA LIBERTA’!
Proponiamo e invitiamo tutte le forze sinceramente antifasciste ( anche se la stagione è quella meno propizia) di creare un comitato per indire un presidio antifascista, dove ognuno porta i suoi contenuti, davanti al palazzo comunale, “che non sia Mai!!!”
PerlaNera Laboratorio Anarchico