San Rossore: riprendere la lotta contro la nuova base

Mezzo miliardo per hub della guerra

Oltre mezzo miliardo di euro per la nuova base delle forze speciali dei Carabinieri che dovrebbe essere costruita tra Pisa e Livorno, all’interno del Parco di San Rossore. Questa è la denuncia del Movimento No Base che dall’aprile 2022 organizza l’opposizione dal basso alla nuova megacaserma per GIS e Tuscania. La riunione del Consiglio dei ministri del 24 giugno scorso ha approvato, all’interno del “decreto infrastrutture”, un adeguamento della spesa prevista per la realizzazione del progetto, segnale che ha fatto pensare ad una accelerazione in preparazione dell’avvio dei lavori. Nel giugno del 2022 il movimento, grazie ad una larga mobilitazione, aveva fermato il progetto di costruire la base nell’area di Coltano. Nei mesi successivi le istituzioni locali e nazionali avevano individuato un nuovo sito nell’ex CISAM a San Piero a Grado, su proposta dello stesso presidente del Parco di San Rossore. Nonostante le richieste di accesso agli atti non sono stati resi pubblici gli studi di fattibilità, il cronoprogramma, le relazioni del commissario straordinario, ma è chiaro che in questo anno e mezzo il governo e le istituzioni locali hanno lavorato per definire il progetto. Senza che i media ufficiali e le istituzioni locali abbiano informato la cittadinanza sugli sviluppi di un progetto così controverso, dalla documentazione presentata al Parlamento si apprendono dettagli che aiutano a mettere a fuoco questo devastante progetto. Dai 70 ettari dell’iniziale progetto su Coltano, il nuovo progetto riguarderebbe un’area di 130 ettari che sarebbero così suddivisi: 40 ettari per l’area destinata al GIS, 20 per il Tuscania, 30 ettari per l’area alloggiativa e sportiva comune, altri 40 per la costruzione presso la Tenuta Isabella di Pontedera, di un poligono di tiro e di una pista addestrativa per veicoli. La spesa, che nel progetto iniziale ammontava a 190 milioni, è oggi prevista per 520 milioni di euro. Di questi, 120 milioni sono previsti per la bonifica dell’area dell’Ex CISAM dove si trova ancora il reattore nucleare sperimentale della Marina Militare spento ormai dagli anni Ottanta. Si prevedono 10 anni per la realizzazione del progetto.

Ancora deve essere fatta chiarezza su questo progetto ma è chiaro che l’intenzione è quella di realizzare un ennesimo tassello del gigantesco hub militare che si estende tra Livorno, Pisa e Viareggio. In questa area ha sede oltre all’Accademia Navale e al Comando della Brigata paracadutisti Folgore, con il Centro Addestramento Paracadutisti, anche il Comando delle Forze Speciali dell’Esercito, la Base a Mare degli Incursori, la 46a Brigata Aerea e ovviamente le forze speciali dei Carabinieri, il GIS e il Tuscania, che attualmente hanno sede a Livorno e che vorrebbero trasferire a San Piero a Grado. Molte di queste strutture hanno sede proprio all’interno del Parco di San Rossore, come all’interno dell’area protetta si trova anche la gigantesca base USA di Camp Darby, il più grande arsenale statunitense in Europa, in fase di ulteriore allargamento in questi anni, che rifornisce le truppe a stelle e strisce e gli eserciti alleati dal Mediterraneo al Medio Oriente. Un vero e proprio hub della guerra, perfettamente collegato dalla ferrovia tirrenica, dal porto di Livorno, e dall’aeroporto di Pisa, che dal 2008 è Main Operating Base dell’aeronautica italiana. Sotto le pinete c’è quindi un grande parco delle armi, per esportare la guerra in giro per il mondo e militarizzare la regione. Se vogliamo opporci alla spirale di guerra e autoritarismo che schiaccia le classi oppresse e sfruttate in tutto il mondo dobbiamo iniziare a fermare la guerra qui, letteralmente dietro casa nostra, dove sorgono le basi, le fabbriche, i poligoni, gli snodi logistici da cui i governi muovono le politiche di guerra. Partecipiamo alle iniziative antimilitariste che in estate si terranno in tantissime località – a San Piero si terrà una due giorni No Base il 20 e il 21 luglio – per riprendere a settembre una lotta coordinata contro la guerra.

Dario Antonelli

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