Per una cucina senza confini

Sono passati vent’anni da quando abbiamo costruito il progetto delle Cucine del Popolo coinvolgendo Gino Veronelli, formidabile esperto di enogastronomia e militante eclettico dell’area libertaria.
Fin da subito pensammo ad una realtà destinata a durare nel tempo, vincendo ”l’usura militante” attraverso un forte magnetismo aggregativo costruito su una prassi libertaria. Da allora sono stati realizzati ben sette Convegni a carattere Internazionale e centinaia e centinaia di iniziative di gastronomia sociale, alcune delle quali con grandi partecipazioni, legate soprattutto alla storia del Movimento Operaio.
Fra pochi giorni daremo vita all’ottavo Convegno Internazionale dedicato alle Cucine Senza Confini che sta suscitando un grande interesse sui social proprio per il suo programma effervescente. Questo Convegno, fra l’altro, cade in una fase dove il processo autoritario del Governo giallo verde cerca di consolidarsi con una serie di provvedimenti antipopolari non disgiunti da una proposta razzista e antiumanitaria. Di fronte a questa pesante deriva sarà necessario ipotizzare delle nuove forme di opposizione, naturalmente dal basso, in grado di contrastare questo processo messo in campo dal cosiddetto schieramento sovranista.
A nostro avviso dare vita a nuove opposizioni significa uscire da “logiche minoritarie”, partendo anche da altre angolazioni come quelle circolistiche che permettano aggregazioni di ampi e trasversali settori sociali. Per noi si tratta di uscire dagli “schemi” con una proposta a banda larga tesa a costruire significative realtà culturali partendo dalla tavola e dalla convivialità, dalla solidarietà alla resistenza.
L’incontro che proponiamo quest’anno sarà di grande importanza, come sempre, per il suo Convegno di Studi che vedrà una significativa presenza di docenti, studiosi e esperti di altissimo livello che metteranno a disposizione tutte le loro competenze storiche e gastronomiche, fra i quali segnaliamo i giornalisti Armando Torno e Rinaldo Gianola. Sarà pure interessante la comunicazione del Professore Alberto Capatti, grande conoscitore della Storia della Gastronomia, contro le “proibizioni dell’Onu” in merito all’olio d’oliva, al prosciutto crudo e al Parmigiano Reggiano.
Durante le giornate avremo una proposta inerente ai liquori proletari (Pelinkovac, Grappa alla Macchia e Amaro del Partigiano) e assaggeremo ghiaccioli, sottaceti e frattaglie; e ancora ciccioli e lambrusco, ostriche e bollicine e l’immancabile zabaione della mamma per le nuove generazioni.
Un altro momento molto sentito del Convegno sarà il Veglione Rosso che vedrà la partecipazione di almeno 400 persone, dove verrà riproposto un menu Socialista del 1910 a base di cappelletti e bolliti, antipasti e salse di campagna, dolce e lambrusco rosso vivo con prenotazione obbligatoria e, come per tutti i pasti, sarà presente l’alternativa vegana e vegetariana.
Domenica sarà la volta delle Cucine dei Popoli, realizzate direttamente dai Rifugiati e dai Sinti che cucineranno i loro piatti tipici creando un grande momento di condivisione.
Parteciperanno al Convegno artisti, poeti, scrittori, giornalisti, musicisti e con ogni probabilità Philip Corner e R. Phoebe Neville, grandi protagonisti del Movimento Fluxus; non sono da escludere gli arrivi dell’ultimo minuto da parte di altri amici delle Cucine del Popolo. Saranno presenti uno spazio bimbi, un servizio libreria, bigliardino e ping pong, servizio bar e punti di ristoro.
Il Convegno come consuetudine sarà totalmente autogestito e privo di finanziamenti pubblici, vedrà l’impegno di una sessantina di militanti suddivisi fra Reggio Emilia e Massenzatico e per l’occasione verrà allestita una mostra di manifesti dedicata al ’68 in concomitanza del cinquantenario.
Vi aspettiamo in tanti: i 70 kg di cappelletti e le 500 bottiglie di lambrusco sono già pronti per fare una festa indimenticabile e trascorrere tre giorni all’insegna della solidarietà e della libertà!
 
CuocaRossonera

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