La grande manifestazione del 25 agosto al porto di Catania, nei pressi del molo ove era ormeggiata la nave della Guardia Costiera Diciotti ancora carica di 148 migranti, cui hanno partecipato circa 3000 persone, rappresenta un momento importante della forte mobilitazione messa in atto dalle realtà antirazziste catanesi e siciliane in questi giorni contro le politiche del governo e del ministro delle interiora Matteo Salvini.
Anche se il presidio al porto è stato convocato sotto la parola d’ordine delle “Dimissioni di Salvini”, a nostro parere debole e contraddittoria, come pure gli appelli alla Costituzione sentiti dal palco, da cui emerge una ingenua fiducia in una Democrazia che si dimostra ogni giorno di più strutturalmente inedeguata a rispondere alle esigenze di libertà ed eguaglianza delle persone, esso d’altra parte ha dimostrato una capacità unitaria, la determinazione e la volontà di reagire alla speculazione razzista e fascistoide che si va facendo sulla pelle dei migranti e all’inquinamento culturale che tutto ciò sta provocando.
La carica della polizia contro i manifestanti, se vuole essere l’espressione della linea dura decisa dal Viminale, rappresenta anche la debolezza di un governo che ogni giorno deve alzare l’asticella dell’intolleranza e dello scontro pur di mantenere un consenso basato sugli istinti peggiori del qualunquismo e del razzismo.
La resa del ministro sceriffo, che in serata ha deciso di far sbarcare i migranti sequestrati sulla nave militare italiana, rappresenta senza dubbio una grande vittoria del movimento e di quanti si sono attivati in questi giorni contro questo ennesimo sopruso.
La vicenda della nave Diciotti ha finito anche per aprire uno scontro istituzionale, in seguito all’apertura delle indagini su Salvini e il suo capo di gabinetto per sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio. Sappiano benissimo che il governo possiede i numeri e le norme per infischiarsi di questa indagine, così come siamo convinti che non sarà la magistratura a porre un freno alla xenofobia di Stato che il governo 5 Stelle-Lega sta praticando. Tuttavia l’esplosione delle contraddizioni in seno ai vari palazzi è un segnale che mette in risalto la pericolosità della fase politico-sociale che stiamo attraversando.
Oggi occorre sottrarre spazio e consenso al fascismo montante a partire dalle questioni concrete: in primo luogo inserire la questione migranti nella più generale questione sociale che riguarda tutti gli sfruttati; richiedere diritti che sono di tutti, a prescindere dal colore della pelle e dai luoghi di provenienza; smontare la politica del “prima gli italiani” rafforzando gli impegni per riconquistare i diritti dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati, dei poveri; lottare contro ogni discriminazione e violenza (sessista, di genere, xenofoba, classista) costruendo fronti uniti e lotte unitarie, dal basso, orizzontali e emancipate dalla malattia istituzionale e politicantista che ancora emerge nell’attitudine di tanti movimenti che riempiono le piazze contro le politiche del Governo.
Federazione Anarchica Siciliana
26-8-2018
Sulla stessa vicenda qui un contributo del Gruppo Anarchico Chimera di Catania