Riportiamo alcuni comunicati usciti dopo la morte di Lorenzo Parelli vicino a Udine, mentre svolgeva il suo ultimo giorno di Alternanza Scuola-Lavoro. Fermiamo la strage sui luoghi di lavoro. Profitto assassino!
La redazione web
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La “buona scuola” dei padroni è assuefazione allo sfruttamento
Abolire il PTCO (ex Alternanza Scuola-lavoro) subito!
Ancora una morte sul lavoro! Un ragazzo di 18 anni ha perso la vita in un’azienda di Lauzacco (Udine). Lorenzo Parelli era uno studente al suo ultimo giorno di Alternanza Scuola-Lavoro (oggi PTCO) impiegato in lavori di carpenteria metallica in una azienda meccanica, morto schiacciato da una putrella.
A lui, la sua famiglia e i suoi affetti la nostra vicinanza, ai responsabili dell’ennesima riforma contro giovani e studenti solo la nostra rabbia.
Perché Lorenzo non è il solo ad aver pagato il prezzo più alto in una rincorsa sfrenata alla legalizzazione del lavoro senza tutela in età scolastica.
A Montemurlo (Prato), Un giovane di 17 anni, alle prese con un macchinario in un’officina, si è ferito alla mano sinistra, perdendo la falange dell’anulare.
A maggio 2018, un altro studente di 16 anni, impegnato in uno stage in un’azienda di Pavia di Udine (Udine) è rimasto gravemente ferito utilizzando una fresa, semi-amputandosi una mano.
Nel 2017 a La Spezia, presso una ditta che ripara motori nautici, un ragazzo di 17 anni si è rotto la tibia a seguito del ribaltamento del muletto che stava guidando (senza patentino).
Due mesi dopo, il 21 dicembre, uno studente di 18 anni si trovava sul cestello di una gru assieme ad un lavoratore di 45 anni (manutenzione di impianti elettrici; sono precipitati da una decina di metri d’altezza: l’uomo è morto, lo studente ha riportato gravi lesioni e fratture alle gambe.
Questi sono solo una parte di infortuni che hanno interessato in questi anni quella che possiamo definire una vera e propria intrusione dell’impresa privata nelle scuole pubbliche, sottraendo molte ore di didattica. Era chiaro fin da subito che si trattava di processi di ulteriore aziendalizzazione della scuola.
Lo scopo primario (celato dietro la solita semantica di innovazione e pragmatismo) altro non era che educare allo sfruttamento e al lavoro senza tutele.
D’altra parte molti sondaggi e inchieste da parte degli studenti stessi hanno mostrato il volto di un “obbligo” (perché tale è) che non solo non rispondeva affatto alla formazione dei ragazzi (impieghi in lavori completamente inutili o non in linea coi percorsi di studi idonei) ma che spesso comportavano persino dispendio di soldi e mezzi personali.
In un inchiesta curata da l’Uds (l’Unione degli studenti) già nel 2018 è risultato che:
“su un campione di oltre 15mila studenti intervistati, il 38% ha dichiarato di aver addirittura pagato, senza che sia stato previsto nessun tipo di rimborso (biglietti autobus, treni, buoni pasto) per partecipare ai percorsi di alternanza”
I piagnistei istituzionali e del cosiddetto “mondo del lavoro”, cioè dei padroni, ci lasciano indifferenti: non è più tempo di ipocrisie. Il PCTO deve essere abolito in tutte le scuole, i ragazzi ritornino a studiare. È ora di farla finita con la precarizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici!
Basta morti e infortuni sul lavoro, basta normalizzare lo sfruttamento!
Iniziativa Libertaria – Pordenone
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Scuola e lavoro.
Si chiamava Lorenzo Parelli. È morto nell’ultimo giorno di stage in fabbrica, ad Udine, schiacciato da una putrella. Aveva 18 anni. L’alternanza scuola lavoro ha mostrato il suo volto più feroce: quello delle vittime del lavoro, del profitto, di una politica tutta asservita all’ideologia liberista. Si è parlato più dell’elezione del presidente della repubblica, o di un tennista milionario, o dell’ennesima bizzarria anti-Covid del premier inglese che di un ragazzo che muore sul lavoro. Del resto fa poco notizia morire di lavoro, un po’ come di Covid, piano piano ci si abituata, dimenticando che sfruttamento e miseria, tragedie e lutti non sono questioni … degli altri, ma sono questioni sociali; di tutti.
Scuola e lavoro, come sanità e previdenza, sono gli aspetti dannati di una destrutturazione dello stato sociale che miete vittime fra i più deboli. Chissà se qualche figlio di qualche manager – tagliatore di posti di lavoro – resterà mai vittima di uno stage di alternanza fra scuola e lavoro. Difficile. Più probabile che si attiverà a licenziare operai e chiudere qualche fabbrica di più.
Eppure non tutti si arrendono alla bruttura del sistema. Qualche voce fuori dal coro si alza, ogni tanto, contro il depauperamento della scuola e contro l’offerta tossica della politica neoliberista che è la vacuità dello sballo della movida e la schiavitù di un lavoro precario a vita. A Jesi all’alternanza scuola lavoro è stato portato, ad esempio, un modello alternativo di scuola, che si fa carico del lavoro. Gli studenti dell’ITC Cuppari sono andati a trovare gli operai della Caterpillar in lotta per la difesa del posto di lavoro.
Un gesto significativo, che ha fatto il giro del paese, specie dopo il deludente incontro al MISE con l’azienda che ha confermato la sua linea vergognosa e indifferente alle sorti di 270 famiglie. Un cattivo inizio, che fa stracci anche delle preghiere dell’impegno del clero locale per essere vicino agli operai. Bastassero le preghiere per conservare diritti e lavoro, come anarchici ed atei, ci convertiremmo all’istante.
Nella realtà, la lotta della Caterpillar ha bisogno di ulteriori risorse e tempo per poter riuscire ad ottenere qualcosa di concreto per tutti. I politici locali, oltre le passerelle mediatiche, si attivino fattivamente per garantire reddito e futuro. Non c’è alternanza che tenga fra un modello schiavista del lavoro ed una scuola impoverita, ma ci sono mille alternative possibili per avere una società migliore dove a casa devono tornare gli studenti dopo la scuola, i lavoratori dopo il lavoro, le famiglie dopo aver ricevuto garanzie per il loro futuro. In queste settimane, gioco forza, questo territorio sta dando il meglio di sé dopo anni di silenzio. È necessaria una maggiore partecipazione di tutti. Reddito e lavoro per i lavoratori e le lavoratrici della Caterpillar, futuro e valori umani e sociali per i giovani.
FAI – Federazione Anarchica Italiana
sez. “M. Bakunin” – Jesi
sez. “F. Ferrer” – Chiaravalle
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La scuola-azienda uccide
Solidarietà allə studentə in lotta!
La Federazione Anarchica Livornese e il Collettivo Anarchico Libertario esprimono piena solidarietà alle lotte studentesche e sostengono la proteste di chi lotta contro una scuola che riesce solo ad essere un luogo in cui la cultura è imposta a colpi di autorità, in cui si sprecano risorse per progetti e iniziative di stampo aziendalista, in cui si riproduce la divisione classista della società, in cui si propaganda la cultura della competizione e del servilismo. Ammassati in classi pollaio a scuola, sbattuti in alternanza fuori dalla scuola.
Consegnati allo sfruttamento, addestrati alla precarietà, scaraventati spesso dall’alternanza scuola lavoro n quelle medesime situazioni lavorative in cui ogni giorno muoiono 4 lavoratori. Per Lorenzo Parelli, 18 anni, studente di un corso di formazione professionale, è stato così.
La storia dell’alternanza conta una lunga serie di “incidenti”: studenti che precipitano da cestelli elevatori, travolti da strutture di ferro, che riportano amputazioni e lesioni per crolli o cedimenti di strutture meccaniche. Una sequenza di incidenti non casuali, dovuti alla mancanza di sicurezza dettata dalla ricerca del profitto che non risparmia nessuno, nemmeno uno studente che in quel momento dovrebbe stare da tutt’altra parte, non certo a lavorare gratis in situazione di estremo
sfruttamento e di pericolo. Eppure fino ad ora il modello di alternanza scuola lavoro non è stato seriamente riconsiderato. Oggi gli studenti mettono sotto accusa il sistema dell’ alternanza scuola lavoro e il modello di scuola in cui si trovano a studiare. Allo stesso tempo vengono messi al centro i problemi strutturali, la speculazione edilizia che mantiene le scuole in condizioni fatiscenti e degradate, talvolta anche nocive, se si pensa ad esempio a tutte le scuole in cui ancora è
presente amianto. Niente risorse per le reali necessità della scuola, nemmeno in periodo di pandemia. Così come non ci sono risorse per la sanità. Scuola e sanità pubblica affossate, a fronte di foraggiamenti del settore privato e di risorse sempre più ingenti per il settore militare, l’unico che vergognosamente non conosce crisi.
Da mesi in molte scuole di varie città italiane si stanno svolgendo occupazioni e proteste studentesche contro un modello di scuola fallimentare. Proteste che testimoniano un malcontento e una voglia di ribellione espressa anche dal mondo del lavoro, più o meno formale, animato da scioperi, picchetti, assemblee contro licenziamenti e sfruttamento; proteste espresse anche da fasce popolari e da ampi settori sociali contro sfratti, carovita e caro bollette. La gestione securitaria dell’emergenza sanitaria, la medesima che vieta manifestazioni a lavoratori e studenti, la medesima che aziona i manganelli di solerti funzionari contro studenti, come è successo a Roma
domenica scorsa, non riesce a sopire il malcontento e l’opposizione sociale. Sosteniamo queste mobilitazioni, diamo forza alle proteste, uniamo le lotte presenti nella scuola nel mondo del lavoro e nei contesti sociali.
Federazione Anarchica Livornese
Collettivo Anarchico Libertario
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NO ALLA SCUOLA DEI PADRONI!
ABOLIRE L’ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
La morte di Lorenzo, studente di un istituto professionale di Udine, durante l’alternanza scuola
lavoro, rappresenta perfettamente l’attuale modello formativo, che antepone le esigenze
dell’impresa alla sicurezza di chi lavora, student* o lavorat*attiv* che sia.
Una scuola che è concepita come preparatoria al lavoro e a questo finalizzata. Nessuna “educazione”,
nessuna concessione a saperi realmente critici e formativi per la persona e la coscienza, ma solo
“istruzione” per diventare bravi ingranaggi della macchina produttiva. Non importa se saranno
impiegati nell’industria o nei servizi, i lavoratori e le lavoratrici di domani saranno output del sistema
d’istruzione statale e input del sistema capitalistico. Ogni giorno capita che alcuni di questi input
muoiano sul lavoro. Troppi. Anche uno solo sarebbe troppo.
Il sistema però non ne risente. Il sistema stato/capitale se ne frega di questi morti. Nemmeno se uno
di loro è uno studente, un giovane delle superiori che è stato catapultato in una fabbrica per far
vedere che sì, la scuola italiana prepara al mondo del lavoro, è utile. Utile a formare sudditi, non
individui. Utile a sfornare persone da sfruttare. Utile a marcare fin dalle superiori quei confini di
classe che dividono i figli di banchieri, avvocati e industriali (che difficilmente andranno a rischiare
la pelle in fabbrica o in cantiere) da quelli di operai e impiegati.
Né dal governo dei banchieri, né da quelli che lo hanno preceduto è stata data risposta alle
rivendicazioni di student* e personale della scuola, che da anni chiedono edifici scolastici sicuri e
vivibili, aumento degli organici, salari adeguati, investimenti per il sostegno allo studio e programmi
di studio che siano fonte di sapere critico ed emancipazione sociale, non il contrario.
Non ci serve una scuola che istruisca all’obbedienza e renda assuefatti alle ingiustizie e alle iniquità
sociali, quella serve allo stato e ai padroni.
Esprimiamo tutta la nostra vicinanza e solidarietà a* student* e personale della scuola in questi
giorni in prima fila per chiedere l’abolizione dell’alternanza scuola lavoro e l’introduzione di un
processo educativo che abbia al centro la persona e non le aziende.
FEDERAZIONE ANARCHICA REGGIANA – FAI
Circolo Berneri Via Don Minzoni 1/d – RE
FB: Archivio Libreria della FAI Reggiana
Reggio Emilia, 09/02/2022
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Studente morto in fabbrica in Friuli:
Quando la scuola si piega al mercato
Un incidente avvenuto il 21 gennaio in un’azienda della provincia di Udine ha provocato la morte di Lorenzo Parelli, studente di 18 anni impegnato nell’alternanza scuola-lavoro, che è stato schiacciato da una grossa trave. La notizia di questa incresciosa disgrazia si è diffusa in poche ore su tutto il territorio nazionale, rivelando l’assurdità incontrovertibile di attività lavorative, obbligate e non retribuite, condotte in condizioni di alto rischio e qualificate semplicemente come esperienze formative propedeutiche all’inserimento nei circuiti professionali.
Riteniamo questo episodio la tragica sintesi di una scuola, il cui unico obiettivo sembra essere diventato quello di formare e fornire manodopera a buon mercato, e di un mondo del lavoro, segnato dal drammatico e quotidiano conteggio di morti per incidente, le cui responsabilità sono sempre cercate nella mancanza di controlli, nel non rispetto delle regole individuali di prevenzione o in imponderabili fatalità.
I media adesso ci racconteranno dei sogni e della determinazione di questo ragazzo, spargendo un po’ di commozione e di recriminazione per un destino avverso.
Nessuna domanda sul perché la scuola debba piegarsi alle esigenze del mercato del lavoro sempre più precario e destrutturato e non perseguire la formazione di un pensiero autonomo permettendo di sviluppare possibilità e capacità di comprensione critica della realtà che ci circonda.
Nessuna domanda sulla deriva del lavoro sempre più subalterno alle esigenze del capitale che macina uomini e cose per la profittabilità degli investimenti e delle quote azionarie.
Nella commozione e nella mestizia di queste poche ore e di questi pochi giorni in cui l’attenzione sarà catalizzata dal dolore per una morte così scandalosa, anche i governi e i partiti, esprimendo il proprio cordoglio, potranno autoassolversi dalle proprie scelte, che fanno del lavoro una variabile funzionale al sistema capitalistico, continuando a non impegnarsi per impedire che tutto ciò possa riaccadere. Fino al prossimo immane incidente di cui ci metteranno al corrente, facendo finta che muoiono non meno di tre lavoratori al giorno.
Noi anarchici rivendichiamo l’abolizione dell’alternanza scuolalavoro, per una scuola palestra di vita e di pensiero critico. Diciamo basta ai morti sul lavoro, per una sicurezza posta sotto il controllo dei lavoratori e non sacrificata sull’altare del profitto padronale.
Federazione anarchica siciliana