Anche quest’anno, e siamo a nove, si è tenuto il consueto primo maggio libertario organizzato da USI-AIT, continuando la scommessa che ci porta a evitare di fare numero a cortei istituzionali per recitare magari il ruolo della “faccia cattiva”.
Purtroppo la pioggia incessante ha penalizzato il corteo, nella partecipazione e nella possibilità del compagno-dj sul furgone. Ugualmente, quasi 200 compagni (cifra reale) e con slogans “vecchio stile” hanno percorso strade inconsuete per i cortei cittadini, partendo dalla sede dell’Ateneo Libertario per costeggiare quella di Casa Pound purtroppo da poco molto vicina e per arrivare alla lapide da Cieri per il consueto omaggio e per l’esaustivo ed apprezzatissimo comizio del compagno Fricche di Roma.
Data la situazione ambientale, non si è potuto proseguire al Parco Pellegrini e abbiamo dovuto andare presso la Casa Cantoniera Occupata per continuare la festa.
Un grazie sincero anche al gruppo Cieri-FAI, alla Mercantiniera ed ad Azione Proletaria, nonchè ai compagni di Roma, Reggio e Bologna. Praticamente assente ogni altra componente organizzata antagonista parmigiana, se non qualche singolo davvero molto apprezzato e compagne della Rete Diritti in Casa. E non è la prima volta e anche questo è un dato politico sui cui riflettere: i libertari vanno bene quando sono folcloristici e/o accodati, senz’altro se non sono loro i protagonisti, altrimenti si straparla di unità..blablabla.
Le altre sigle del sindacalismo di base, anche quest’ anno totalmente assenti, sia quelle crediamo presenti in città da anni (CUB, USB), ma ultimamente sparite dai nostri radar, che quelle apparse a fiammate ultimamente (SI Cobas).
Un corteo del genere, dato il percorso e la situazione ambientale, è stato sinceramente un successo, tenendo conto che il nostro numero -seppure basso- è stato superiore a quello delle tre sigle confederali unite con tanto di funzionari autorità e gonfaloni, dimostrando che a Parma esiste una realtà libertaria presente, radicata, determinata, allargata e assolutamente capace di organizzare in proprio ogni tipo di iniziativa.
Anche in questo modo si dimostra che “un altro mondo è possibile”.
Vadim Naderone