Il Coordinamento Precari della Scuola Autoconvocati di Torino, Milano, Firenze, Cagliari aveva convocato l’Assemblea nazionale della scuola nella giornata di domenica 15 dicembre a Milano.
L’appello del Coordinamento precisava: “In tale sede si decideranno le iniziative di lotta da portare avanti e la possibilità della convocazione di una giornata di SCIOPERO GENERALE NAZIONALE DELLA CONOSCENZA per la stabilizzazione di tutti i precari della scuola, per un vero aumento dei salari di categoria e contro ogni progetto di autonomia differenziata”.
Si evidenziava che “L’accordo col Governo raggiunto in ottobre da CGIL, CISL, UIL, Snals e Gilda senza un’ora di sciopero non è sufficiente a risolvere l’emergenza sociale rappresentata dalla presenza di ancora 150mila precari nella scuola e di altre migliaia nell’intero settore della conoscenza. Le 24mila cattedre che il DL 126/2019 prevede sono assolutamente insufficienti. Siamo di fronte a un forte abuso di precariato da parte dello Stato e ad un abbassamento costante della qualità, della sicurezza e del funzionamento della scuola pubblica. Il decreto va riscritto, a partire dal numero di posti messi a disposizione”.
L’appello terminava con queste considerazioni: “Il famigerato progetto di autonomia differenziata lanciato dal governo Lega-M5S sta facendo i primi passi con l’attuale governo, continuando a rappresentare un attacco frontale al mantenimento del diritto universale all’istruzione e alla salute. Per rimettere al centro della spesa pubblica i lavoratori e i diritti universali come istruzione e sanità, occorre fare ripartire in tutto il paese una mobilitazione generale continua. In tutte le città è necessario che i lavoratori della conoscenza, a partire dai precari, costituiscano comitati e coordinamenti di lotta democratici, aperti ma indipendenti da tutti. Occorre discutere e decidere una piattaforma di lotta nazionale, che sia espressione diretta dei lavoratori e delle loro rivendicazioni. Lanciamo la mobilitazione permanente in tutte le sue forme democratiche: presidi, cortei, flash-mob, controinformazione sui social, fino allo sciopero generale di tutta la categoria”.
L’invito alla partecipazione era esteso a tutte quelle forze sindacali, politiche e sociali interessate a sostenere queste rivendicazioni.
L’Assemblea si è svolta nello spazio occupato in viale Molise 68. Riportiamo la relazione di Enrico Moroni relativa a quella occasione:
“Ho partecipato come rappresentante USI, essendo stata la nostra organizzazione sindacale invitata, e debbo dire che l’accoglienza è stata molto calorosa. Dopo una introduzione della Presidenza stessa molto critica nei confronti delle decreto che l’attuale governo in carica ha intenzione di approvare, considerato un ulteriore attacco verso i precari della scuola, facendo solo un’opera di divisione che lascia fuori la maggior parte dei precari stessi, si sottolinea anche che non ci sono governi amici e che tutti quelli che si sono succeduti, di qualsiasi colore, non hanno mai voluto risolvere la questione annosa della precarietà nella scuola.
Erano presenti Comitati dei precari, oltre di Milano, della Sardegna, di Novara, di Firenze, di Pisa, Torino, della Valle d’Aosta e molti altri che sono intervenuti, ciascuno documentando la propria situazione e i percorsi di mobilitazioni che non hanno mai avuto riscontro, soprattutto soluzioni, da parte delle Istituzioni.
È stata approvata la costituzione formale del Coordinamento Nazionale dei Precari della Scuola. È stata approvata la volontà di una mobilitazione generale fino alla proclamazione dello Sciopero Nazionale con il sostegno dei Sindacati disponibili, collegando l’interesse dei precari con quelli del personale di ruolo, per i bassi salari che tutti percepiscono e per il rinnovo del Contratto. Era rimasto ancora aperto il discorso sui tempi dell’attuazione dello sciopero da decidere nei giorni successivi.
Siamo stati chiamati come sindacato a dare il significato della nostra presenza. Portando il saluto dell’USI è stato espresso tutto il nostro entusiasmo alla Assemblea autorganizzata per la rivendicazione dei propri diritti. Quella della precarietà nel lavoro in questa società è una delle piaghe più diffuse, sia per motivi di risparmio economico, sia soprattutto per la volontà di tenere soggiogati, sotto ricatto e in condizione di estrema debolezza lavoratrici e lavoratori. Una condizione che diventa vergognosa quando sono le stesse istituzioni della scuola pubblica, che dovrebbero essere esempio di coerenza nella salvaguardia dei diritti di chi è chiamato a svolgere un ruolo educativo così importante, a praticarla in così vasta scala. Abbiamo espresso come Unione Sindacale Italiana tutta la nostra disponibilità a sostenere le mobilitazioni che verranno decise, compresa quella della proclamazione dello Sciopero Nazionale.”
Infatti nella Assemblea successiva del 19 dicembre a Milano è stata indicata la data dello sciopero nella giornata del 14 febbraio. Sono poi stati decise mobilitazioni nelle varie località nella giornata del 17 gennaio. Nella fase di preparazione dello sciopero generale si costituisce il Coordinamento dei Precari della Scuola anche a Sassari come si documenta dalla corrispondenza del compagno Antonio Lombardo dalla Sardegna:
“Il 4 gennaio 2020 si è costituito anche a Sassari il Coordinamento Precari della Scuola Autoconvocati. Presente l’USI Educazione. Presenti precari di più indirizzi scolastici e a vari livelli. Oltre a Cagliari, Pistoia, Roma, Firenze, Milano ora e’ presente anche Sassari nel Coordinamento Nazionale. Chi, come la Prof. Maria Grazia Del Giudice ha curato la corrispondenza e le relazioni in questi mesi ha presentato la necessità dell’autoorganizzazione coi dati della situazione sarda, ed ancora i dati dell’ultimo accordo MIUR-Sindacati di svendita delle necessità del precariato della scuola. Su 150.000 interessati nazionali, quell’accordo riguarda solo 24.000. Mentre quest’anno e solo nell’isola vi saranno più di 1200 uscite dalla scuola per la quota 100. Stiamo parlando per l’isola di piu’ di 5000 interessati. Negli interventi si è sottolineato il tema delle stabilizzazioni anche dei precari nelle scuole paritarie, della graduatoria regionale anche col criterio della conoscenza della lingua sarda tenendo conto della sua equiparazione bilingue negli atti e concorsi pubblici già definita nel 2018 da una legge regionale, del rigetto del famigerato progetto di Autonomia Differenziata, e si è criticata la trasformazione della Scuola in Azienda Industriale, vedi “formazione scuola-lavoro”, l’assurdo di una laurea per insegnanti che da anni insegnano Informatica con ottime valutazioni; oltre le stabilizzazioni c’è bisogno di assunzioni straordinarie per docenti e personale ATA, equiparazione salariale a livello europeo.
L’obiettivo dell’incontro è stato quello di costituire un gruppo di lavoro che animi e lotti per i diritti dei docenti precari e non – quindi tenendo conto di tutte le figure e mansioni di scuola, docenti organici, educatori, ATA ed anche degli Studenti, peraltro componenti del Coordinamento Nazionale – a livello nazionale , ma anche regionale, costituendo un fronte di lotta, partendo dal dialogo con sindacati e entità amministrative e politiche, ma ovviamente il dialogo non basta. I relatori hanno sottolineato di tener conto di non avere né governi né partiti amici e che il peso politico e sociale sarà determinato solo dai rapporti di forza che si svilupperanno nella mobilitazione. Questo punto strategico e’ stato marcato più volte.”
L’USI era presente con un delegato che ha letto la lettera d’impegno della Segreteria USI Educazione per lo Sciopero Generale Nazionale della Scuola del 14 febbraio:
“Buongiorno a tutte e tutti, e grazie per averci invitato a questa assemblea. L’attacco portato avanti dal governo alla Scuola Pubblica e al diritto a un’educazione di qualità e consapevole è sotto agli occhi di tutti: tagli, tutele sempre minori, procedure burocratiche lente e farraginose, incarichi sempre più pressanti e classi sempre più affollate sono il risultato di una politica miope e vergognosa, al di là del colore politico del governo di turno. In particolare però è necessario evidenziare l’attacco alle lavoratrici e ai lavoratori – docenti, educatrici ed educatori, ATA, ecc. – che vengono visti da chi gestisce il potere più come un problema fastidioso che come una risorsa necessaria, quindi da tenere finché risultano utili per poi gettarli nella spazzatura sociale. Dall’alto non è mai arrivata una soluzione alla questione del precariato e del reclutamento di nuovi insegnanti: anzi attraverso il progetto di “autonomia differenziata” prevediamo un aggravamento del problema e non una soluzione di esso. Quindi crediamo che sia necessario ri-partire dal basso, da coloro che lavorano quotidianamente nelle strutture scolastiche, e che la mobilitazione debba essere unitaria: non ci sono lavoratrici e lavoratori di serie A o di serie B, ma solo diverse figure professionali, tutte importanti nella stessa misura. Il nostro sindacato, l’Unione Sindacale Italiana, formato da lavoratrici e da lavoratori e non da burocrati o sindacalisti di professione, è pronto a sostenere questa mobilitazione, di cui solo una tappa – benché importante e necessaria – è rappresentata dallo sciopero nazionale generale della Scuola. Crediamo che la lotta debba partire incondizionatamente dalle stesse lavoratrici e dagli stessi lavoratori: abbiamo sempre respinto ogni forma di delega e di procura. Per questo motivo salutiamo con grande favore le mobilitazioni di questi mesi dei precari della Scuola, che in modo autorganizzato e orizzontale stanno difendendo con le lotte quelli che sono i loro diritti. Crediamo che la mobilitazione vada estesa su tutto il territorio nazionale, per cui apprezziamo la nascita di assemblee e coordinamenti in diverse città con gli stessi obiettivi e modalità organizzative e auspichiamo in una loro diffusione ed espansione anche ad altri centri e territori. Un saluto solidale e fraterno, Raffaele Viezzi , segretario nazionale di USI Educazione.”
Nei giorni seguenti, come da indicazione del Coordinamento Nazionale dei Precari della scuola, è stato proclamato lo sciopero generale a sostegno per il 14 febbraio 2020 dalle seguenti sigle sindacali CUB, SGB, Adl Cobas, Sol Cobas e da USI CIT di cui riproduciamo qui di seguito la comunicazione:
“Contro il precariato mobilitazione permanente, 14 febbraio Sciopero Generale della Scuola. Alla precarietà permanente della scuola rispondiamo con la mobilitazione permanente! A una scuola che si fonda sul precariato di quasi duecentomila lavoratrici e lavoratori, su edifici fatiscenti e insicuri, sul sovraffollamento delle classi… rispondiamo con lo Sciopero Generale! Contro una scuola dello sfruttamento e del lavoro gratis (vedi alternanza scuola-lavoro), che nel progetto di “autonomia differenziata” si propone sempre di più come un modello di frammentazione e classismo, sosteniamo le lotte autorganizzate e dal basso! L’USI-Educazione sostiene la mobilitazione del Coordinamento precari della Scuola autoconvocati e proclama lo Sciopero generale della Scuola per tutta la giornata del 14 febbraio 2020. Per la stabilizzazione di tutto il personale della scuola con almeno 36 mesi di servizio come prevede la normativa europea 70/99, l’adeguamento salariale di tutto il personale nel rinnovo del CCNL e il raggiungimento dei salari nella media europea, maggiori finanziamenti per l’edilizia scolastica per garantire più sicurezza ai lavoratori ed agli utenti e contro lo sfruttamento subito dagli studenti in questi anni dall’alternanza scuola lavoro, l’autonomia differenziata” USI-Educazione aderente a UNIONE SINDACALE ITALIANA USI-CIT info-usieducazione@autistici.org www.usi-cit.org”. La manifestazione nazionale è prevista nella giornata del 14 febbraio a Milano.
E.M.