Innanzi tutto chiariamo una cosa: al contrario di quanto sostiene il Collettivo Anarchico Incubo Meccanico nel suo comunicato, il dibattito sulle pagine di Uenne c’è stato e le posizioni erano ben differenziate. Si vedano, banalmente, i pezzi del nostro compagno Marco Celentano.
Secondariamente ringrazio Incubo Meccanico per la sua risposta che non fa altro che confermare le mie tesi sul primitivismo, non tanto quelle esposte nel mio articolo da voi citato tanto quanto quelle esposte nel pezzo “Appropriarsi della scienza – Farla finita con il primitivismo” del novembre 2015. Il fatto stesso che il Collettivo nel suo comunicato inizi parlando di “natura umana”, scrivendo questa espressione in grassetto, dimostra chiaramente il fatto che il primitivismo altro non sia che una visione mistica. Certo potete tranquillamente definire la natura umana in senso biologico ma la questione rimane la stessa: e quindi? Esiste una natura perfetta, non modificabile, invariata, fissa, ipostatizzata? No. L’Homo sapiens, e non solo, ha sempre operato la trasformazione tecnica della natura per migliorare le proprie condizioni di vita. Per altro gli stessi comportamenti, in forme differenti, li si osserva anche nei primati che usano strumenti, ovvero tecniche. Il fatto che si sostenga che il transumanesimo e’ incompatibile con un armonioso e equilibrato rapporto con l’ambiente dimostra solamente quanto la mistica primitivista sia pregna di visioni apocalittiche, completamente incapace di immaginare qualcosa che non sia una mortifera impotenza spacciata per radicalità. L’utilizzo di una tecnologia dipende dalle strutture sociali: la tecnologia potrà essere realmente utile per l’emancipazione solamente dal momento in cui si liquideranno le strutture classiste e statali che ingabbiano l’uomo e i prodotti del suo ingegno nei cicli di accumulazione di capitale e, di conseguenza, di mercificazione dell’esistente, qui comprendendo anche la distruzione degli ecosistemi.
Quindi si: i primitivisti sono dei reazionari negando la la necessità storica della liberazione dal capitale e dal dominio e la capacita’ di operarla, proponendo una visione mistica e idealizzata di un supposto «stato di natura» cui l’uomo dovrebbe tornare. Non solo: nel comunicato di Incubo Meccanico vediamo abbozzata una vera e propria mistica del dolore, spacciato per naturale e quindi giustificato come necessario. Nulla da invidiare alla cattolica mortificazione delle carni.
Viene scambiata la scienza per un moloch composto da una collezione di nozioni quando, in realtà, essa è un metodo sorto dal superamento delle visioni offerte per un millennio abbondante dalla patristica cristiana. Eh, che brutta la scienza che ci ha permesso di comprendere che è la Terra a girare intorno al sole e non il contrario! Che cosa malvagia la genetica che ci ha permesso di dimostrare in modo inconfutabile che la specie umana non è divisa in razze e che non si trova al centro del creato, facendo gradualmente stracci dell’antropocentrismo! O tempora, o mores! Dove sono andati i vecchi costumi di una volta quando i negri erano negri, il genere era legato al sesso biologico e si prestava fede ai preti? Viene da chiedere ai primitivisti: avete intenzione di darvi alla necromanzia per resuscitare un dio morto e decomposto? Evidentemente sì. D’altra parte la mistica del dolore e della morte accomuna il primitivismo alla varia pretaglia. Il “prostrarsi alla scienza di una parte del ‘movimento’ anarchico” poi è davvero una cosa che non si può sentire. Ma uno scritto di Kropotkin o di Reclus costoro lo hanno mai aperto? Malatesta, chi era costui? Bookchin? Non pervenuto allo studio. Una domanda sul perchè uno dei simboli classici dell’anarchismo sia una fiaccola impugnata da un proletario se la saranno mai posta? Ferrer l’avranno mai sentito nominare?
Ribadiamo: i primitivisti sono dei reazionari che si ammantano di vesti neroverdi in luogo di quelle porporate. E sono, essendo reazionari, anche autoritari: mentre né io né altri compagni che si occupano del legame tra anarchismo e scienza ci sogniamo di imporre tecnologie a chicchessia, essi auspicano l’imposizione una vita di merda a chiunque. E sì, ribadisco: vita di merda. Provate a fare stare un diabetico senza microinfusore di insulina e vedete quanto ci mette a infilarvi una canna di pistola in bocca: il tempo di rendersi conto che sta per morire male. Provate a togliere la respirazione assistita o un peacemaker a chi ne ha bisogno. Vi salterebbe addosso chiunque abbia a cuore la sopravvivenza con uno standard di vita accettabile e dignitoso di chi si è trovato svantaggiato da una condizione clinica.
A quanto pare per costoro la morte, la sofferenza fisica, l’abbrutimento sono da salvaguardare in quanto naturali, sono sacri, intoccabili. Qualcuno vuole campare “libero e selvaggio senza tecnologie”? Prego, si accomodi. Non saremo di certo noi a impedirglielo. Ma non vengano a imporre di soffrire a chi invece vorrebbe vivere bene grazie ai frutti dell’ingegno umano. Facile esaltare la naturalità della morte e della sofferenza dall’alto del proprio privilegio di persone in buone salute, vero? Morire per un’idea, si, ma di morte lenta!
Io e chi si occupa del legame tra scienza e anarchismo veniamo accusati di essere peggio dei nazisti. Ma pensano coloro che vogliono buttare a mare la scienza medica di essere molto differente con i loro progetti di eugenetica passiva e generalizzata da un Karl Brandt? La differenza sta nel fatto che questi almeno aveva il coraggio di rivendicare i propri crimini, di dire chiaramente «solo chi e’ in salute, fisica e mentale, merita di vivere». Molti primitivisti forse neanche si rendono conto di proporre, nei fatti, un gigantesco progetto di eugenetica passiva, di proporre la lenta agonia di chi ha bisogno di respirazione assistita o di farmaci. O almeno spero che non se ne rendano conto: altrimenti non resterebbe che considerarli come dei criminali al pari di chi impedisce, in nome del proprio profitto, l’accesso alle migliori cure a chi ne abbisogna.
Ribadiamo: il primitivismo e’ regressivo sulla questione di genere. La tecnologia e la scienza sono quelle che permettono a chi si trova in una condizione di disforia di genere di operare modifiche sul proprio corpo grazie a interventi chirurgici e assunzione di ormoni. Gli si vuole negare questa libertà, la libertà di intervenire sul proprio corpo, di vivere una vita più piena, più felice. Lo si vuole costringere a essere alieno a se’ stesso, al pari della rumaglia clericale.
Non parliamo poi delle tematiche antispeciste: gia’ prima rilevavo come la negazione della metodologia scientifica riporti immediamente a una visione antropocentrica, ma posso tranquillamente, e senza timore di smentita, aggiungere che il primitivismo renda completamente impossibile un rapporto interspecie che non sia basato sull’asservimento degli animali non umani. L’antispecismo si basa necessariamente su una base tecnologica che permetta la fine dello sfruttamento animale. Senza agricoltura intensiva, o senza agricoltura tout court, per forza di cose si e’ costretti ad ammazzare animali per scopi alimentari.
La questione di classe neanche la nominiamo: senza tecnologia si e’ costretti a lavorare come muli alla macina, si e’ costretti alle più abiette forme di sopravvivenza, ovvero al contrario della vita.
Lorcon