Domenica 24 marzo le acque della politica sono state agitate da una nuova polemica che ha coinvolto la presidente del Consiglio. L’occasione è stata la commemorazione dell’eccidio nazifascista delle Fosse Ardeatine, avvenuto proprio il 24 marzo del 1944, in cui furono massacrati 335 antifascisti, ebrei ed oppositori al regime.
Il presidente dell’ANPI ha criticato Meloni per le sue omissioni: nel suo comunicato si parla generalmente di vittime, nascondendone il carattere di persone comunque condannate dal regime, e si chiama in causa la sola responsabilità dei nazisti, sorvolando sul ruolo svolto dalle autorità dello Stato italiano nel compilare la lista di coloro che sarebbero stati portati alla fucilazione.
Per quanto mi riguarda anche la nota dell’ANPI è incompleta, perché non coglie il senso complessivo dell’operazione, comune d’altra parte ad altre prese di posizione della presidente del consiglio, come quella in occasione del 25 aprile 2023.
Lo scopo è quello di presentare la comunità nazionale “una d’arme, di lingua, d’altare, di memore, di sangue e di cor”, di cui lei sarebbe la rappresentante. Le vittime sono tali in quanto italiane, nascondere il ruolo dei fascisti significa nascondere le oggettive divisioni di quella comunità nazionale che si vuole presentare unita. A questo punto, affermata l’unità nazionale, è possibile dimostrare le sue divisioni come frutto dell’azione degli elementi “antinazionali”, che vanno emarginati dall’agone politico e, se possibile, repressi, proprio per salvaguardare l’unità della comunità nazionale.
È sempre il vecchio programma fascista, la giustificazione dell’azione purificatrice dello squadrismo che l’ANPI, cultore della Patria, dell’unità nazionale e della Costituzione non può comprendere.
L’unità nazionale o la più fascista comunità nazionale sono gli artifici teorici che i governanti usano per propagandare la comunità di interessi fra le classi sociali, fra borghesia e proletariato, fra capitale e lavoro salariato. Va da sé che l’interesse nazionale si esprime nel corso della borsa valori, sia per Meloni che per i suoi patriottici critici.
Tiziano Antonelli