Ieri, sabato 6 agosto, come gruppo Mikhail Bakunin – FAI Roma & Lazio, interni al percorso Black Lives Matter Roma e quindi al Coordinamento Antirazzista Italiano, abbiamo partecipato alla manifestazione nazionale indetta a Civitanova Marche in risposta all’omicidio di Alika Ogochukwu.
Una piazza molto calda e non solo dal punto di vista climatico, ma anche dalla composizione molto variegata ed estremamente eterogenea che vedeva la partecipazione di circa duecento persone. La partenza del corteo era prevista per le ore 14 ma già mezz’ora prima la piazza del concentramento si era scaldata, sia per le numerose interviste che i giornalisti si apprestavano a sottoporre alla moglie della vittima, ad alcuni membri della comunità nigeriana, al sindacalista Aboubakar Soumahoro e all’avvocato della famiglia Ogochukwu, sia per le varie dichiarazioni che venivano via via rilasciate, con un tentativo quasi provocatorio da parte di una componente significativa del corteo di eliminare la tematica razzista dalla manifestazione. Questo atteggiamento ha incrementato le già prevedibili tensioni interne che sono esplose quando la comunità nigeriana ha deciso sia di partire senza attendere l’arrivo dei pullman da varie regioni d’Italia (che trasportavano diversə militantə del Coordinamento Antirazzista) sia di accogliere un intervento del sindaco Fabrizio Piarapica al termine del corteo.
Questa forzatura ha portato prima ad una discussione animata tra le varie componenti, poi ad una spaccatura fisica e infine a due cortei con contenuti tematici ben diversi. Così, mentre il primo corteo è stato caratterizzato per la presenza della moglie di Alika e l’intervento istituzionale, il secondo (dove siamo statə presentə), che è partito solo quando la prima manifestazione era praticamente ormai finita ed il sindaco era andato via, si è caratterizzato per una forte denuncia al razzismo sistemico e istituzionale, da una presenza significativa di persone razzializzate e antirazziste e da diversi interventi antiautoritari a microfono aperto.
Gli interventi e gli slogan antirazzisti si sono susseguiti per tutto il tragitto fino all’arrivo davanti al luogo dove fu ucciso Alika e da lì si sono lanciate nuove lotte coordinate e l’invito a proseguire in un progetto antirazzista unitario.
Riteniamo sia stato estremamente importante parteciparvi perché oltre all’energia, l’emozione e alla forza che ha trasmesso, si sono affrontate diverse tematiche di razzismo culturale ed istituzionalizzato, sia a livello territoriale, sia nazionale che internazionale. Ci sono state diverse testimonianze di molte parti del mondo e la chiara ed esplicita partecipazione a processi di autorganizzazione e di coordinamento in un percorso antirazzista che rispecchia il lavoro che, come gruppo, ormai stiamo portando avanti da tempo.
Con la speranza di partecipare sempre di più a percorsi di liberazione dalle dinamiche di razzismo sistemico e di sfruttamento.
Gruppo Mikhail Bakunin – FAI Roma & Lazio