Di seguito il volantino diffuso dalle compagne e compagni della Federazione Anarchica Torinese al corteo Notav del 19 maggio dove era presente uno spezzone rossonero. Qui il comunicato di sostegno della FAI.
Abbiamo fatto tanta strada insieme. Siamo stati saldi anche nei momenti più duri, quando era difficile trovare la bussola. Che fosse su un sentiero invaso dai lacrimogeni, in un’aula di tribunale o in certe assemblee dove era difficile costruire un percorso comune.
Mai però il bivio è stato tanto arduo come ora.
Lega e 5 Stelle stanno stipulando il loro contratto di governo. Tra i punti concordati ci sarebbe il riesame del progetto per la Torino Lyon. La sospensione dei lavori in due giorni è sparita dal programma. Chi sa? Forse il preludio ad una tregua di fatto con l’apertura dei soliti tavoli.
Chi ha invitato i No Tav alla delega e al voto utile potrà sostenere di aver avuto ragione. Anche se non tutte le grandi opere saranno cancellate: una per tutte il Terzo Valico.
Tutto bene? La favola avrà un lieto fine?
Difficile dirlo ora. Resta il fatto che il prezzo da pagare sarà altissimo, ben più alto delle montagne non scavate o dei soldi non spesi. La guerra nel Mediterraneo e lungo le frontiere contro profughi e migranti diverrà sempre più feroce, costruiranno altre prigioni per i senza documenti, estendendo la detenzione amministrativa a un anno mezzo. Annunciano stanziamenti imponenti per i rimpatri di massa, sgomberi delle baraccopoli rom, messa sotto sorveglianza dei gruppi sociali “inferiori”. Chi occupa una casa, anche se ha i documenti, verrà privato del permesso ed espulso. Aumenteranno le spese militari ed assumeranno altri poliziotti. Costruiranno nuove carceri per far posto ad un maggiore numero di detenuti. Cancelleranno ogni forma di pena alternativa al carcere.
Sarà il governo della polizia, della galera, della guerra ai poveri, dei morti in mare e sulle rotte di montagna. Credevamo di aver toccato il fondo con gli accordi con le milizie libiche, i respingimenti, i barconi che affondano, le navi soccorso sequestrate, le leggi sul decoro urbano e l’elisione dei diritti dei richiedenti asilo. Non era così: il peggio deve ancora venire.
Il Movimento No Tav in questi anni ha rappresentato un punto di riferimento per chi si batteva contro le grandi opere inutili e dannose. Ma non solo. La lotta contro il treno super veloce è stata anche lotta contro la logica feroce del capitalismo, dello sfruttamento delle risorse e degli esseri umani. Ormai da tanto la nostra non è più una mera storia di treni. È la storia di uomini e donne che hanno assaporato il piacere dell’azione diretta, della politica come luogo di confronto e scelta fuori da ambiti gerarchici, radicata tra le persone. Un’aria di libertà. Di solidarietà con gli immigrati, con gli oppressi, con le fabbriche in lotta, con gli sfrattati, gli antifascisti.
Le derive elettoraliste ci sono sempre state, come anche la capacità di capire e correggere gli errori, nella consapevolezza che solo il movimento popolare, solo i nostri corpi, solo le nostre barricate potevano fermare l’opera e dare, insieme, una bella botta ad un immaginario sociale dove tutto è merce.
La pratica della delega nega la storia di chi ha bloccato per decenni il Tav con l’azione diretta, quando un’intera valle è divenuta ingovernabile.
I No Tav sono fortemente radicati nel locale ma non hanno mai guardato nel proprio cortile. Anzi!
Oggi, il sostegno a formazioni politiche che, pur dichiarandosi No Tav, si caratterizzano per posizioni razziste, xenofobe e giustizialiste, rischia di condurre ad un amaro tramonto.
Il bivio è chiaro. Ridursi ad una logica nimby, salviamo la valle e che il Mediterraneo continui ad inghiottire migliaia e migliaia di migranti, oppure restare ancorati alla propria storia, rompendo con l’abbraccio mortale con le 5 Stelle.
Siamo convinti che nel movimento esistano robusti anticorpi capaci di fermare questa pericolosa deriva.
In tanti in questi mesi hanno creato e rinforzato reti solidali con i migranti in viaggio attraverso le nostre montagne. Le frontiere sono linee fatte di nulla, segni sulle carte, che solo uomini in armi rendono veri. I No Tav si sono battuti, perché la valle non diventasse un mero corridoio per le merci, ma divenisse spazio per relazioni sociali diverse.
Pochi giorni fa Blessing, una ragazza che attraversava il confine, è morta mentre correva lontano dai gendarmi.
Siamo ad un bivio. Prendiamo la strada giusta. Ciascuno di noi, in fondo, sa qual è.
Federazione Anarchica Torinese