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Report dalle piazze dell’8 marzo

Report dalle piazze dell’8 marzo

TRIESTE

Questo 8 marzo triestino è iniziato già prima dell’alba, quando sono stati corretti innumerevoli manifesti antiabortisti piazzati provocatoriamente da Pro Vita e Famiglia in tutta la città senza badare a spese. Volevano decorare così le vie delle città ma molte mani li hanno rimossi o migliorati con slogan transfemministi e con i manifesti di chiamata al corteo indetto da Nonunadimeno.

La giornata vera e propria è cominciata con la contestazione a due eventi istituzionali: un incontro rivolto alle scuole con sindaco e polizia locale, ed un evento presso la scuola Dante-Carducci con la questura che presentava qualcosa chiamato “Questo non è amore”. Iniziative poliziesche ed ipocrite, durante le quali le compagne si sono rivolte all* studenti presenti sottolineando (finché non gli è stato tolto il microfono con la forza) tra le altre cose il paradosso di vedere svariati figuri in divisa in eventi legati all’Otto marzo, all’indomani delle cariche contro studenti e altre soggettività in diverse città d’Italia, mentre a Trieste i consultori familiari passano da quattro a due, e i posti di polizia locale aumentano a quattro. In contemporanea vi è stato anche un presidio informativo in centro e l’affissione di vari striscioni in varie zone per pubblicizzare la manifestazione del pomeriggio.

Il corteo poi ha visto la partecipazione di oltre 700 persone di tutte le età, e numerosi interventi tra cui quelli del collettivo queer Smarza Pride, del Comitato per i diritti civili delle prostitute, di Linea d’ombra. Non sono mancati interventi di denuncia del genocidio che sta avvenendo a Gaza.

Sono state percorse vie centralissime della città, passando anche sotto il carcere del Coroneo, dove è stato fatto un lungo e fortissimo saluto all* detenut*, soprattutto della sezione femminile, ricordando anche il compagno anarchico triestino Luca Dolce “Stecco”, detenuto a San Remo, a cui continua ad essere negata la partecipazione in presenza alle udienze dei suoi processi.

Le forze del disordine hanno ritenuto di blindare con particolare spiegamento di forze le vie dove si trovano la Sinagoga di Trieste e la sede locale di Fratelli d’Italia. Il corteo ha tirato dritto per via Giulia, una delle vie di scorrimento principali della città, che è stata per l’occasione rinominata dedicandola a Giulia Cecchettin, a Giulia Tramontano, e a tutte le altre donne trans e frocie vittime della violenza patriarcale. Durante il percorso sono state molto visibili le nostre matrioske rossonere e le bandiere anarcofemministe.

La serata si è conclusa con una festa e con l’appuntamento a continuare la lotta ogni giorno.

Questo 8 Marzo fa parte di un percorso molto più grande, che sta coinvolgendo in città sempre più realtà su temi dall’educazione alla sanità ed oltre.

CI VOLETE IN MILLE PEZZI – CI AVRETE IN MILLE PIAZZE

PS: in contemporanea a Pordenone, la Rete delle lotte transfemministe e ambientali del Friuli Venezia Giulia ha promosso un corteo in occasione della visita di Giorgia Meloni in città per un evento istituzionale.

Alcun* compagn* del Gruppo Anarchico Germinal

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REGGIO NELL’EMILIA

Venerdì 8 marzo 2024 è stata organizzata una cena al Circolo Berneri da parte delle Donne Libertarie alla quale è seguita l’iniziativa “Il femminismo è antimilitarista (?)” con Cristina Tonsig della Collettiva EcotransFemm Baba Jaga di Pordenone con un dibattito molto partecipato. Partendo dalla storia del femminismo e transfemminismo pacifista, antimilitarista e anarchico si è arrivate a raccontare esperienze e prospettive politiche odierne tracciando una congiunzione fra la critica e la lotta alla violenza di genere, al patriottismo, all’esercito di allora e quella di oggi.

Anche quest’anno, l’Unione Sindacale Italiana (Usi-Cit) ha indetto lo sciopero per l’intera giornata dell’8 marzo, contro la violenza maschile sulle donne e contro il loro sfruttamento dentro e fuori il posto di lavoro, organizzando al mattino, un presidio davanti alla biblioteca Panizzi al quale abbiamo partecipato anche come Donne Libertarie. Il presidio ha visto la partecipazione di diverse realtà, con una decina di interventi contro il pensiero patriarcale e sessista che ancora domina la nostra società, alimentato da un governo unito dietro lo slogan “Dio, Patria e Famiglia”.

Donne Libertarie Reggio Emilia

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MILANO

Né chiese né stato né patriarcato

Di seguito il testo dell’intervento svolto in piazza Duomo alla conclusione della manifestazione dell’8 marzo organizzata da NON UNA DI MENO.

Oggi, 8 Marzo, siamo di nuovo qui tutte insieme, in strada, perché è solo da qui, dall’unione dei nostri corpi e delle nostre teste che può partire un cambiamento reale. 

Perché vogliamo che tutto cambi.

Siamo qui per dire basta al sistema patriarcale e basta all’oppressione sociale:

– disertiamo tutte le guerre e tutti gli eserciti

– disertiamo gli stati che ogni anno accrescono le spese militari mentre svendono scuola, cultura, ambiente, sanità e sicurezza sul lavoro

– disertiamo i programmi educativi patriarcali e bigotti – disertiamo i tribunali per i quali la colpa è sempre nostra, dei nostri vestiti o del nostro silenzio

– disertiamo le forze dell’ordine e la loro violenta repressione

– disertiamo tutte le chiese e chiunque voglia decidere sui nostri corpi

– disertiamo le multinazionali e il sistema economico capitalista che opprime e distrugge corpi e territori in tutto il mondo e nega la crisi climatica o cerca di guadagnarci sopra

– disertiamo il patriarcato, braccio armato dello Stato.

Ricordiamoci che le oppressioni sono tutte interconnesse.

Militarismo, razzismo, capitalismo e sessismo sono facce della stessa oppressione.

Saremo libere solo se tesseremo nuove relazioni orizzontali e solo se distruggeremo ogni forma di potere e di dominio sui nostri corpi, sull’ambiente e sugli animali umani e non. Ripensiamo ad un futuro radicalmente altro da quello che stiamo vivendo! Riconosciamo la dignità delle vite e l’autodeterminazione del proprio corpo, qualunque esso sia.

Contro ogni gerarchia e oppressione, per l’autodeterminazione e la libertà.

Né chiese, né stato, né patriarcato!

ATENEO LIBERTARIO – MILANO

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LIVORNO

Disertiamo il patriarcato!

Centinaia di persone hanno partecipato alla manifestazione che si è tenuta nel pomeriggio dell’otto marzo a Livorno. In piazza molte presenze storiche di compagnex di lungo percorso, ma soprattutto una marea di giovani e giovanissimx che hanno animato il corteo con slogan, cori, cartelli e con una grande voglia di esserci. Molte le tematiche che hanno caratterizzato questa giornata di sciopero e che hanno trovato voce in piazza: dalle politiche familiste e sessiste che alimentano la cultura del possesso e della violenza alle discriminazioni sul lavoro; dagli attacchi all’aborto e alla libera scelta, alla chiusura dei consultori e allo smantellamento della sanità; dalle politiche di guerra, di colonialismo e di suprematismo che manifestano tutto il carattere machista del militarismo alla solidarietà transnazionale e alla richiesta di immediato cessate il fuoco a Gaza e in tutte le zone martoriate da guerre; dalla denuncia della cultura moralista, autoritaria e sessuofoba imperante nella scuola alla volontà di affermare ovunque pratiche di libertà, rottura delle gerarchie, dei meccanismi di segregazione, degli stigmi che vorrebbero imprigionare qualsiasi soggettività non conforme. “Disertiamo il patriarcato ” era la scritta che campeggiava sullo striscione di apertura e il messaggio collettivo che questo bellissimo corteo ha saputo esprimere attraverso le sue varie anime in ogni momento, anche quando la pioggia ci ha fatto visita senza riuscire tuttavia a interrompere la carica del corteo. “Disertiamo il patriarcato” è il messaggio collettivo con cui ci siamo salutate e la volontà con cui vogliamo affrontare l’esistente nella pratica quotidiana.

Nonunadimeno Livorno

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ROMA

Sono trascorsi 8 anni dal primo sciopero globale trans femminista lanciato da Ni Una Menos argentina nel 2017 e, dopo l’enorme manifestazione del 25 novembre scorso con più di mezzo milione di persone in piazza, decine di migliaia di manifestanti hanno attraversato le strade di Roma nella giornata dell’8 marzo contro la violenza patriarcale in tutte le sue forme e in ogni ambito della società in cui si esercita. Il corteo è partito da L. go La Malfa, passando da viale Aventino, Porta S. Paolo per finire a Trastevere. Un lungo percorso ricco di contenuti, volantini, striscioni e speakeraggi contro le politiche sessiste, familiste, nazionaliste e razziste che alimentano sfruttamento e violenza e ancora di più la discriminazione delle soggettività che non rientrano nel progetto Dio, Patria e Famiglia.

Alcuni sindacati di base hanno partecipato anche alla proclamazione dello sciopero generale e la manifestazione è stata organizzata da NUDM di Roma. La giornata di lotta è stata rivolta anche contro lo smantellamento della sanità pubblica e la chiusura dei consultori, la precarizzazione, le guerre in corso, i respingimenti in mare dei migranti, il lavoro sfruttato sempre più povero e senza tutele, per lo sciopero dalla produzione e dalla riproduzione di questo sistema e l’antifascismo.

Al percorso intersezionale transfemminista delle lotte stanno partecipando migliaia di soggettività che dal basso stanno portando il proprio contributo ognuna dal proprio specifico ambito personale e sociale, politico e sindacale, dalla famiglia al luogo di lavoro, allo studio e altro.

Abbiamo deciso di partecipare alla manifestazione con le bandiere nero viola anarco femministe tra i banners “Jin, Jiyan, Azadi, Donna,Vita,Libertà” della comunità delle donne curde e “I consultori non si toccano” a cura del Collettivo per la Difesa del Consultorio di Garbatella, S. Paolo, Ostiense, Marconi. Pensiamo infatti che solo attraverso la trasformazione radicale della società senza stato né padroni né religioni si possa spianare la strada allo sradicamento della gerarchia, della violenza patriarcale nel quotidiano in tutte le sue forme e ripartendo dalla propria personale e collettiva prossimità si potranno ampliare o proteggere i preziosi e necessari spazi di libertà.

Il Gruppo Anarchico C. Cafiero saluta la marea critica trans femminista augurando una sempre maggiore prosperità nelle lotte e soprattutto che, passo dopo passo, sia smantellato il patriarcato in una prospettiva libertaria.

Gruppo Anarchico “C. Cafiero” FAI Roma

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