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25 Aprile di lotta

25 Aprile di lotta

Innumerevoli le iniziative che anche quest’anno hanno visto gli anarchici e le anarchiche presenti. Qui i primi report arrivati.

MILANO
25 e 29 aprile

Le compagne e i compagni della Federazione Anarchica  e dell’Ateneo Libertario di Milano hanno voluto caratterizzare la loro presenza, in queste date altamente significative, con diverse modalità.

Il 25 aprile ricordando, insieme al Gruppo Bruzzi-Malatesta, alle Associazioni Teresa Galli e Pietro Gori e individualità anarchiche, la figura della prima vittima della violenza fascista, caduta il 15 aprile 1919 nel corso di una manifestazione operaia. Garofani rossi sono stati depositati sulla sua tomba al cimitero di Musocco durante l’intervento del compagno Daniele. In seguito ci si è recati, con le nostre bandiere, al ‘Campo della gloria’ che raccoglie, nello stesso cimitero, i caduti e le cadute partigiane. Tra essi molti gli appartenenti alle Brigate Bruzzi-Malatesta, compreso lo stesso Pietro Bruzzi. Tra canti e ricordi dei partigiani caduti, ad opera principalmente dei parenti, la mattinata si è conclusa per poi ritrovarsi ai tavoli della Trattoria Popolare per una pastasciutta antifascista in memoria di quella, famosa, ‘dei Fratelli Cervi’. Una pausa per riprendere fiato e trasferirsi poi a porta Venezia, luogo del concentramento del corteo, ove è stato posizionato il nostro banchetto luogo non solo di distribuzione stampa e volantini, ma centro di raccolta e di contatto di quanti convergono a Milano per questa manifestazione, comunque sempre partecipata, aldilà  dei suoi aspetti meramente istituzionali. Nel tardo pomeriggio la pioggia ha impedito poi che l’iniziativa dei Partigiani in ogni quartiere si tenesse all’aperto costringendoci a rinchiudere il banchetto e a presenziare simbolicamente a Macao ove si era trasferita.

Il 29 aprile abbiamo invece partecipato alla manifestazione in opposizione a quella indetta dai fascisti (Casapound, Forza Nuova, Lealtà e Azione, ecc.) che si tiene ogni anno nell’anniversario della morte dei loro camerati Ramelli, Pedenovi e del repubblichino Borsani. Con centinaia di antifascisti ci siamo ritrovati a Piazza Loreto, nei pressi del monumento che ricorda i 15 partigiani lì fucilati nell’agosto del 1944 dai repubblichini della Ettore Muti su ordine dei nazisti per poi dirigerci in corteo verso il loro luogo di concentramento. I fascisti, dal canto loro, rispondevano al divieto di sfilare emesso dalla prefettura, cercando di forzare i cordoni di polizia e ricavandone una serie di manganellate di contenimento: fatto nuovo questo che merita una qualche riflessione perchè è la prima volta dagli anni ’70 ( morte dell’agente di polizia Marino in seguito al lancio di una bomba SRCM effettuato dal fascista Loi) che gli estremisti di destra cercano lo scontro con le forze di polizia. Certo è che, dietro le prime file dei picchiatori, vi erano esponenti importanti delle varie formazioni, segnale questo che dimostra la volontà di non farsi rubare lo scenario dalla Lega, sfoderando muscoli e determinazione nei confronti del Ministro dell’Interno. Fatto è che le forze di interdizione schierate erano tali da impedire una qualsivoglia forma di avvicinamento, sempre poi che ce ne fosse la voglia, in considerazione anche della disparità delle forze in campo: migliaia i fascisti giunti da ogni dove per un appuntamento nazionale, reso ancora più stimolante dopo l’esibizione dello striscione mussoliniano di qualche giorno prima; alcune centinaia gli antifascisti.
M.V.

 

UDINE e TRIESTE

Anche quest’anno a Udine uno spezzone di movimento – promosso in questa occasione dal Coordinamento 25 aprile in cui sono attivi molt* anarchic*- ha partecipato al corteo della mattina. Lo spezzone ha portato in piazza le ragioni dell’antifascismo dal basso e contro ogni logica istituzionale con bandiere anarchiche, antifasciste e del movimento di liberazione kurdo (tra cui uno striscione con il volto del compagno anarchico Orso ucciso in combattimento in Rojava). Coerentemente a ciò il sindaco di Udine – eletto grazie anche ai voti dei fascisti e con una fascista in giunta – è stato sonoramente fischiato e contestato durante il suo discorso. Un fatto nuovo per l’ormai rituale e ingessato 25 aprile udinese (che comunque richiama alcune migliaia di persone) e che ha suscitato reazioni di diverso tipo nella piazza ma che comunque ha sicuramente colto nel segno anche con un grande riscontro sui media. La giornata si è poi conclusa ai chioschi con cibo e bevande benefit per la mezzaluna rossa in Kurdistan e con il concerto di Alessio Lega, il tutto organizzato dal Gruppo per l’ecologia sociale della bassa friulana. Buona anche la diffusione del nuovo numero di Germinal.

A Trieste i compagni e compagne del Gruppo Anarchico Germinal erano presenti come sempre fuori dalla Risiera di San Sabba per diffondere il nuovo numero di Germinal e volantinare per le prossime iniziative.

UN reporter

PORDENONE

L’antifascismo ” Sulla strada” a Pordenone

Il 25 aprile quest’anno si è ripreso le strade, i luoghi della storia di una resistenza pordenonese da troppo tempo relegata in celebrazioni ingessate, autoreferenziali e compromesse da personaggi impresentabili.

Una giornata di sole ha accolto “Bellaciao on the street”, un’edizione (la diciottesima) dove memoria e attualità, storia e scelta di campo hanno fatto incontrare quasi 200 persone, molti i giovani ma anche i meno giovani, tra loro passanti che si sono fermati ad ascoltare i racconti nelle tappe del percorso cittadino, che hanno intonato Bella Ciao assieme a noi e che poi si sono uniti alla camminata fino alle Casermette.

Il percorso
Alle 11.00 il ritrovo attorno al monumento ai deportati e al cippo di Franco Martelli, partigiano e comandante della “Ippolito Nievo” che subì per giorni atroci torture prima di essere fucilato dai fascisti. Dopo aver ricordato i 9 giovanissimi partigiani ammazzati proprio all’ex caserma Martelli (oggi impraticabile causa lavori ospedale) e la figura di Ildegonda Milanese “ Anita”, partigiana pordenonese, il corteo è partito verso Viale Garibaldi.

A metà viale prima tappa in ricordo di Guido Rosso (1877 – 1966) sindaco socialista di Pordenone dal 1920 al 1922 (giunta costituita quasi interamente da lavoratori). E’ stata posta una targa presso lo studio di avvocato dove praticava, studio assaltato e messo a soqquadro più volte dalle squadre fasciste.

Si è proseguito poi lungo Corso Vittorio Emanuele dove ci si è fermati prima, per ricordare Romano Sacilotto (1875 – 1952) libraio di professione e dirigente del Partito Socialista pordenonese, il cui negozio venne distrutto varie volte a causa delle furiose incursioni fasciste e poi presso quella che un tempo era la prefettura (dove oggi c’è la libreria Giunti) per raccontare quanto avvenuto a Tranquillo Moras (1898 – 1921), operaio, tra i fondatori del Partito Comunista pordenonese e tra i protagonisti delle Barricate di Torre. In quel luogo, il primo luglio 1921 un gruppo di fascisti lo aggredisce a colpi di pistola causandoli gravi ferite che lo porteranno alla morte dopo lunga agonia.

A quel punto la passeggiata è proseguita verso le Casermette di via Molinari, sede dei fascisti della brigata nera dopo l’8 settembre del ‘43, luogo di torture dei partigiani. Qui alcuni rappresentanti dell’ANED (Associazione degli ex deportati nei campi nazisti) hanno aperto le stanze spiegando quanto succedeva al loro interno, l’orrore subito da tanti uomini e donne, spesso molto giovani, della Resistenza.

Partiti poco più di un centinaio, lungo la strada molti e molte incuriosite hanno ingrossato il corteo fin quasi a raddoppiarlo per poi finire all’ ex fiera vecchia per un momento di relax e convivialità.

Scegliere da che parte stare, sempre!
Una giornata riuscita oltre ogni aspettativa e che mostra, ancora una volta, il bisogno di riappropriarsi di una storia che per essere viva deve essere vissuta senza troppi formalismi e senza retorica ma, soprattutto, senza cedere ai ricatti della gerarchia istituzionale o peggio partitica (anche se celata dietro a ruoli e funzioni).

La differenza tra le piazze di giovedì era evidente: c’era una piazza (Ellero) dove il grosso dei presenti era costituita da picchetti militari e politicanti oltre a qualche partito imboscato in cerca di consensi elettorali e poca gente e un’altra, dove si sono ritrovate una pluralità di anime, spesso impegnate sul territorio attraverso pratiche solidaristiche e un attivismo senza doppi fini, ma soprattutto fatta di gente comune tra cui molti ragazzi e ragazze, che sentivano la necessità di un 25 aprile partigiano davvero, oggi come ieri.

Peccato per l’ennesima brutta figura dell’ANPI provinciale, capace di dividere un palco con un sindaco e un manipolo di estimatori di Almirante, fascista e fucilatore di partigiani, e di prendere le distanze attraverso pressioni vergognose da chi, come noi, l’antifascismo lo pratica quotidianamente rischiando in prima persona. Speriamo arrivi il tempo in cui anche localmente questa associazione sappia riscattare queste pessime scelte. Trieste, per la prima volta quest’anno, ha dimostrato che scelte coraggiose è possibile farne: infatti la decisione dell’ANPI e altre associazioni triestine di disertare la commemorazione ufficiale e organizzarne una in autonomia si è dimostrata vincente vista la partecipazione generosa della cittadinanza.

A Pordenone abbiamo fatto questa scelta da molti anni, attraverso una visione lungimirante che oggi è confermata anche altrove.

Il prossimo anno vogliamo essere ancora di più, vogliamo riempire Pordenone di viandanti partigiani e partigiane, perché la libertà non avrà mai un prezzo troppo alto per chi cammina in direzione ostinata e contraria!

Il 25 aprile di quest’anno oltre alla partecipata passeggiata resistente nei luoghi della memoria “Bellaciao on the street” s’è tenuto un concerto partigiano al Prefabbricato di Villanova/PN che aveva come obiettivo un BENEFIT in favore dei compagni e delle compagne di Torino e Trento incarcerate.
L’affinità che temporalmente lega i ribelli di allora (dagli Arditi del popolo contro le squadracce fasciste nel ’20 alla guerriglia contro il nazifascimo del ’43) e quelli di oggi è anche la determinazione a vivere e difendere i luoghi liberati da un sistema opprimente e annichilente come quello capitalista a cui gli Stati (tutti) garantiscono protezione e repressione verso i dissidenti.
All’appello hanno risposto diversi gruppi musicali e artisti, locali e non, e tanti solidali a cui dobbiamo la raccolta di 600 € che serviranno come contributo per sostenere le spese legali per le compagne e i compagni arrestati.
La solidarietà è un’arma!
Il 25 aprile non è solo memoria ma deve essere, oggi soprattutto, mutualismo e complicità con i ribelli.
Grazie a tutte e tutti.

Iniziativa Libertaria

 
MASSENZATICO (RE)
25 APRILE ROSSO
800 compagni e compagne hanno partecipato al 25 aprile rosso promosso dalle Cucine del Popolo a Massenzatico. Oltre 400 hanno mangiato i cappelletti antifascisti con antipasti, bolliti con salse di campagna, zuppa inglese e tanto lambrusco rosso vivo.
La giornata è stata aperta da Cecio e i suoi Spavaldi con una disinfestazione antifascista in tutto il paese. Alle 11 si è tenuta l’interessante e partecipata conferenza del compagno Franco Schirone sull’antifascismo rivoluzionario e sui movimenti della dissidenza comunista. Al pomeriggio è stato il momento di Colby – USI DJ che ha intrattenuto e fatto ballare i numerosi partecipanti.
In serata abbiamo proposto la pastasciuttata del partigiano che chiude sempre l’evento del 25 aprile.
La giornata ha impegnato una settantina di compagni e compagne che hanno dato una grande dimostrazione organizzativa all’insegna dell’autogestione e della solidarietà.

 
PALERMO

I compagni e le compagne dell’Assemblea Anarchica Palermitana hanno preso parte al corteo cittadino indetto dall’A.N.P.I. Palermo e hanno messo in rilevo il contributo degli anarchici alla lotta contro il fascismo, ricordando con uno striscione il Battaglione Lucetti. Nel corso del corteo hanno inoltre distribuito un volantino per richiamare l’attenzione sulle politiche reazionarie e oppressive dell’attuale governo e in particolare sul nuovo clima di repressione da esso inaugurato.

 

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